sabato 28 agosto 2010

Russia III


Aeroporto di San Pietroburgo: sarà l’orario, ma sembra di atterrare in mezzo alla steppa. Asfaltata giusto la pista, il resto campi incolti.

Un solo aereo oltre il nostro in lontananza

Sale d’attesa deserte

Bagni da hotel a quattro stelle (nostri, non russi perchè c’è una certa differenza)

Solo all’uscita l’ambiente si anima

Nel ritorno partiremo da Mosca: aeroporto Domodedovo

Mezzo costruito e mezzo no. Secondo la nostra guida perchè il proprietario non è amico del Presidente e quindi non riceve fondi statali. Appena si convincesse a vendere la struttura questa verrebbe ultimata in tempi brevissimi. Ma il proprietario è testardo e non vende

Sale d’attesa gremite al punto che se funziona l’aria condizionata non si avverte.

Persone accatastate alla rinfusa che trovano posto sedute sui pavimenti

Chiedi un’informazione: ti rispondono ovviamente in russo. Ovviamente non capisci. Ovviamente la signora, un po’ seccata (la gentilezza non è il forte delle donne russe), ripete in russo tre volte la stessa frase.

E’ vero che ho una certa predisposizione allo studio delle lingue straniere (si leggano i post relativi alle mie lezioni di inglese) ma immaginare che se non ho capito la prima volta alla terza ripetizione capisca mi sembra eccessivo. Per fortuna esiste anche la comunicazione non verbale decisamente più universale

Non mi sfiora neppure l’idea di effettuare il confronto con i bagni dell’altro aereoporto.

Una notazione a parte relativa alle aeromobili.

Se le galline fossero animali pensanti, quando viaggiano stipate nelle batterie, in particolare nel momento del pranzo quando è permesso loro solo di muovere la testa e beccare, capisco benissimo cosa potrebbero pensare

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