venerdì 7 dicembre 2012
Rotazione e Rivoluzione
lunedì 7 maggio 2012
Cielo
venerdì 9 marzo 2012
Cielo di Marzo
mercoledì 21 dicembre 2011
Solstizio
mercoledì 23 novembre 2011
Fasi lunari
martedì 12 luglio 2011
Aurore
Tra le testimonianze del passato:
Plinio il Vecchio nel 77 d.C. nelle Historiae naturalis (Liber II, 27) dice:
« … fit et sanguinea species et, quo nihil terribilius mortalium timori est, incendium ad terras cadens inde, sicut Olympiadis CVII anno tertio, cum rex Philippus Graeciam quteret. atque ego haec statis temporibus naturae vi, ut cetera, arbitror existere, non, ut plerique, variis de causis, quas ingeniorum acumen excogitat, quippe ingentium malorum fuere praenuntia; sed ea accidisse non quia haec facta sunt arbitror, verum haec ideo facta quia incasura erant illa, raritate autem occultam eorum esse rationem ideoque non, sicut exortus supra dictos defectusque et multa alia, nosci... »
Se si vuol ripercorrere la storia scientifica:
Anno | Scienziato | Scoperta |
1620 | Galileo Galilei, Pierre Gassendi | Coniarono il termine Aurora Boreale |
1620 | René Descartes | Propose che la luce del sole viene diffusa dai cristalli di ghiaccio nelle nuvole |
1733 | Jean Jacques D’Ortous de Miran | Pubblicò il primo testo sull’ aurora, suggerì una correlazione tra le macchie solari e la formazione di aurore |
1741 | Anders Celsius Olof Hiorter | Notò una coincidenza tra il verificarsi di tempeste magnetiche e la formazione di aurore |
1792 | John Dalton | Propose l’esistenza di particelle magnetiche luminose |
1815 | Alessandro Volta | Propose l’esistenza di fluidi elettrici condensanti |
1817 | Jaen Biot | Provò che le aurore non riflettono la luce solare ma emettono luce propria |
1822 | Franklin | Osservò una maggiore frequenza delle aurore nei poli |
1860 | Elias Loomis | Disegnò una mappa con le zone in cui si verificavano aurore |
1872 | Donati | Ipotizzò che l’aurora fosse prodotta da particelle elettrizzate emesse dal Sole |
1878 | Henri Benquerel | Propose che le aurore fossero causate dall’idrogeno proveniente dal Sole |
1881 | E. Goldstein | Ipotizzò che il Sole emettesse nello spazio raggi elettrici simili a raggi catodici a partire dai quali si producessero le aurore |
1894 | Adam Paulsen | Scoprì che i raggi catodici che producono le aurore si originano nell’alta atmosfera |
1896 | Kristian Birkeland | Suppose che i raggi catodici provenissero dal Sole |
1897 | J. J. Thomson | Scoprì che i raggi catodici sono composti da elettroni |
1900 | Svante Arrhenius | Ipotizzò che il Sole lanciasse particelle elettrizzate negativamente, le quali, respinte per la pressione della luce, raggiungevano l’atmosfera terrestre dove venivano catturate dal campo magnetico terrestre |
1901 | Birkeland | Eseguì degli esperimenti con un magnete sferico bombardato da raggi catodici, ottenendo strisce luminose intorno ai poli della sfera, come gli anelli delle aurore |
1903 | Birkeland | Propose l’esistenza di una corrente associata alle aurore |
1928 | Hulbert | Attribuì la causa del fenomeno aurorale alla ionizzazione prodotta nell’alta atmosfera terrestre dalla radiazione ultravioletta solare |
1930 | Carl Stømer | Classificò le forme delle aurore |
1963 | Yasha Feldstein | Disegnò le mappe degli ovali aurorali |
Breve il cenno alle leggende che le accompagnano
Così le ho cercate da sola
Tanto tempo fa, una volpe dalla rossa pelliccia correva sopra creste rocciose in un posto lontano del nord.
I vichinghi pensavano che i suoi colori derivassero dalla luce che si rifletteva sugli scudi delle Walchirie.
Le striature luminescenti erano le loro lance, le scintille intermittenti i riflessi dei loro scudi e i loro archi i Bfröst (arcobaleno), il mitico ponte attraverso il quale le anime dei defunti passavano nell'aldilà.
I bagliori che si osservavano in cielo segnalavano che le messaggere erano al lavoro, indice di una battaglia in atto da qualche parte.
Secondo la mitologia finlandese erano un fiume di fuoco (Rutja) che delimita i regni della vita e della morte.
Quella che mi piace di più:
Secondo i danesi erano dovute ad un gran numero di cigni che volando verso nord venivano intrappolati nel ghiaccio polare e ogni volta che sbattevano le loro ali, nel tentativo di liberarsi, generavano riflessioni.
giovedì 23 dicembre 2010
martedì 7 dicembre 2010
Ron Miller

L'interpretazione dei dati forniti dalle sonde inviate nello spazio ha portato l'artista Ron Miller a realizzare stupende immagini.

