mercoledì 28 marzo 2012

Venezia II

Pausa pranzo.
Non scelgo il primo che più mi attira: per ospitalità non mi sembra delicato mangiare del maiale accuratamente evitato dai colleghi
Poichè non bastava la stentatissima mia conversazione con i turchi, il prof che mi accompagna coinvolge anche le persone del tavolo accanto impegnate nel progetto Comenius, giusto per mescolare inglese, tedesco, italiano,  francese e turco
Usciamo
La collega vorrebbe portare un regalo alla mamma in Turchia: comincia la peregrinazione nei negozi. 
Le sto accanto ma la mia presenza non le è di aiuto. 
Continuo a scuotere la testa e a ripetere "expensive, expensive..."
Risultato: ad un certo punto sparisce e quando torna è carica di borse e pacchetti

E avviene il miracolo
Perchè mai assilare gli ospiti con tabelle di marcia estenuanti?
Perchè mai pretendere a tutti i costi che la visita a Venezia sia un concentrato di apprendimento culturale forzato?
Perchè aspettarsi ritmi che noi ci lamentiamo essere sempre troppo frenetici salvo poi imporli agli altri?
Perchè voler a tutti i costi imbrigliare quella che sembra un'anarchia incontrollabile che non ci farà comunque perdere nessun alunno?

Così mi adeguo
Camminiamo tranquilli verso il vaporetto, giochiamo a farci foto a vicenda, respiriamo sereni l'aria primaverile, osserviamo gli isolotti , le chiese, la scia lasciata dal natante scorrerci accanto.


Prima di salire in autobus accompagno due di loro a prendere un caffè
Nello squallore più assoluto della zona che circonda il Tronchetto troviamo persino una panchina su cui sederci e parlare un poco. (quel che il mio inglese permette)

Il collega mi richiama all'ordine. Saremo a duecento metri di distanza eppure mi manda sms al telefono perchè mi affretti, perchè stanno aspettando solo noi, perchè l'autobus deve partire

Lentamente ci avviciniamo

mercoledì 21 marzo 2012

Venezia I

Settimana di interscambi a scuola
Ben quattro le classi coinvolte
Gli alunni della mia terza ospitano studenti turchi, in particolare di Antalya
Gli insegnanti, tre con l'aggiunta del preside, vengono invece seguiti dall'intero Consiglio di Classe
Il mio piccolo contributo è accompagnare tutti per una visita a Venezia assieme al collega di fisica
Partenza verso le sei e mezza, rientro previsto per le nove
Benchè assonnata, l'esame dei tre colleghi, due maschi e una femmina tutti più giovani di me, smonta immediatamente qualsiasi timore-pregiudizio avessi mai avuto nei loro confronti. 
Più severo, quasi arcigno, decisamente più anziano, probabilmente isolato dalla barriera linguistica, solo il Preside
Inizia il viaggio. 
Mi rendo subito conto, ma lo sapevo già, che tre anni di corso di inglese colpevolmente seguito con poca applicazione, non permette una comunicazione non dico fluente ma nemmeno essenziale con i nostri ospiti.
Quindi me ne sto nel mio cantuccio a cercare di capire quanto il mio troppo prolisso collega di fisica racconta in inglese
Malignamente penso che la mia preparazione è sufficiente per cogliere i numerosi strafalcioni che inserisce nei discorsi ma gli riconosco tutto il coraggio e la voglia di comunicare che lo rende entusiasta e felice
I lavori sull'autostrada ci fanno passare a passo d'uomo nei pressi di Solferino.


