martedì 4 ottobre 2011
Il filo di Arianna
lunedì 19 settembre 2011
Cellulab
They also find stains that could be either blood or some other similar substance,
like reddish-brown paint. What other things can you think of that might look like
blood? How would you test a stain to see if it is blood?
Have you ever used hydrogen peroxide to clean a cut or a scrape? What
happened when the hydrogen peroxide came in contact with the blood from the
wound?
Blood contains an enzyme called catalase, which breaks down hydrogen
peroxide into water and oxygen gas.
2H2O2 2H2O + O2
catalase
When this reaction occurs, the oxygen gas is released as bubbles. The catalase
enzyme performs an important function to living organisms because hydrogen
peroxide is very toxic to living cells. Other organisms, including plants and some
bacteria, also make catalase.
If you place a few drops of hydrogen peroxide on a substance that contains
catalase, it will bubble profusely. These substances that bubble with the addition
of hydrogen peroxide are said to test positive for catalase.
Criminal investigators do not typically use the catalase test at crime scenes.
Other simple tests are better at detecting very dilute concentrations of blood –
sometimes so dilute the human eye can longer see the stain. These tests (listed
below), while more reliable, require more expensive chemicals.
Benzidine
Leucomalachite green
Phenolphthalein
Takayama test
Tetra-methyl bezidine
Luminol
and Spectrophotometric tests.
Most of these tests rely on the activity of peroxidase enzymes in blood to react
with a chemical stain causing it to change color, or in the case of luminol, glow in
the dark.
In this activity, you will be comparing the results of the catalase test using
hydrogen peroxide with the phenolphthalein test, to see how each reacts with
blood and other substances.
venerdì 20 maggio 2011
Fotosintesi II

L'attività è così ben collaudata che sicuramente i risultati saranno significativi
Facile da realizzare, utile per i richiami alla storia della scoperta della fotosintesi, bella anche solo per aver come protagonista una pianticella più gradevole da guardare rispetto alla soluzione marroncina dei lieviti usati per l'attività di laboratorio a verifica della fermentazione della settimana prima
Materia prima necessaria: pianticella di Helodea
Compito svolto dal rappresentante di classe
Arriva in classe con un contenitore chiuso e la povera pianticella acquatica ancora umidiccia ma senza un filo d'acqua di contorno
"Ma perchè non hai lasciato l'acqua?"
"Perchè mia mamma ha detto che il signore dell'acquario ha detto che per poco tempo può stare anche senza"
"Ahh allora il tuo compito l'hai fatto svolgere alla mamma? (e penso che deve avere una mamma molto disponibile perchè difficilmente avrei fatto lo stesso)"
" A dire il vero è andato mio papà che poi ha riferito a mamma" (interrompo l'indagine prima che risultino coinvolti i parenti fino al terzo grado)
Scendiamo in laboratorio
Facile l'allestimento
La pianticella sacrificata e suddivisa in quattro parti uguali
Inserita sotto un imbuto capovolto all'interno di un beker
Beker di controllo con sola acqua, beker con soluzione di idrossido di calcio per sottrarre tutta l'anidride carbonica, beker con soluzione di bicarbonato di sodio per arricchire l'ambiente di anidride carbonica (due: uno da tenere al buio, l'altro alla luce)
Al di sopra dell'imbuto una provetta piena d'acqua per raccogliere l'eventuale gas prodotto
In pratica riproduciamo parte degli esperimenti di Ingenhousz

Non possiamo vedere i risultati nell'immediato
Con il fine settimana di mezzo l'ossigeno liberato sarebbe troppo, le provette verrebbero completamente svuotate d'acqua rendendo impossibile l'eventuale confronto
Anzichè mettere i beker sotto una lampada accesa giorno e notte li lasciamo esposti alla luce naturale: avere un laboratorio nel posto più buio, umido e freddo della scuola stavolta almeno ci è d'aiuto
Le osservazioni rimandate a lunedì mattina
E' possibile trovare un protocollo più rigoroso al seguente link
mercoledì 20 aprile 2011
Estrazione Dna

Venerdì abbiamo provato ad estrarre Dna dai kiwi
Ho trovato in rete tutta la procedura passo passo con relative fotografie: link
E' talmente semplice che il risultato è assicurato
Reazione della classe: buona parte entusiasta nel vedere la masserella bianca raccolta
Due o tre studenti però titubanti: "Ma siamo sicuri che sia Dna?"
Solo per questa domenda si meriterebbero un incremento di voto
Siamo sicuri?
Il tentativo di colorazione con orceina acetica non ha fornito nessun risultato positivo
L'assistente tecnico: "E' una procedura che ci hanno trasmesso dal Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, sarà quindi Dna di sicuro"
Sarà
venerdì 5 novembre 2010
Aggiornamento