Probabilmente non sarà proprio così però è bello guardarle lo stesso
Collisione tra Via Lattea e Andromeda

Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre ‒
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro ‒
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
C. Pavese
Alba su Mercurio

giovedì 18 novembre 2010
Longitudine

Se per la latitudine nel passato non sono sorti problemi particolari, poter determinare la longitudine è stato più complicato.
Gli stessi Galileo, Newton, Halley, per lungo tempo avevano invano cercato un metodo per determinare con precisione la longitudine, cioè lo scostamento nella direzione est-ovest dal punto di partenza.
Il Parlamento inglese (dopo che nel 1714 la flotta reale aveva perso in un unico incidente 2000 uomini che si trovavano su quattro navi finite sugli scogli in acque che dovevano essere loro familiari) promise una ricompensa di 20.000 sterline (milioni di euro oggi) a chi avesse trovato un metodo pratico e funzionale per il calcolo della longitudine in mare.
Venne proposto l'uso di un orologio in grado di mantenere l’orario di Londra durante la navigazione. In ogni luogo del mondo, stabilito l’orario locale dalla posizione del Sole (al culmine della sua parabola a mezzogiorno) si poteva determinare quanto si era lontani da Londra, a patto di conoscerne l’orario in quello stesso momento. La differenza in tempo diventava una distanza, in gradi, sul parallelo: una distanza angolare dal meridiano di riferimento... la longitudine.
Gli orologi del tempo, basati sul pendolo, non erano adatti a questo scopo, e assolutamente inaffidabili se soggetti al movimento delle navi, e a condizioni instabili di umidità, temperatura e pressione.
L'orologiaio autodidatta John Harrison dedicò la propria vita a perfezionare un orologio sufficientemente preciso, idoneo ad essere utilizzato in mare per determinare la longitudine.
Harrison realizzò più di un orologio, costruendo prototipi sempre più precisi e di dimensioni sempre più contenute. Dal primo, pesante oltre 30 chili, alla versione “da taschino” del diametro di 12 centimetri.
Al Royal Observatory sulla collina di Greenwich sono custoditi tutti gli orologi di Harrison (perfettamente funzionanti e caricati quotidianamente) e la rotaia più famosa al mondo, coincidente con il meridiano di riferimento, il separatore tra est ed ovest, la "longitudine zero".
Si trovano descritti anche altri metodi, a volte solo fantasiosi a volte molto crudeli
Il più atroce di questi metodi era basato sulla Polvere di Simpatia.
La Polvere di Simpatia, o Unguento Armario, era una sostanza che si doveva spargere sull'arma che aveva prodotto una ferita, o su un panno intriso del sangue del ferito. In tal modo la ferita guariva più rapidamente, anche se il ferito si fosse trovato lontano.
Se sull'arma che aveva colpito, anziché la Polvere, però si fosse posta una sostanza fortemente irritante, il ferito ne avrebbe ricevuto una impressione di dolore acuto
Quindi sarebbe bastato prendere un cane, procurargli un'ampia piaga, coricarlo su una nave in viaggio negli oceani, procurando di tenere la piaga aperta.
Ogni giorno a un'ora concordata, poniamo a mezzogiorno, nel luogo di partenza se qualcuno avesse posto una sostanza irritante sull'arma che aveva ferito il cane, il cane ne avrebbe risentito subito l'effetto e avrebbe guaito di dolore.
In tal modo, sulla nave si poteva sapere che in quel momento era mezzogiorno sul meridiano di partenza e, conoscendo l'ora locale, si poteva dedurre la longitudine.
mercoledì 3 novembre 2010
Orione

