mercoledì 22 giugno 2011

Prova di italiano II




Cambio tematica : Amore, odio, passione
Documenti noti: Manzoni e la Monaca di Monza, Verga e la Lupa, Svevo e Senilità
Mi incuriosisce D'Annunzio


«Ella pareva colpita dal suono insolito della voce di Giorgio; e un vago sbigottimento cominciava a invaderla.
– Ma vieni!
Ed egli le si appressò con le mani tese. Rapidamente l’afferrò per i polsi, la trascinò per un piccolo tratto; poi la strinse tra le braccia, con un balzo, tentando di piegarla verso l’abisso.
– No, no, no...
Con uno sforzo rabbioso ella resistette, si divincolò, riuscì a liberarsi, saltò indietro anelando e tremando.
– Sei pazzo? – gridò con l’ira nella gola. – Sei pazzo?
Ma, come se lo vide venire di nuovo addosso senza parlare, come si sentì afferrata con una violenza più acre e trascinata ancóra verso il pericolo, ella comprese tutto in un gran lampo sinistro che le folgorò l’anima di terrore.
– No, no, Giorgio! Lasciami! Lasciami! Ancóra un minuto! Ascolta! Ascolta! Un minuto! Voglio dirti...
Ella supplicava, folle di terrore, divincolandosi. Sperava di trattenerlo, d’impietosirlo.
– Un minuto! Ascolta! Ti amo! Perdonami! Perdonami!
Ella balbettava parole incoerenti, disperata, sentendosi vincere, perdendo terreno, vedendo la morte.
– Assassino! – urlò allora furibonda.
E si difese con le unghie, con i morsi, come una fiera.
– Assassino! – urlò sentendosi afferrare per i capelli, stramazzando al suolo su l’orlo dell’abisso, perduta.
Il cane latrava contro il viluppo.
Fu una lotta breve e feroce come tra nemici implacabili che avessero covato fino a quell’ora nel profondo dell’anima un odio supremo.
E precipitarono nella morte avvinti.»
Gabriele D’ANNUNZIO, Il trionfo della morte, 1894

Chiedo tutto il contesto al collega di italiano

Si procura quanto mi serve

" Giorgio Aurispa, come lo Sperelli de "Il Piacere", è un esteta alla ricerca di un significato alto e nobile da conferire alla propria esistenza, in contrapposizione alla volgarità e banalità del vivere comune.
Cerca come un disperato questo significato passando attraverso varie esperienze: la musica, il misticismo, il tentativo di recupero degli affetti familiari, l'abbandono alla forte passione sensuale per Ippolita, consumata in un eremo immerso nella campagna e a contatto con la vita semplice dei contadini.
Tutto, però, appare vano e alienante. Ad ogni esperienza cui segue la disillusione, il protagonista si sente intimamente estraneo. Persino la presenza della sua amante gli diventa fastidiosa. Aveva sperato che Ippolita, con la sua prorompente sensualità, avesse potuto guarirlo da tutti i mali esistenziali e rappresentare la risposta ad ogni dubbio. Invece, lungi dall'esserlo, la donna viene avvertita come una nemica el a morte è l'unica possibile soluzione al "mal di vivere". Giorgio si reca con Ippolita sull'alto di una rupe e si getta di sotto, precipitandosi nella morte insieme alla sua compagna che, disperatamente, tenta invano di sottrarsi all'abbraccio fatale."


Decisamente angosciante, al pari degli altri tre brani che mi sembrano sollolineare del tema solo una visione negativa

Preferisco un'altra idea dell'amore

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