" Vi do la facoltà di sostituire due-tre incontri di Dipartimento con gli incontri di aggiornamento organizzati dal Provveditorato"
Diciamolo meglio: "Corso di scienze integrate promosso dall'USP di Bergamo nell'ambito del piano provinciale di aggiornamento per docenti."
In termini di ore saremmo in netta perdita, ma chissà se può risultare più utile tale attività.
Iscrizione di quasi tutti i docenti di scienze
Primi incontri talmente gratificanti che si perdono parecchi docenti per via
Aspetto inizino le attività laboratoriali per decidere cosa fare
Non avendo per nulla voglia di tagliare lombrichi (poveri lombrichi sacrificati inutilmente) scelgo il laboratorio "Chimica sotto il naso" presso l'ITIS P. Paleocopa.
Dopo tutto nel mio corso di laurea di esami di chimica "vera" ne ho sostenuto solo due e non è mai troppo tardi per imparare qualcosa.
Parto da casa già con i minuti contati.
Arrivo alla scuola e non trovo parcheggio.
Giro almeno per dieci minuti e finalmente lascio l'auto in uno spiazzo lontano con una certa angoscia pensando che potrebbe facilmente essere prelevata da un malintenzionato.
Entro nell'atrio con quindici minuti di ritardo.
Scopro che bastava suonare al portinaio per farsi aprire il passo carrabile.
Vengo indirizzata in fondo ad un corridoio sulla destra.
Noto laboratori immensi sulla sinistra.
Decido di farci un giretto.
Laboratori enormi rispetto ai nostri.
Laboratori nei quali risento l'odore da laboratorio come in università e mi fermerei lì ancora a lungo.
Ritorno sui miei passi e finalmente entro ormai abbondantemente in ritardo. I
l relatore però ha appena cominciato (o almeno credo)
Decide di affrontare il discorso degli acidi e delle basi, come esempio
Talmente ricco il pomeriggio che gli dedicherò un post a parte.
Anticipazioni: scoperta dell'esistenza di una quarta definizione di acido-base (Lux-Flood), utilizzo di petali di ciclamino, foglie di radicchio e cavolo rosso come indicatori; individuazione di aceto adulterato tramite titolazione, messaggi con inchiostro simpatico alla soda caustica messi in evidenza da spruzzate di fenolftaleina; formazione di aloni colorati in espansione più o meno rapida inserendo pezzetti di sodio in diversi tipi di alcool, esistenza di siti da visitare ricchissimi di informazioni (per fortuna l'inglese tecnico lo capisco persino io)
Comincio con uno.
Si parla tanto della continua sintesi di composti nuovi e i numeri riportati sui testi sono necessariamente sorpassati.
Ecco allora un display che in tempo reale ci dà un'idea chiarissima della rapidità con la quale vengono sintetizzate le nuove sostanze
Continuerò il corso
giovedì 2 aprile 2009
Dissezioni

Ieri si è svolta l'unica attività di laboratorio prevista per il corso pomeridiano "quando il meccanismo si inceppa"
Tre gli argomenti da sviluppare: azione amilasi salivare, dissezione organi, misura pressione a riposo e dopo sforzo.
1. Preparata dall'assistente la salda d'amido, allestite le provette standard, una con il reattivo di Lugol, l'altra con il reattivo di Fehling, la maggior difficoltà è stata la raccolta dei trenta millilitri di saliva necessari, da parte dei tre volontari.
Peccato che messa nella salda d'amido a trentasette gradi non sia stato possibile osservarne l'azione e tristemente il reattivo di Lugol è rimasto blu scuro e quello di Fehling azzurrino.
Del tutto inutile l'ultima parte che prevedeva la disattivazione dell'enzima in seguito alla bollitura. Se non funziona la saliva a temperatura fisiologica, funzionerà dopo bollitura? Infatti
2. Molto più coinvolgente l'esame degli organi, pur non privo di inconvenienti.
Primo: scongelare il cuore di maiale la sera prima può bastare, ma se al cuore sono attaccati i polmoni e il fegato, la trachea e l'esofago, più altri tessuti non meglio identificati, allora vuol dire pretendere di esaminare un blocco di ghiaccio.
Si può cercare di separare i pezzi con le mani (la lama del bisturi si è subito rotta) ma si rischia l'assideramento offrendo in più ai passanti curiosi (il laboratorio è semi interrato e le finestre sono a livello del marciapiede) la rappresentazione di "Jack lo squartatore"
Secondo: verso la fine dell'esperienza, dopo tutte le manipolazioni a cui è stato sottoposto, il materiale si è pure scongelato e ha cominciato a gocciolare sangue ovunque, sui banconi, in terra, sui camici, rendendo ancor più realistica la rappresentazione sopra citata.
Terzo: nessuno ha voluto riportarsi a casa il tutto, metterlo nei cestini fuori discussione, la scuola non ha i raccoglitori per l'umido e quindi, necessariamente, tutto sigillato nei sacchi neri.
Per fortuna, stamane, nel cortile non c'erano frattaglie sparpagliate qua e là da cani e gatti.
3. Infine la misurazione della pressione, ma il tempo rimasto era troppo poco.
Giusto per tre volontari, mandati a correre su e giù per il corridoio.
Conclusione: i ragazzi hanno seguito l'attività con molta più partecipazione rispetto alle normali lezioni, ed è comprensibile e questo post serve a suscitare invidia nei non partecipanti
martedì 3 marzo 2009
Lasciate ogni speranza...

