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sabato 11 giugno 2011

Eruzione

Quando la natura si fa spettacolo

Il 5 giugno, dopo un letargo di oltre 50 anni il vulcano Puyehue in Cile si è risvegliato.
Prima una serie di scosse sismiche, poi si è innalzata un’immensa, altissima colonna di fumo – si parla di circa 10 km- le cui ceneri hanno attraversato le Ande, giungendo fino all’Oceano Atlantico.
Oltre alla nube prodotta dall’eruzione, il cielo si è tinto d’azzurro e rosso, poi una serie di fulmini si è sprigionata nel cielo attraversando la colonna di fumo.






E quel che resta


martedì 31 maggio 2011

Tifeo

L'esame di Stato si avvicina

Continuano le simulazioni di terza prova

Continuano i commenti alle tracce proposte

"Ma non aveva altro da scrivere Ovidio?" "Ma dobbiamo fare anche la parafrasi?"

"La prossima volta vi metto direttamente la traccia in latino così sperimentate la pluridisciplinarità"

E in cuor loro pensando ai compagni di Alzano a cui sono toccata in sorte un unico altro commento "Poveri..."

Immensa sulle membra di un gigante si distende l'isola

di Trinacria: sotto il suo enorme peso tiene schiacciato

Tifeo, che aveva osato aspirare alle sedi dei celesti.

Lui, è vero, si agita dibattendosi per rialzarsi,

ma sopra la sua mano destra sta Peloro, vicino all'Ausonia,

sopra la sinistra tu, Pachino; Lilibeo gli preme le gambe,

sopra il capo gli grava l'Etna; e Tifeo riverso sul fondo

dalla bocca inferocito erutta lava e vomita fiamme.

Spesso si sforza di rimuovere la crosta che l'opprime

e di scrollarsi di dosso città e montagne:

allora trema la terra e persino il re dei morti teme

che il suolo si squarci, che una voragine ne riveli i segreti

e che la luce irrompendo semini tra le ombre terrore e caos.

Ovidio, Le Metamorfosi, Libro V



Il Candidato, utilizzando un massimo di 25 righe, delinei come il tentativo degli antichi di inserire in un unico quadro fenomeni geologici diversi sia quasi pienamente riuscito nella Tettonica delle Placche




lunedì 31 gennaio 2011

Trinitite


Rientrando dopo il corso di recupero in preparazione alla verifica per appurare se l'insufficienza del primo quadrimestre sia stata colmata o meno:
"Cosa posso far fare alla metà della classe non impegnata nella verifica?

Spiegare nuovi argomenti non è il caso, mostrare e commentare campioni di roccia è laborioso (andare in laboratorio, fare la scelta, trasportare chili, ritornare e mettere tutto a posto...meglio scendere in laboratorio con la classe) lasciar liberi gli studenti di ripassare altro è ledere il loro diritto a ricevere una lezione decente"

"Perchè non parli loro della trinitite? Leggevo giusto ieri alcune notizie curiose"
Così scopro che la trinitite, o atomite, è il nome dato al residuo vetroso formatosi nel deserto, vicino ad Alamogordo in Nuovo Messico, sul sito dell'esplosione avvenuta il 16 luglio 1945, del primo ordigno nucleare, chiamato in codice "Trinity" (Trinità) e basato sul plutonio.

Il vetro è costituito principalmente di silicio e di feldspato fusi dal calore generato dall'esplosione nucleare, è solitamente di colore verde chiaro, anche se in alcuni campioni si presenta di altri colori ed è leggermente radioattivo.

Ci sono oltre ai campioni verdi anche campioni neri per il ferro proveniente dalla torre metallica che sosteneva la bomba sopra la superficie del deserto, e campioni rossi per il rame proveniente dalla bomba stessa e dai cavi che la collegavano alla postazione di controllo e messa a fuoco.

Venduti ai collezionisti fino all'inizio degli anni '50 adesso è illegale raccoglierli e si rinvengono molti falsi, smascherabili con una spettrografia che identifica gli isotopi presenti

Nel 2005 è stato teorizzato da parte di Roberto Hermes, ricercatore del Los Alamos National Laboratory, e dal ricercatore indipendente William Strickfaden, che gran parte della trinitite si sia formata non dalla sabbia esposta al calore della palla di fuoco formata dall'esplosione nucleare ma da sabbia risucchiata all'interno della palla di fuoco e in seguito piovuta in forma liquida.

