Sempre più abbondante, sempre più sepolti.
Aspetto positivo: non essere obbligati ad uscire di casa
Aspetti negativi: talmente tanti che non so da che parte iniziare.
Cena saltata, verifiche di recupero saltate, spettacolo di fine anno saltato, nervosismo acuto nei confronti di chi anzichè pulire lo scivolo del garage parte per salire sul Misma, nervosismo sempre più acuto per chi rientrando allaga ovunque e riempie la lavanderia di vestiti, doposci, guanti e altro non ben identificato, si infila in bagno e lo devasta
Ore nove: apro la finestra che dà sul giardino
Stimo l'altezza della neve ad occhio: saranno almeno cinquanta centimetri.
Due o tre passeri zampettano e appena faccio rumore si allontanano.
Una macchia nera resta invece nella neve: sbatte le ali ma non riesce ad alzarsi
Aspetto due o tre minuti
Non si alza proprio.
Ma così rischia di morire congelato.
Ancora un minuto di titubanza ma poi decido
Scendo a procurarmi degli stivali e mi immergo nella neve
A fatica intuisco i gradini per salire correndo anche il rischio di finire a terra
Mi avvicino sprofondando ma non si sta più muovendo
Lo raccolgo e non è ancora rigido ma non si muove
Lo porto in casa e comincio a strofinare quel piccolo corpo che pare sussulti un poco
Gli alito il fiato caldo addosso, provo a sentire se il cuore batte, lo avvolgo piano nella lana
Gli occhietti neri sembrano fissarti ma gli artigli non si distendono
Il cuore non batte, non c'è più nessun movimento
Dalla zampa sembra uscire del sangue, sarà stata la neve a lacerare quella pelle delicata
Aspetto un poco: nulla
Lo lascio al caldo e dopo un po' torno a controllare: nulla
E' proprio morto.
Aspetto positivo: non essere obbligati ad uscire di casa
Aspetti negativi: talmente tanti che non so da che parte iniziare.
Cena saltata, verifiche di recupero saltate, spettacolo di fine anno saltato, nervosismo acuto nei confronti di chi anzichè pulire lo scivolo del garage parte per salire sul Misma, nervosismo sempre più acuto per chi rientrando allaga ovunque e riempie la lavanderia di vestiti, doposci, guanti e altro non ben identificato, si infila in bagno e lo devasta
Ore nove: apro la finestra che dà sul giardino
Stimo l'altezza della neve ad occhio: saranno almeno cinquanta centimetri.
Due o tre passeri zampettano e appena faccio rumore si allontanano.
Una macchia nera resta invece nella neve: sbatte le ali ma non riesce ad alzarsi
Aspetto due o tre minuti
Non si alza proprio.
Ma così rischia di morire congelato.
Ancora un minuto di titubanza ma poi decido
Scendo a procurarmi degli stivali e mi immergo nella neve
A fatica intuisco i gradini per salire correndo anche il rischio di finire a terra
Mi avvicino sprofondando ma non si sta più muovendo
Lo raccolgo e non è ancora rigido ma non si muove
Lo porto in casa e comincio a strofinare quel piccolo corpo che pare sussulti un poco
Gli alito il fiato caldo addosso, provo a sentire se il cuore batte, lo avvolgo piano nella lana
Gli occhietti neri sembrano fissarti ma gli artigli non si distendono
Il cuore non batte, non c'è più nessun movimento
Dalla zampa sembra uscire del sangue, sarà stata la neve a lacerare quella pelle delicata
Aspetto un poco: nulla
Lo lascio al caldo e dopo un po' torno a controllare: nulla
E' proprio morto.
Sicuramente sarebbe morto lo stesso ma dal profondo del cuore odio la neve che mi circonda
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