Protocollo:
Si valuterà la velocità di reazione misurando il tempo di scomparsa della colorazione violetta della soluzione di permanganato di potassio a contatto con un agente riducente.
Prima parte: prova in condizioni di diversa temperatura
Agente riducente: soluzione di acido ossalico
A temperatura ambiente: si versi il permanganato nella provetta di acido ossalico e si misuri il tempo necessario per la completa decolorazione
Prova a circa 40°C: si mettano in un bagno caldo le provette contenenti i reagenti e raggiunta all'incirca la temperatura indicata si proceda come sopra
Ripetere la prova a 60° C circa
Seconda parte: prova in presenza di catalizzatore
Catalizzatore: solfato manganoso già presente nella provetta contenente l'acido ossalico
Effettuare il mescolamento a temperatura ambiente e misurare il tempo
Terza parte: prova con altro agente riducente
Nuovo agente riducente: soluzione di solfato ferroso.
Effettuare il mescolamento a temperatura ambiente e misurare il tempo
Semplice la procedura, ad averla ascoltata.
Gruppo di lavoro X
Prova a temperatura ambiente: sembra tutto ok
Prova a 40°: anzichè scaldare le provette, queste vengono subito mescolate (cioè di nuovo parte la prova a temperatura ambiente).
Impossibile ripetere perchè non viene fornito nuovo materiale
Prova a 60°: stavolta sembra procedere tutto nella norma (i tempi sono notevolmente più brevi)
Prova con il catalizzatore: "ma nella nostra provetta non c'è il catalizzatore". Dimenticanza dell'assistente?
No, semplicemente la provetta con il catalizzatore è stata utilizzata per la prova a 60° (di fatto quindi anche quel dato raccolto non può essere significativo)
Prova con il solfato ferroso: impossibile misurare il tempo perchè quando il cronometrista è pronto la reazione è già completamente avvenuta.
Successo su tutta la linea
Non aggiungo commenti
sabato 28 febbraio 2009
Protisti
Con grande scrupolo gli studenti hanno preparato abbondante materiale.
I vasetti portati da casa promettono molto: colorito dal marrone più o meno intenso al nero deciso.
Appena stappi i recipienti passando tra i banconi se chiudi gli occhi sembra di transitare in una fogna.
Tanto entusiasmo e partecipazione vengono però scarsamente ripagati: solo nel campione di un gruppo si possono osservare parameci giganteschi (a soli 40 ingrandimenti totali) muoversi pigramente tra i granelli di terriccio.
Gli alunni si alternano per poter vedere almeno i parameci degli altri, piuttosto delusi di sì povero raccolto.
A consolazione carico almeno un video.
Tutti i recipienti ben chiusi poi finiscono nel cestino.
Spero almeno che gli alunni li abbiano ben chiusi.
mercoledì 21 gennaio 2009
Bromelina, vitamina C e cioccolato
Nel pomeriggio il primo turno di laboratorio per il corso di chimica a tavola.
Fortunatamente oggi i risultati sono stati più aderenti all'atteso
Preparata la gelatina di carne, l'ananas ha funzionato a dovere: la fetta fresca ha denaturato le proteine, la fetta conservata lo ha fatto in parte, la fetta bollita non ha avuto effetto così come la fettina di mela.
Anche l'effetto antiossidante della pasticca di vitamina C è risultato verificato.
Così come l'aver rinvenuto vitamina C negli agrumi, nel Kiwi, nella spremuta e non averla trovata in zucchine e melanzane
Nell'ultima mezz'ora infine ci siamo dedicati alla degustazione del cioccolato.
Gli studenti sono stati così diligenti da portare in laboratorio tantissimo materiale.
Per il cioccolato avevamo campioni con contenuto di cacao variabile dal 30% (cioccolato al latte) al 100 %.
Ho eliminato dalla prova tutti i prodotti tanto reclamizzati che di cacao ne contengono un 10% appena, nonostante i "ma sono così buoni" di qualche goloso
Un campione per studente, una scheda da compilare.
Qualche difficoltà: "ma cosa significa duttilità del cioccolato?" "per me sa solo di cioccolato, non sento altri odori" "sapore astringente???", ma nel complesso il bilancio è decisamente positivo.
Per chi volesse cimentarsi riporto la scheda di degustazione utilizzata.

