venerdì 27 novembre 2009

Misteri


Stamane libera dalle lezioni
Passo per la cucina e vengo attirata dal fracasso del canto che sovrasta il rumore delle auto che corrono sul provinciale
Esco e alzo lo sguardo: le cime degli abeti sono piene zeppe di merli, anzi date le dimensioni, "merlotti".
Li riconosco per la stazza, per il becco, per il colore e mi stupisce il loro canto perchè è armonioso (chissà perchè ho l'idea in testa che il canto dei merli debba essere sgradevole)
Cerco di contarli ma sono più di cinquanta ed ecco spiegato il volume
Stanno cantando tutti assieme

Così mi incanto a pensare:
- Perchè sono tutti lì?
- Perchè stanno cantando?
- Cosa si staranno dicendo?
- Esisterà qualcuno che ha interpretato il canto dei merli? (più probabile dell'osteoporosi degli elefanti. Questo pensiero accavallato è riferito alle domande in classe di ieri quando stavo spiegando il tessuto muscolare perchè i miei alunni sono bravissimi a sollevare problemi relativi alla lezione precedente nella speranza di farmi perdere il filo e rallentarmi -39 parole di seguito senza un segno di interpunzione, un record)
- Uffa, perchè non so capire cosa si dicono?
- Ma da là sopra, si accorgono che sono qui a spiarli?
- Ma quando una formica mi spia, io le faccio caso? Ma io sono gigante rispetto a loro

Per fortuna prima che perda il senno si alzano in volo quasi tutti insieme e si spostano sulla cima degli alberi del giardino del vicino.

E mi lasciano lì con tutti i miei misteri

4 commenti:

Daniel ha detto...

Se consideriamo che gli animali fanno quello che fanno in ubbendienza ai loro istinti e per gratificazione propria, allora il canto di gruppo rientra tra le attività volte a questo scopo.
In fondo anche l'uomo tra le cose che gli piace fare vi è il suonare insieme, il fare teatro o ballare con altri. I cavalli corrono in mandrie, i pesci nuotano in banchi e gli uccelli cantano insieme. Che poi questo abbia vantaggi sulla sicurezza del gruppo e dunque sono sopravvissuto darwinianamente solo queli che lo facevano è un altro paio di maniche. Da qualche parte deve pur starci la motivazione a fare quello che gli animali fanno perché sopravvivano, perché non credo che siano sempre coscienti che il vantaggio del coordinarsi sia volto alla sopravvivenza. Semplicemente sopravvivono quelli che lo fanno.
Dunque, per rispondere in sintesi alla domanda del post "perché cantano insieme", penso che sia per il fatto che gli piace e basta.

Anna Maria Rossi ha detto...

piacere o non piacere non sa un po' troppo di antropizzazione del comportamento animale?

Mauro ha detto...

Sul fatto che piacere o non piacere sa di antropizzazione sono d'accordo. Certo, nel caso di numerosi animali si può parlare di un vero e proprio linguaggio. Dei merli non ne so nulla ma per esempio il canto della cincia è piuttosto strutturato sintatticamente: questo uccello infatti produce armonizzazioni di quattro note sempre nella stessa sequenza; la variabilità delle armonizzazione è data dall'omissione o dalla ripetizione di singole note. Alcuni ornitologi hanno correlato queste varietà di questi richiami a precisi scopi comunicativi. I vervet, una specie di scimmia, modulano diversi richiami a seconda del pericolo che sopraggiunge e è stata evidenziata dagli etologi l'esistenza di un periodo di addestramento dei cuccioli da parte delle madri al riconoscimento e alla produzione di questi richiami. Credo (e non solo io, che non conto niente) che uqesti comportamenti, soprattutto in animali così "evoulti", siano da imputare a cause più sociali che istintivo/biologiche...che comunque rimangono, guai a negarlo (da bravo riduttivista!!!). Per approfondire consiglio l'interessante Hauser, "Menti selvagge", Newton Compton! A presto!

Anna Maria Rossi ha detto...

grazie Mauro. ho la dispensa del corso a darti (più per la bibliografia che per altro). ti aspetto. ciao