venerdì 23 luglio 2010

Tesine II



Tempo fa avevo riferito di draculina e simili.

Adesso la tesina è stata presentata e ne è uscito un lavoro molto apprezzato anche dal resto della Commissione.

Interessanti anche le sezioni non direttamente legate alla mia materia, in particolare la descrizione del mito.


Ne riporto un frammento:


Le prime testimonianze circa queste creature sanguivore ci giungono dalla tradizione popolare del mondo ebreo e mesopotamico. Infatti, presso gli antichi Babilonesi veniva chiamato Lamashut il demone femminile, spirito di una prostituta defunta, che attraeva gli uomini per berne il sangue e divorarne la carne grazie alla bellezza ingannevole che nascondeva il vero e terrificante aspetto: volto di fiera ed artigli di falco.


La tradizione e la religione ebraica, invece, tendono ad identificare il primo demone, non che donna-vampiro, in quella che sarebbe dovuta essere la vera prima sposa di Adamo, Lilith. Lo Zohar e l’Alfabeto di Ben Sira, testi che vennero poi eliminati dalla versione definitiva della Bibbia ebraica, riferiscono di una creatura primordiale ed androgina, creata ancora prima dell’uomo.


Se si dà credito a queste fonti, Dio divise quest’essere nella carne e creò Adamo e Lilith, prima vera donna ad abitare il mondo ancor prima di Eva. Ma essa rifiutò di sottomettersi all’uomo con cui aveva, fino ad allora, condiviso lo spirito. Infatti, secondo tal racconto, con un atto di ribellione abbandonò il talamo coniugale e si rifugiò al di là del Mar Rosso dove Samael, il corrispondente ebraico di Satana, gli promise vendetta verso Dio e potere sul genere umano.


La ribelle, rappresentata spesso come un serpente dal busto di donna o come un drago dal volto umano, venne punita con l’ecatombe di cento suoi figli ogni giorno, cosa che fece di lei una divoratrice di bambini assimilabile alla Lamia della mitologia greca. Essa, amante di Zeus, vedendo i figli avuti da quest’ultimo uccisi dalla furiosa Era, giurò di vendicarsi facendo strage della prole altrui. Il suo dolore diede vita alle lamie, esseri simili agli incubi che nottetempo soffocavano gli uomini gravandogli sul petto e prosciugavano del sangue i bambini.


Filostrato, filosofo neopitagorico del I sec. a.C. , narra nella “Vita di Apollonio di Tiana” di una lamia, o empusa, smascherata nel giorno delle nozze, che si concedeva agli uomini per poi divorarli. Essa era in grado di creare delle immagini illusorie, simili a miraggi, di ricchezza e bellezza che servivano per attrarre le sue vittime.


Da queste prime testimonianze il vampiro pare essere nato come demone femminile. Il pantheon delle prime civiltà a noi conosciute era, infatti, costituito in gran parte da divinità femminili, spesso assai più potenti dei corrispettivi maschili. Ishtar, la Grande Madre del culto caldeo, minacciava i suoi fedeli di far alzare i morti dalle tombe perché divorassero coloro che non le offrivano sacrifici, allo stesso modo, Kalì , lato oscuro di Durga, madre universale della religione indiana, con le sue dieci braccia armate di spada, è contemporaneamente simbolo di morte e di rinascita. Questa superstizione, come molti altri elementi della cultura ellenica, si trasferì nel mondo latino creando le inquietanti figure delle strigi.


Nel Medioevo si assiste al transito del virus demoniaco dalla donna all’uomo.

Infatti, col passaggio dalle culture delle società antiche, spesso matriarcali, al mondo patriarcale dell’Europa dei secoli bui, il vampiro perde le vesti femminee e non le riacquisterà fino alla metà dell’800.


Le vampire


Toi qui, comme un coup de couteau,

Dans mon cœur plaintif es entrée;

Toi qui, forte comme un troupeau

De démons, vins, folle et parée,

De mon esprit humilié

Faire ton lit et ton domaine;

- Infâme à qui je suis lié

Comme le forçat à la chaîne,

Comme au jeu le joueur têtu,

Comme à la bouteille l’ivrogne,

Comme aux vermines la charogne,

- Maudite, maudite sois-tu !

J'ai prié le glaive rapide

De conquérir ma liberté

Et j'ai dit au poison perfide

De secourir ma làcheté

Hélas! Le poison et le glaive

M'ont pris en dédain et m'ont dit

"Tu n'es pas digne qu'on t'enlève

A ton eslavage maudit,

Imbécile! De son empire

Si nos efforts te délivraient,

Tes baisers ressusciteraient

Le cadavre de ton vampire"

C. Baudelaire



2 commenti:

Anna Maria Rossi ha detto...

mi scuso con i lettori ma adesso non ho proprio tempo di sistemare l'impaginazione. provvederò. grazie per la pazienza

Anonimo ha detto...

attendiamo...

:)