Guardiamo il cielo e pensiamo sia la realtà.
Ma quale realtà?
Può avere significato lo studio delle stelle?
Costellazione di Orione: come vediamo le stelle che la compongono
Bellatrix (gamma Orionis - Guerriera) distante 243,4 a.l. la vediamo oggi come era nel 1763 quando Voltaire scrive il Trattato sulla tolleranza.
Il 17 gennaio 1763 muore il cardinale bergamasco Giuseppe Alessandro Furietti donando a Bergamo tutti i suoi libri, primo nucleo della Civica Biblioteca Mai
Betelgeuse (alfa Orionis - Colei che sta al centro) distante 429,2 a.l. la vediamo oggi come era nel 1576 quando da cinque anni i Turchi hanno perso la supremazia navale nel Mediterraneo (battaglia di Lepanto).
A Bergamo era stata completata, da quindici anni, la costruzione delle mura di città alta da parte del governatore veneziano Sforza Pallavicino
Saiph (kappa Orionis - Spada ) distante 725 a.l. la vediamo oggi come era nel 1281 quando viene eletto papa il francese Simon de Brion con il nome di Martino IV che appoggia gli Angiò nella repressione dei Vespri siciliani.
A Bergamo Roberto Bonghi, eletto vescovo, patrocina la costruzione della chiesa e del monastero di San Francesco e di Sant’Agostino.
Rigel (beta Orionis, anche se oggi sarebbe alfa - Piede sinistro) distante 777 a.l. la vediamo oggi come era 1229 quando sale al soglio pontificio Gregorio IX che due anni dopo istituisce i Tribunali dell’Inquisizione affidandoli ai frati domenicani.
Alnitak (zeta Orionis - Fascia) distante 826 a.l. la vediamo oggi come era nel 1180. Pochi anni prima (1176) in un documento francese è citato per la prima volta il termine horologe (dal greco, hora=ora e legein=dire).
A Bergamo, di lì a poco, iniziano i lavori di costruzione del palatium comunis (Palazzo della Ragione).
Mintaka (delta Orionis, in realtà multipla - Cintura) distante 919 a.l. la vediamo oggi come era nel 1087. Undici anni più tardi (1098) l’abate Roberto di Molesme fonda l’ordine dei Cistercensi;
a Bergamo cessa il governo dei vescovi ed inizia la giurisdizione da parte dei cittadini (Comune)
Nair al Saif (iota Orionis, binaria visuale- La Brillante della spada) distante 1331 a.l. la vediamo oggi come era nel 675. Venticinque anni prima il segretario di Maometto fa la prima redazione del Corano.
Bergamo si trova, allora, sotto il dominio dei longobardi.
Alnilam (epsilon Orionis - Filo di perle) distante 1359 a.l. la vediamo oggi come era nel 647. Tre anni prima l’Editto di Rotari raccoglie per la prima volta, in 388 articoli, la legislazione longobarda.
Nebulosa di Orione M 24 distante 1600 a.l. la vediamo oggi come era nel 406 quando nasce Attila, l’ultimo e più potente re degli Unni in Europa.
martedì 19 ottobre 2010
giovedì 7 ottobre 2010
venerdì 22 gennaio 2010
Per gli occhi
BLAISE PASCAL.
giovedì 7 gennaio 2010
Refusi?
lunedì 4 gennaio 2010
Ombre

martedì 29 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
giovedì 3 dicembre 2009
Bellezza

