Ciò perchè le informazioni da fornire, le risposte alle numerose domande, le "normali" divagazioni dell'insegnante che si perde nell'intreccio dei suoi pensieri estendono a dismisura i tempi necessari per esaurire un argomento.
L'arrivo poi al cardiocircolatorio sembra un'immensa palude: in una lezione non si è conclusa nemmeno la trattazione delle ischemie cardiache.
Nessuna possibilità di divagare anche nel mondo della poesia, ma almeno qui si può.
Nazim Hikmet – "Angina pectoris"
Se qui c'è la metà del mio cuore, dottore,
l'altra metà sta in Cina
nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.
E poi ogni mattina, dottore,
ogni mattina all'alba
il mio cuore lo fucilano in Grecia.
E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno
quando gli ultimi passi si allontanano
dall'infermeria
il mio cuore se ne va, dottore,
se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul.
E poi sono dieci anni, dottore,
che non ho niente in mano da offrire al mio popolo
niente altro che una mela
una mela rossa, il mio cuore.
È per tutto questo, dottore,
e non per l'arteriosclerosi, per la nicotina, per la prigione,
che ho quest'angina pectoris.
Guardo la notte attraverso le sbarre
e malgrado tutti questi muri
che mi pesano sul petto
il mio cuore batte con la stella più lontana.
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