venerdì 11 dicembre 2009

Acqua






Tra le mie attività c'è anche quella di correttrice delle bozze degli interventi di mio marito.
Non so bene a chi sarà rivolto ma essendo quello della gestione dell'acqua un tema che tratto anche a scuola (e ne sanno qualcosa i miei corsisti pomeridiani) ho deciso di non limitarmi all'esame formale ma di modificare anche i contenuti.
Dopotutto tanti anni fa, quando scrivevo su un giornaletto locale, tutti i miei articoli più sentiti erano sempre modificati dall'azione moderatrice del futuro consorte (che mi accusava di essere un'esaltata rivoluzionaria invitandomi a ringraziare il cielo dell'aver incontrato lui, giusto argine alla mia pazzia latente)
Se per una volta accettasse le mie di modifiche non sarebbe la fine del mondo
Riporto solo un pezzetto, tanto perchè sia chiaro il concetto di fondo.
L’acqua è un bene di tutti, non deve essere considerata una merce alla stregua di tante altre. Una merce che deve produrre un guadagno per la proprietà privata, anziché utili da reinvestire per salvaguardare le risorse idriche (acquedotti) e tutelare l’ambiente (fognature e depuratori).
Questo è quanto temiamo, con un aggravio all’utenza che dovrà coprire anche la voce del bilancio “utili per i soci privati”
Sappiamo tutti che la gestione pubblica non sempre è garanzia di efficienza, sappiamo si presti ad abusi poco cristallini e onesti, ma si deve lavorare per eliminare queste storture, non demandare all’ipotetica gestione del privato la panacea che risolva tutti i mali

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