martedì 20 gennaio 2009
Dopo la teoria, la pratica

L'incremento delle ore è stato giustificato dalla necessità di associare alle spiegazioni teoriche una frequente verifica sperimentale
Molto positivo
E adesso descriviamo cosa succede
Classe terza: studio del calore di reazione e verifica della legge di Hess
Clima festaiolo: l'ora di laboratorio come una gradevole pausa nelle lezioni, scopo principale poter chiacchierare e scherzare
Procedimento: a 100 mL di acqua distillata dopo averne misurato la temperatura si aggiunge 1 g di idrossido di sodio e si rimisura la temperatura
Se poi nell'effettuare la pesata qualche chicco di idrossido si rovescia, se i chicchi in eccesso dopo aver assorbito l'umidità abbondante del laboratorio vengono rimessi nel contenitore originale, se la tentazione di usare il termometro per misurare la temperatura del proprio fiato o del bancone è così elevata da essere impossibile resisterle, cosa vuoi che sia? I richiami dell'insegnante non vengono nemmeno sentiti
Continuiamo: a 100 mL di una soluzione 0,5 M di acido cloridrico, dopo averne misurato la temperatura, si aggiunge 1 g di idrossido di sodio e si rimisura la temperatura.
Infine a 50 mL di una soluzione di acido cloridrico 1M, temperatura misurata, si aggiungono 50 mL di una soluzione di idrossido di sodio la cui temperatura è stata misurata in precedenza. Si misura la temperatura della mescolanza.
E adesso con tutti quei valori di temperatura cosa faranno?
Sicuramente è sfuggito tutto il senso delle operazioni effettuate per cui i dati raccolti sono completamente inutili.
Classe quarta: saggi per riconoscere le aldeidi dai chetoni
Clima collaborativo (perchè son più grandi? perchè è la terza ora anzichè l'ultima?)
Metodica utilizzata: saggio di Fehling e saggio di Tollens, talmente rodate da essere quasi banali
Materiale utilizzato: glucosio al posto dell'aldeide e acetone
Bagno d'acqua calda: ma la fiamma è subito spenta per evitare l'incendio dell'acetone e la temperatura ambiente supera di poco i 17 gradi
Sembra anomalo che l'acetone non si mescoli assolutamente con la soluzione del reattivo
Risultato nei diversi gruppi: precipitato di polvere nera e un solo specchio vagamente assomigliante allo specchio d'argento (pazienza, lo specchio è più bello a vedersi ma ci facciamo bastare la polvere nera), colorazione che a volte anzichè arancione appare verde o marrone
Anche stavolta qualche ombra
Prima di dichiarare ufficialmente questa come la settimana dei fallimenti aspetto l'esito del laboratorio di domani pomeriggio

martedì 25 novembre 2008
Laboratori

Comincia la classe seconda.
Protocollo: misurare 5 mL dell'alimento da analizzare, se liquido; frantumare 1 grammo di alimento, se solido, utilizzandoil mortaio e mettere in provetta.
Prima difficoltà: "Come si leggono 5 mL nel cilindro?"
Seconda difficoltà: "Il piatto della bilancia è tutto appiccicaticcio (nessuno ha pensato di usare carta da filtro o il vetro d'orologio)"
Terza difficoltà: "Adesso come faccio che ho tutto il burro sulle dita?(nel frattempo le dita sono appoggiate ovunque)
Aggiungere alle provette 5 mL di etere etilico, 5 mL di alcool etilico e 4 gocce di idrossido di sodio 1N (Il tutto sotto cappa. Ne abbiamo una sola: code infinite)
Lasciare riposare e osservare la formazione dell'anello di grasso galleggiante.
Stranezze riscontrate: perchè mai nel latte interone crudo dei distributori "direttamente dalla fattoria" la quantità di grasso presente è decisamente inferiore rispetto al pastorizzato scremato?
Ipotesi: la panna sale galleggiando nel serbatoio e il latte è prelevato da sotto.
Resta comunque un risultato anomalo e aggravato dall'identico riscontro fatto l'anno precedente.
Classe terza.
Tutti allegri e distratti in laboratorio.
E osservano straniti portaprovette e pozzetto con i campioni, non sapendo cosa fare perchè l'insegnante non è stato ascoltato che da pochi.
Là dove non arriva la fantasia arriva il "pressapochismo".
Così il nostro potassio anzichè di violetto, colora la fiamma di rosso (forse c'è rimasto il litio osservato prima).
Quando poi è la volta del sodio, tutto si uniforma ad un bel giallo brillante con buona pace del rame verde-azzurrino e del rosso scarlatto dello stronzio.
Entusiasmo esagerato per gli scintillini ottenuti con la polvere di ferro, osservazione dello spettro del sodio molto più apatica.
Chissà a quanti sarà chiaro perchè la fiamma si è colorata, ma l'importante è aver passato un'ora allegramente.

