venerdì 18 dicembre 2009

Teatro













Altre volte ho scritto come mi piaccia andare a teatro.
Per questo quando la collega di lettere mi ha chiesto di accompagnare la classe quarta ad assistere alla "Mandragola" ho accettato con entusiasmo e quando mia figlia per il suo compleanno ha chiesto di poter assistere con me a "Giorni felici", pure.
Così dopo tanto digiuno, due nella stessa settimana.

Martedì al Teatro Donizetti "Giorni felici" di Samuel Beckett.
Pubblico diviso tra entusiasti e persone che lasciano la sala dopo il primo atto.
Tentativo di cogliere un senso per quelle chiacchiere inutili
Commento a caldo: mah...
Commento a freddo: che tristezza
Giovedì al Cineteatro Colognola "La mandragola" di Niccolò Macchiavelli
Pubblico di studenti obbligati a restare
Tentativo di cogliere il significato di tutte quelle parole disuete e di cogliere quanto di comico mai ci debba essere
Commento a caldo e a freddo: che tristezza

La rappresentazione dell'assurda condizione dell'uomo nel primo caso e la rappresentazione della sua malvagità nel secondo.

Scenari che sembrano senza speranza.
Ma non è solo così
Esiste anche la rappresentazione di ciò che di bello e di buono l'uomo sa fare, esiste dentro di noi lo slancio all'ideale.
Basta assecondarlo

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