"Anzi puoi anche parlare dei test atomici in Algeria effettuati dai francesi anche dopo l'indipendenza, dell'effetto di rifrazione delle onde liberate dall'esplosione che ha determinato la rottura di vetri a enorme distanza, dell'effetto "fata Morgana"



Insomma una lezione di stramberie

sabato 22 gennaio 2011

Naica


Miniere di Naica, Messico, 300 metri di profondità

Che sono "Viaggio al centro della terra" di Verne e l''Icosameron" di Casanova rispetto alla realtà?

Perdersi in un enorme geode tra macrocristalli trasparenti di selenite alti anche dodici metri

Temperatura 50° umidità 100%

Troppa grazia, anche per questo inverno gelato


L'elevatissima umidità rende impossibili la traspirazione della pelle e la respirazione polmonare: si sopravvive per pochi minuti

Ma con tute e calzature dotate di sistemi refrigeranti e resistenti al contatto con la superficie dura e tagliente dei cristalli qualcosa si è riuscito a studiare

I macrocristalli si sono formati sott'acqua, in un punto dove le acque termali profonde, calde (52°C) e sature di solfuri venivano in contatto con acque esterne fredde e ricche di ossigeno, che si infiltravano naturalmente dall'esterno.

Lungo la superficie che separava queste due acque, che non potevano direttamente miscelarsi tra loro vista la differente (maggiore) densità di quelle profonde e mineralizzate, avveniva la "diffusione" dell'ossigeno nello strato inferiore con conseguente ossidazione degli ioni solfuro a solfato, che ne provocavano una lievissima sovrassaturazione rispetto al gesso e quindi una sua lentissima deposizione.

E in migliaia di anni i cristalli hanno potuto svilupparsi sino a dimensioni inusitate.

Infine, in tempi molto recenti la cavità è stata probabilmente svuotata accidentalmente in maniera naturale a seguito dell'abbassamento del livello freatico locale dovuto ai lavori minerari.




mercoledì 17 febbraio 2010

Abbiamo finito lo studio dell'astronomia e ci siamo chiesti:
"Che siamo noi di fronte alle Stelle?"
Cominciamo lo studio della geologia e ci chiediamo:
"Che siamo noi di fronte alla Terra?"






Sogno, e come un soffio
Attizza il fuoco della brace,
Il cuore mio luccica di un passato
Che non riesco a ricordare.
Come il fiammeggiar delle braci
Non è il fuoco, ma un segno di fuoco,
Io disperdo il tesoro vuoto
Del mio senso di me stesso.
Come la pioggia nel mare
Io mi dissolvo dentro a me.

Fernando Pessoa

venerdì 13 marzo 2009

Terremoti














Pian piano, tra mille interruzioni, il programma per l'esame procede.


Oggi è la volta dei terremoti.

Classe variegata: alcuni (non troppi) attenti, altri ti guardano e chissà cosa pensano, altri ancora, imperterriti, occupati in loro faccende private.

Cerchi di attirare l'attenzione parlando di ponti crollati il giorno dell'inaugurazione per spiegare l'effetto risonanza, di test nucleari localizzati grazie ai tracciati sismici, ti colleghi a siti che in tempo reale ti informano di sismi in Italia e nel mondo (l'ultimo segnalato per l'Italia settentrionale nella provincia di Udine con magnitudo 2,4 il giorno 12 marzo), mostri animazioni di faglie dirette e inverse ma nulla.
Un leggero sopore sembra invadere l'aula e quasi riesce anche a contagiarti.
Ma ecco ad un tratto l'attenzione si ridesta, quasi un vento di caduta violento abbia sollevato quei giunchi piegati a terra.
Sto semplicemente mostrando l'immagine di uno dei primi sismografi ed ecco l'intervento:
"Ma quello è il suo simbolo in facebook..ecco cos'era quella stranezza"

Già, svelato l'arcano (nessuno che se lo sia chiesto prima) e anche il meccanismo di funzionamento con le sfere d'oro che cascano dalla bocca del drago.

Le famose sfere del drago di Dragoon Ball.

La campanella ci salva dal riassunto dell'ultima puntata del cartone animato.


martedì 10 febbraio 2009

Il selciato dei giganti

Stamane abbiamo terminato la trattazione delle rocce magmatiche ma la campanella impietosa mi ha impedito di arricchire la lezione con le particolarità che la rendono più memorizzabile.

Non ho così potuto ricordare il selciato dei giganti.

