Rotte da tetro raggio le tenèbre
Cingeano il genitor che si giacea
Agonizzando sul letto funèbre
E i moribondi sguardi al ciel volgea.
E in me che dal sudor freddo tergea
Sua smorta fronte affisso le palpèbre,
E aprì le labbra, e addio dir mi volea....
Ma un Ahi sol trasse dall'ime latebre.
Poi mie querele udendo lacrimose
Deh basti! disse, e alla mal ferma palma
Appoggiò il capo, tacque, e si nascose.
E anch'io pur tacqui.... ma spirata l'alma
Cessò il silenzio, e alle strida pietose
La notturna gemea terribil calma.
U Foscolo
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