mercoledì 4 giugno 2008

Martin pescatore


Ieri sono stata chiamata dal sig. Severo e dalle nostre bidelle perchè in qualità di insegnante di scienze volevano farmi riconoscere un uccellino che, rimastro imprigionato nei nostri giardini fortezza, continuava a sbattere contro le vetrate nel tentativo vano di fuga.

Per chi non conoscesse il Mascheroni, i giardini fortezza sono spazi di circa trenta metri quadrati, ricavati all'interno dell'edificio e circondati da tutti i lati da vetrate o muri. In due sono presenti piante di camelia e in un altro una pianta di limone, oltre ai fiori ornamentali e le siepi che ne bordano il contorno, obbligati a svettare verso il cielo, unico spazio veramente libero.

Il povero uccellino ormai stremato è stato raccolto e sistemato in una scatola in attesa della Guardia Forestale che lo venisse a prelevare.

Dai colori splendidi, con un becco lungo e appuntito è stato abbastanza facile riconoscere un martin pescatore.

Con il suo rapido volo che si interrompe contro un ostacolo invisibile, mi è sembrato l'emblema della nostra rapida vita sparpagliata in tanti brevi voli che si infrangono contro la realtà.

Resta un mistero risalire al percorso che l'abbia portato nel centro di Bergamo.

Resta un mistero perchè mai nei sette giorni che precedono e seguono il solstizio d'inverno il mare greco sia particolarmente calmo

Ma sempre l'uomo si è inventato le risposte.

(un attimo di pazienza per poter cogliere il collegamento logico)

Si narra che Alcione, figlia di Eolo, sposasse Ceice di Trachis e la loro vita fosse felice finchè una tempesta fece annegare Ceice mentre era in viaggio per mare.

La sua ombra apparve ad Alcione che, intuitane la morte, si gettò nelle acque per raggiungerlo.

Gli dei ne ebbero pietà e trasformarono entrambi in martin pescatori.

Il nido dei due sposi, costruito vicino al mare, però veniva continuamente distrutto dalle onde.
Zeus ebbe nuovamente pietà e placò il mare per sette giorni, prima e dopo il solstizio d'inverno, affinché potessero riprodursi.
Per questo i martin pescatori erano consacrati a Teti e considerati un collegamento tra cielo e mare.

Divennero anche il simbolo di una rapida pace e di tranquillità.

La tranquillità che mi auguro il nostro uccellino abbia trovato nel parco dove è stato condotto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel post, Anna Maria, un po' nostalgico. Mi fa questo effetto.
Speriamo che il martin pescatore si trovi bene nel parco cui è stato destinato.

Anna Maria Rossi ha detto...

Leggo sul giornale di ieri: il martin pescatore è stato portato al centro recupero animali selvatici di Valpredina a Cenate Sopra (c'è un'oasi WWF), vicino ad uno stagno della riserva dove è già presente un nido artificiale costruito appositamente. si troverà bene di sicuro.