Si trova nell'Irlanda del Nord, nella conta di Antrim, dove sono presenti migliaia di colonne di pietra che formano un allineamento di 275 metri sulla costa e 150 metri in mare.
La loro altezza generalmente non supera i 6 metri, ma in alcune località raggiunge i 12 metri.

Ogni colonna ha forma di un parallelepipedo regolare, generalmente a base pentagonale o esagonale, con larghezza variabile tra i 38 e i 50 cm.

Circa 50 milioni di anni fa, buona parte dell'Irlanda del Nord e della Scozia occidentale furono soggette ad una prolungata e intensa attività vulcanica della crosta terrestre.
La lava ricoprì larga parte di questi territori submarini per spessori di centinaia di metri.
L'improvviso raffreddamento del magma a contatto con l'acqua diede luogo a un processo di contrazione, che creò dei
poligoni di basalto regolari.
In alcuni casi le "testate" dei basalti colonnari non sono piane e lisce, ma possiedono delle conformazioni vetrose (vulcaniti) chiamate "pillows" (cuscini), che rendono la superficie ruvida e che nel tempo vengono eliminati dalla forza demolitricie del mare e degli agenti atmosferici.
In questo modo, sui fondali marini si sono formate le colonne basaltiche, poi emerse, che possono apparire come manufatti dell'uomo.
Infatti, questa distesa di colonne di pietra può venire facilmente scambiata per una strada lastricata, ed è per questo che v
iene chiamata "Giant's Causeway", strada dei giganti.

Narra la leggenda che ....



La grotta di FinGal, in Scozia, in una stampa del 1800

...nei tempi passati Finn MacCool, fiero difensore dell'Irlanda dalle invasioni nemiche, raffigurato nell’iconografia tradizionale con le fattezze di un gigante, iniziasse ad infiggere nel mare migliaia di pali di pietra per formare una strada lastricata che gli permettesse di raggiungere l’isola di Staffa, in Scozia, dove in una grotta viveva il gigante rivale Fin Gall, per sfidarlo a duello ed ucciderlo.
Terminato il lavoro, per la stanchezza cadde profondamente addormento.

...mentre dormiva passò da quelle parti Finn Gall.....

La moglie, che ne vegliava il sonno, per difenderlo dalla furia del gigante nemico lo coprì con una coperta, e, interrogata, rispose che si trattava non di lui, ma del piccolo figlio Ossian.
A questa risposta, Finn Gall rimase profondamente terrorizzato pensando quale doveva essere la grandezza di Finn MacCool se suo figlio, ancora giovane, possedeva già quella gigantesca corporatura.
Al che, ritenendo di rimanere sicur
amente ucciso accettando il duello, tornò precipitosamente in Scozia, distruggendo la lunga distesa di pali di pietra per non essere mai raggiunto.

Un'altra leggenda racconta invece che Finn MacCool costruì il sentiero di pietra per raggiungere un'isola delle Ebridi, dove viveva una meravigliosa fanciulla di cui si era perdutamente innamorato .

Tra le due preferisco la prima e se non sono riuscita a raccontarla oggi, la racconterò quando studieremo nei dettagli i fenomeni vulcanici



lunedì 19 maggio 2008

Tragedie ricorrenti

Il nostro pianeta è instabile e prova ne sono le attività vulcaniche o sismiche che funestano diverse regioni del mondo, come succede ad esempio in questi giorni.


La mitologia indù descrive i pilastri della terra come otto possenti elefanti, quando uno di loro si stanca, abbassa e scuote la testa, causando in questo modo un terremoto.


Oppure per la tradizione giapponese i terremoti sono scatenati da un gigantesco pesce gatto, Namazu, che vive sotto terra, nel fango. Lo controlla il dio Kashima, ma se il dio si distrae il pesce gatto si scatena


Anche le dinamiche atmosferiche possono portare a inondazioni e catastrofi, indipendentemente da "l'effetto serra" che si cita sempre.


Infatti scorrendo miti e leggende si scopre quanto anche in un passato lontano e non industrializzato tali fenomeni dovessero essere frequenti.


Raccontano gli Apache, di essere giunti sulla terra dal Pozzo di Moctezuma, Ahagaskiaywa.


"E' un lago senza fondo e di sotto l'acqua si sparge dappertutto. Molti anni fa non c'era l'acqua nel pozzo e la gente viveva sotto, nella terra, ed era una buona vita. Ma venne un cattivo capo che maltrattò la figlia. La figlia divenne matta e maledisse tutta la gente. Il capo sapeva che sarebbe morto presto e che sarebbe venuta una grande inondazione, e allora ordinò che il suo cuore venisse seppellito sotto molta terra.