giovedì 17 settembre 2009

Altra lettura estiva: le metamorfosi di Ovidio, in latino con testo a fronte.
Una traduzione talmente arcaica che a volte leggendo il latino il racconto era più chiaro.
Tra i diversi miti raccontati richiamo l'origine della costellazione dell'Orsa Maggiore, anche perchè utile ad arricchire le prime lezioni di astronomia.
Nella mitologia classica una delle compagne di Artemide, Callisto, perse la sua verginità con Zeus, che si era avvicinato sotto le mentite spoglie della stessa Artemide.
Arrabbiata, Artemide la trasformò in un orso. In seguito, durante la caccia il figlio di Callisto, Arcas, stava per uccidere la madre ma Zeus e Artemide lo fermarono e posero entrambi in cielo, come l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore.
Ma Hera, non contenta del fatto che fossero stati assunti in cielo chiese aiuto a Teti.
Questa, una dea marina, rivolse alle costellazioni una maledizione perché esse fossero costrette a girare per sempre in tondo nel cielo, e a non riposarsi mai sotto l'orizzonte, spiegando così il fatto che queste costellazioni sono circumpolari.
Dal secondo libro delle Metamorfosi
La prende con gran rabbia ne' capelli,
E la declina à terra, e tira, e straccia.
Quell'alza gli occhi lagrimosi, e belli,
E supplice ver lei stende le braccia.
Già coprono le braccia horridi velli,
E ver la bocca s'aguzza la faccia,
Si veste à poco à poco tutto il dosso
D'un ruginoso pel fra 'l nero, e 'l rosso.
Poi le toglie il parlar grato, e giocondo
Perche non possa altrui mover col dire,
Un minaccevol suono, et iracondo
Dal roco gozzo suo si sente uscire.
L'unghia s'aguzza à la forma del tondo,
E si rende atta à graffiare, e ferire,
Curvar prima la mano, e poi si vede
L'ufficio far del faticoso piede.
......................................................
Ei, che s'accorge, ch'à lui sol pon mente,
Teme di qualche mal, se non s'aita;
Lo strale, e l'arco incontra immantinente.
E pensa darle una mortal ferita.
Che farai scelerato, e sconoscente
Darai la morte à chi ti diè la vita?
Provedi al paricidio ò sommo padre,
Se non tuo figlio ucciderà sua madre.
Per vetar Giove, ch'Arcade non faccia
Quel maleficio, al quale il vede intento,
Gli cangia in un momento e sesso, e faccia,
Fallo un'altra Orsa, e fa levare un vento,
Ch'ambe le leva in aria, e via le caccia
Verso Boote assiderato, e lento,
E tanto le portò per l'aria à volo,
Ch' in ciel le collocò vicine al polo.
Là dove poi la lor rugosa pelle
Si fece un manto chiaro, e trasparente,
E si fer tutte le lor membra stelle.
Questa è men grande, e quella è più lucente,
Hor l'Orse son del ciel lucide, e belle,
Et Orse anchor son dette da la gente,
E per l'Orsa minor la madre è nota,
L'altra è maggior, che fa più larga rota.
................................................................
Altre culture, altri miti
I Tuareg, che non conoscono orsi, vedono nella costellazione una cammella, il cui collo si prolunga fino a raggiungere Arturo (che è compreso anch'esso nella costellazione). Questa cammella rappresenterebbe l'esito della trasformazione della mitica cammella Fakrou, uccisa da degli empi. L'Orsa Minore sarebbe invece un piccolo di cammello, tenuto legato ad un picchetto intorno al quale continuerebbe a girare (la stella Polare).
Presso gli arabi del Golfo Persico si raccontava la storia di Al Naash (Naash significa "Lettiga mortuaria") e dei suoi figli. Al Naash era stato assassinato da Al Jadi, la Stella Polare, e i suoi figli, le tre stelle della coda, ogni notte seguivano la lettiga assetati di vendetta.
La stella Mizar rappresenta la figlia di Al Naash con in braccio il figlioletto, la stellina Alcor, mentre l'astro Suhail (Canopo) arriva lentamente in loro aiuto dal Sud.
E i popoli Irochesi :
Segui il movimento delle sette stelle del Carro Maggiore: le quattro del Carro rappresentano un grande orso , le altre tre (il timone) sono tre coraggiosi cacciatori che lo seguono sulle montagne.
Il più vicino all’orso è l’arciere, il secondo trasporta sulle spalle una pentola (la stella Mizar con la compagna Alcor), il terzo sta più indietro per raccogliere la legna per il fuoco.
In primavera, nella prima sera si vedono verso Est i tre cacciatori inseguire l’orso su per la montagna. Nei caldi giorni d’estate la caccia prosegue in cima alla montagna dove fa più fresco e le sette stelle sono alte nel cielo.
Alla fine dell’estate i tre cacciatori si appostano alla base della montagna, l’arciere prende la mira e ferisce l’orso; il suo sangue cola e finisce sulle foglie degli alberi tingendole di rosso: arriva l’autunno.
Tutti si rifugiano nelle caverne per passarvi il freddo inverno e le sette stelle sono basse sull’orizzonte.
Finisce l’inverno e arriva la primavera, la ferita dell’orso si è rimarginata e i tre cacciatori hanno superato lo scorno di aver soltanto ferito l’orso. Ripartono per la caccia e riprendono a inseguire l’orso.
martedì 28 aprile 2009
Ripasso
Metteremo in cantiere tutto il ripasso, sperando che quanto è stato fatto nel primo quadrimestre possa essere riportato alla luce.
Aiutiamo un poco la memoria con la suggestiva immagine ottenuta da Chandra, telescopio orbitante ai raggi X, della stella di neutroni PSR B1509-58, di appena 20 chilometri di diametro con un campo magnetico di tre miliardi più potente di quello del nostro pianeta.

Chi non ha mai pensato almeno una volta di poter afferrare le stelle?
E se nessuno dei miei lettori l'ha mai fatto, peccato.
Provi una volta a sollevare gli occhi al cielo