Serata del martedì dedicata al teatro.
Questa settimana è in scena " Il catalogo" di J.C. Carrière con Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari.
La volta scorsa, pur riconoscendo la bravura di Albertazzi e delle ballerine che animavano le scene, la ricostruzione della figura di Picasso e di alcuni momenti della sua vita non ha fatto che confermare quanto già avevo in mente dell'artista.
Probabilmente frutto di ignoranza artistica e pregiudizio, però i suoi quadri non mi sono mai piaciuti e nemmeno lui.
Completamente diversa la rappresentazione di ieri.
Leggo quanto riportato sul foglietto che viene distribuito
Leggo quanto riportato nelle diverse recensioni
Mah!
Non riesco a dare quella interpretazione
Il catalogo, che poi è la raccolta delle annotazioni relative alle conquiste passeggere di un Don Giovanni smemorato, è di una meschinità estrema.
Ma è meschilo lui, il protagonista, urtante anche solo vederlo camminare per casa, vederlo recuperare fiori dalla spazzatura, sentirlo parlare seminando imprecazioni , cogliere come per lui gli altri, tutti gli altri siano solo un contorno da mandare a quel paese appena di intralcio.
Una visione della vita squallida
Che dire poi della pazza furiosa che gli si piazza in casa, invadente e destabilizzante, della quale solo a fatica e non sempre si capisce se dica la verità o menta.
Sciatta e vuota, pigra allo spasimo, apparentemente fragile ma assoluta vincitrice: la casa, vuota, resterà a lei. Lei resterà perfettamente lucida nel suo obiettivo egoista, sarà l'altro a rompere i suoi canoni esistenziali, ad uscirne completamente distrutto.
Stavolta il pubblico non si alza e scappava via.
Però gli applausi non sono particolarmente calorosi
Magari deve riprendersi dallo shock. Rido da sola alla mia battuta
Mi dico: "No, forse qualcuno si sentirà specchiato in quell'angoscia sottolineata dal ritmo dettato da scene di venti minuti ciascuna, ma la realtà non è questa"
Il mondo è molto più sereno, gli ideali non sono morti
Nessun commento:
Posta un commento