lunedì 12 luglio 2010

Curò II


Dal rifugio Curò seguendo il sentiero a sinistra si costeggia l'invaso della diga Piano Barbellino.

Ci accoglie un ingegnere dipendente dell'Enel con il compito di illustrarci il funzionamento dell'impianto.

Attraversiamo la diga dall'alto: i caprioli in un equilibrio precario cercano i leccare il sale che trasuda dal cemento e una marmotta in lontananza si allontana al nostro arrivo.

A metà tragitto la prima tappa di spiegazione: una selva di numeri.

"Potremmo produrre molta più energia con ulteriore riusparmio di emissioni, ma la legge ci obbliga a rilasciare un certo quantitativo d'acqua per alimentare il fiume."

Meno male che esiste tale normativa perchè un fiu
me rinsecchito, oltre che brutto, sarebbe anche poco ospitale, con buona pace dei "mangiatori di energia"

Arriviamo all'altro lato ed entriamo

E inizia la discesa.

Come nelle miniere di ferro di Schilpario, mi assale la tentazione di seguire percorsi alternativi a quelli del gruppo, esplorando cunicoli vietati, scendendo scalette di ferro che si perdono nel buio della profondità.







Acqua che gocciola ovunque




Tornano alla memoria le scene di Forza 10 Navarone.

Scendi, tappa di spiegazione per i dispositivi di sicurezza, sali e siamo di nuovo all'aperto.



Non fosse che si trova a quota 1800-1900 metri potrei anche proporre la visita a qualche classe.

Nel frattempo inserisco il proposito nel calderone delle belle intenzioni

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