Infine classe quarta
Il Carburo di calcio mescolato all'acqua attira subito l'attenzione (vuoi vedere che riusciamo a realizzare una bomba in miniatura?), ma le briciole utilizzate ne scongiurano l'eventualità.
Facciamo gorgogliare il gas prodotto nella soluzione di permanganato di potassio: il viola diventa marrone.
Mettiamo poche gocce di fenolftaleina nella beuta e il contenuto si tinge di un bel fucsia acceso.
Nessuno che segna appunti: l'importante sono i colori cangianti.
L'odore caratteristico dell'acetilene mi riporta bambina nell'officina di mio papà, perchè se Proust il suo viaggio alla ricerca del tempo perduto lo faceva mangiando madeleines a merenda, io lo faccio con l'acetilene.
Per dimostrare che una sostanza diventa odore o profumo al di là della molecola in sè ma a seconda di quanto sa evocare, perchè è sempre il nostro cervello ad interpretare le sensazioni
lunedì 28 aprile 2008
Estrazione DNA

lunedì 31 marzo 2008
Mattinata di sangue

Titolo ad effetto, contenuto del post un po' meno.

Quest'anno non ho avuto alunni in svenimento o troppo schizzinosi, mentre chi estrae gli occhi o va alla ricerca del cervello, non manca mai.
Purtroppo la pulsazione non accenna a diminuire e, catastrofica come sono, non vorrei cominciasse ad andare in gangrena.
lunedì 10 marzo 2008
Sistematica

Questo perchè la loro insegnante è profondamente convinta che uscire dal liceo scientifico senza avere un'idea di quale sia la differenza tra una lucertola e una stella di mare, tra una conifera e una felce, tra una muffa e un lichene sia imperdonabile.
Così, quando abbiamo studiato i Protisti e si sono dovuti allevare per una settimana i Parameci l'hanno fatto con scrupolosa osservanza delle disposizioni date. Ripagati poi dal rotolare frenetico sul vetrino dei nostri ciliati.
Per oggi dovevano invece coltivare muffe e procurarsi ogni genere di vegetale.
Complice il tempo settembrino i campioni portati in laboratorio erano molto scarsi e va fatto un encomio speciale all'alunno che mi ha portato mezzo bosco, con terriccio e probabili vermi compresi.
Di significativo per tutti gli altri non c'era molto oppure sarà stata la "luna storta" dell'insegnante a non far apprezzare l'impegno.
Per lo meno hanno osservato le varipinte colorazioni delle muffe e toccato almeno una volta un muschio, una felce e strobili a diverso grado di maturazione.
Peccato per le primule, i narcisi, i ciclamini e i fiori di altre bulbose non meglio identificate che sono finiti sventrati alla ricerca di ovari, pistilli e gametofiti.
Con tutti i fiori che ci sono potevano però almeno per quelli essere un po' meno parchi.
Speriamo nell'altra classe seconda.
lunedì 18 febbraio 2008
Cocchi e Bacilli
- guanti troppo grandi, più di intralcio che di utilità
- sterilizzazione approssimativa
- dose di colorante stabilita a casaccio
- tempi di esposizione non rispettati
(oltre a pasticci vari quali colorante indelebile sul banco e sul camice, scottature non previste, vetrini in libera caduta nel beker)
Con premesse di questo genere ci si poteva aspettare un disastro.
E invece no!
I batteri a bastoncino colorati di viola erano numerosissimi (alcuni ancora vivi..speriamo non di ceppi patogeni) e i cocchi rosati formavano anche graziose catenelle.
Conclusione degli studenti: "Dopo quanto visto oggi, deve essere estremamente facile procedere alle preparazioni per la microscopia."
Facilità o semplicemente fortuna?