Così venne fatto e sulla terra del cuore il grano crebbe altissimo, fino a raggiungere la bocca del pozzo: quando venne la grande inondazione, la gente e gli animali poterono quindi arrampicarsi sul grano e mettersi in salvo.


Dopo molti anni ci fu un'altra inondazione e questa volta si salvarono solo una bimba e un picchio. I genitori avevano messo la bimba in una botte, che galleggiò per quaranta giorni e quaranta notti, e il picchio fece un buco nel legno perchè la bimba potesse respirare. Quando l'acqua se ne andò, la bimba venne fuori dalla botte.


Era la prima Donna e gli Apache discendono da lei"


Per le tribù chippewa un topolino rosicchiando la pelle di una sacca di cuoio nella quale era racchiuso tutto il calore del sole, fece sciogliere tutto il ghiaccio e la neve del mondo, provocando un'alluvione gigantesca


E nella letteratura troviamo altre testimonianze di quella che è normalità: Macondo nella foresta colombiana è completamente distrutto dalle acque (Cent'anni di solitudine di G. G. Marquez).


L'uomo del passato ha trasformato in mito lo scatenarsi della natura, cercando per questa furia una spiegazione, seppur fantastica, ma nello stesso tempo accettandola.

L'uomo di oggi tante spiegazioni le ha trovate, ha solo dimenticato come accettarle.



sabato 19 aprile 2008

Fondali culinari


Partenza da casa con programma di battaglia.

Irruzione dal Dirigente per salvare quanto più possibile.

Successo parziale, ma pur sempre successo a fronte di una sconfitta su tutta la linea.

Quindi lezioni all'insegna della dolcezza (sicuramente non colta dagli studenti).

Oggi nella classe quinta il programma prevedeva la spiegazione della struttura dei fondali oceanici, il meccanismo della loro espansione, il collegamento tra deriva dei continenti di Wegener e teoria della tettonica delle placche.

I ragazzi reduci da tre ore di insegnante di matematica e fisica praticamente distrutti in una classe già decimata dagli open day.

Comprensibile che alle 12.20 cominciassero a perdere il filo del discorso e non riuscissero a focalizzare l'andamento serpeggiante di una dorsale.

Ricorrere alla spina dorsale disarticolata li portava solo a pensieri macabri.

Guizzo di fantasia: pensiamo ad un bel salame di cioccolato, tagliamolo a fette e con una leggera spinta di dita spostiamo dalla linea orizzontale un poco sempre più a destra ciascuna delle fette.

Disposto su un piatto di portata si presenta sicuramente meglio che un cilindro compatto.

Se poi ne guarniamo la parte centrale con della panna montata prima del dislocamento, ecco ricreata anche la rift valley eruttante lava, fiocchi di panna allontanati dalle eruzioni lineari della dorsale.

Dorsale che come un sufflée appena tolto dal forno collassa nella parte centrale non più sostenuta dal calore sottostante, si incide a lasciar fuoriuscire la panna montata.

L'ora non era forse la più adatta per usare questi esempi con studenti che a colazione, quando va bene, introducono il 5% del fabbisogno calorico giornaliero, però si sono svegliati.

Spero che abbiano anche capito qualcosa.

lunedì 17 marzo 2008

Riconoscimento rocce




Da poco abbiamo concluso in quinta lo studio delle rocce, con la descrizione delle loro caratteristiche fondamentali e, in laboratorio, l'osservazione degli aspetti più significativi.

Oggi siamo tornati in laboratorio: ho affidato a ciscun alunno un campione.

Si doveva procedere al riconoscimento, descrivendo su un foglio da consegnare come e perchè si era arrivati ad identificare la roccia.

Dopo un primo sbandamento (ma profe sono tutte uguali), vedendo con quale impegno e entusiasmo gli studenti si sono "lanciati" nell'impresa, felici di essere la classe-cavia di questo nuovo tipo di verifica, mi sono pentita di non averlo fatto anche l'anno scorso, quando abbiamo studiato i tessuti e osservato i vetrini al microscopio (me ne ricorderò per la prossima quarta).

Nel complesso, la prova è stata positiva: soltanto in tre non sono stati sufficienti.

Hanno ragione le mie colleghe: col procedere dell'età sto diventando troppo buona.