Così imparo che la mezza luna che sostituisce la nostra croce nella bandiera della Croce Rossa è nata dal racconto di come il tantissimo sangue versato (perdo il riferimento in quale guerra sia successo) facesse specchiare di notte la luna
In perfetto ritardo arriviamo a Venezia: la guida ci attende in Piazza San Marco
Dovremmo coprire il percorso in venticinque minuti per essere puntuali all'appuntamento, ne impiegheremo all'incirca ottanta
Inizia la sfiancante missione di controllare che il gruppo di una cinquantina di persone non si disperda tra ponti e calle, non si blocchi davanti ad ogni bancarella, non si fermi ogni tre passi (tre di numero) a scattare fotografie, a farsi scattare fotografie, a scambiarsi macchine fotografiche.
E' un continuo, estenuante ripetere di procedere, di non continuare a fermarsi.
Basta il tono e lo sguardo, non è necessario la lingua per comunicare avvolta in una nuvola perenne di fumo (i turchi fumano veramente come dei "turchi")
La collega si lamenta che ha mal di gola, e io penso "provare a fumare un po' di meno?"
I ragazzi si lamentano che andiamo troppo veloci, e io penso "con questa lena come hanno potuto gli antichi ottomani conquistare tante terre?"
Raggiungiamo l'apice del nervosismo nel momento in cui addirittura sparisce un insegnante, che raggiunto al telefono dal collega ci informa che si sta spostando in maniera autonoma e ci raggiungerà in Piazza San Marco per il pranzo
Finalmente troviamo la nostra guida che in totale stanno a seguire in cinque o sei e infine decide di descrivere l'interno della Basilica in forma privata soltanto a me quando parla in italiano, soltanto a Mustafà, il collega di inglese, quando parla in quest'altra lingua.
Mi diverte che mi avverta che non sono proprio equivalenti le cose che racconta
"Non posso certo calcare la mano sullo spoglio di Costantinopoli per giustificare tutto l'oro che rappresenta i cieli e tutto il marmo che rappresenta la terra, nè tanto meno dir loro che la corrispondente Basilica di Santa Sofia sia stata completamente rovinata dai loro antenati"


continua

Equinozio

lunedì 19 marzo 2012

Grigio

L'aria gelata spinge sulla campagna circostante la nebbia verso di me.
Avanza rotolando su se stessa e inesorabile inghiotte l'orizzonte, le case, gli alberi via via più vicini
Nel giardino, a casa,  è già tutto fiorito, le annuali, l'albicocco, il pruno e persino il pesco.

Qui i boccioli della magnolia non osano affrontare il mondo, almeno non ancora e i petali cercano riparo accatastati uno sull'altro


Cammino sulla battigia di una spiaggia quasi deserta.
Rumoroso il mare avanza come la nebbia, il grigio si rompe nei frangenti bianchi, poi l' acqua arretra.
Incurante del salire del mare e del mio arrivo,  un gabbiano rovista col becco tra la sabbia, un po' saltella, poi solleva le zampe e si fa trascinare avanti e indietro, cullato dalle onde

Le protezioni messe per salvare la spiaggia dall'azione erosiva violenta del mare invernale richiamano le distese dei cimiteri militari


Nel grigiore diffuso che mi circonda infatti più che in marzo sembra essere a novembre

mercoledì 14 marzo 2012

Peter Rice

"Carneade! Chi era costui?" ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l'imbasciata. "Carneade! questo nome mi par bene d'averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?".

Più che il nome alcune opere




La domanda: "Perchè si conosce il nome dell'architetto e non quello dell'ingegnere?"
Eppure le soluzioni tecniche del secondo permettono la realizzazione pratica di ciò che il primo abbozza
Eppure senza la scienza del secondo resterebbero sogni gli schizzi del primo

La lezione di oggi centrata sulla traduzione in italiano effettuata dall'arch. Attilio Pizzigoni del suo An Engineer Imagines, ci ha permesso una riflessione di ampio respiro culturale
Significato dei termini ingegnere e architetto, dall'antica Grecia a noi, significato dei termini nelle diverse nazioni, arte=tèchne diversa dalla poietikes, arte come "il fare", dettagli tecnici necessari alla stabilità di un'opera che diventano elementi decorativi, spunti filosofici dell'ultimo periodo di vita di Rice, morto relativamente giovane (mentalmente faccio il calcolo rispetto alla mia età) e persino la lettura della poesia di commiato alla vita che scrisse e che commuove il nostro relatore

Pochi i ragazzi presenti e un po' spiazzati da un interveno così diverso dai precedenti
Eppure le travi Gerber potranno un giorno servir loro se manterranno il proposito di diventare ingegneri

venerdì 9 marzo 2012

Cercavo il cielo. 
Ho trovato Ungaretti




Agonia

Morire come le allodole assetate
sul miraggio 

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia 

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato




Dove la luce

Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.

Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.

L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo 



Fase d'oriente

Nel molle giro di un sorriso
ci sentiamo legare da un turbine
di germogli di desiderio 

Ci vendemmia il sole 

Chiudiamo gli occhi
per vedere nuotare in un lago
infinite promesse 

Ci rinveniamo a marcare la terra
con questo corpo 
che ora troppo ci pesa

Cielo di Marzo



Anche la persona più sbadata non può non essersene accorta.

Basta sollevare lo sguardo e lo spettacolo è lì che ci attende

Per aiutare a distinguere i diversi pianeti è utile la lettura della pagina "Le Notti dei Pianeti"

mercoledì 7 marzo 2012

Supporto Buongiorno

E' un indirizzo che dovrò passare al collega che si occupa della gestione della rete a scuola, perennemente assalito da noi docenti alle prese con il funzionamento dei pc presenti nelle aule

Estremamente paziente, l'ho visto poche volte innervosirsi anche di fronte alle richieste più strampalate

Poichè tutto ha un limite non so se solo per spaventarci o perchè veramente determinato ha dichiarato chiederà trasferimento per l'anno prossimo, così finalmente ci arrangeremo.







Diventeremo così i nuovi clienti del Supporto Buongiorno

Il catalogo


Serata del martedì dedicata al teatro.
Questa settimana è in scena " Il catalogo" di J.C. Carrière con Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari.

La volta scorsa, pur riconoscendo la bravura di Albertazzi e delle ballerine che animavano le scene, la ricostruzione della figura di Picasso e di alcuni momenti della sua vita non ha fatto che confermare quanto già avevo in mente dell'artista.
Probabilmente frutto di ignoranza artistica e pregiudizio, però i suoi quadri non mi sono mai piaciuti e nemmeno lui.

Completamente diversa la rappresentazione di ieri.
Leggo quanto riportato sul foglietto che viene distribuito
Leggo quanto riportato nelle diverse recensioni 
Mah!
Non riesco a dare quella interpretazione

Il catalogo, che poi è la raccolta delle annotazioni relative alle conquiste passeggere di un Don Giovanni smemorato, è di una meschinità estrema. 
Ma è meschilo lui, il protagonista, urtante anche solo vederlo camminare per casa, vederlo recuperare fiori dalla spazzatura, sentirlo parlare seminando imprecazioni , cogliere come per lui gli altri, tutti gli altri siano solo un contorno da mandare a quel paese appena di intralcio. 
Una visione della vita squallida
Che dire poi della pazza furiosa che gli si piazza in casa, invadente e destabilizzante, della quale solo a fatica e non sempre si capisce se dica la verità o menta. 
Sciatta e vuota, pigra allo spasimo, apparentemente fragile ma assoluta vincitrice: la casa, vuota, resterà a lei. Lei resterà perfettamente lucida nel suo obiettivo egoista, sarà l'altro a rompere i suoi canoni esistenziali, ad uscirne completamente distrutto.

Stavolta il pubblico non si alza e scappava via. 
Però gli applausi non sono particolarmente calorosi
Magari deve riprendersi dallo shock. Rido da sola alla mia battuta

Mi dico: "No, forse qualcuno si sentirà specchiato in quell'angoscia sottolineata dal ritmo dettato da scene di venti minuti ciascuna, ma la realtà non è questa"

Il mondo è molto più sereno, gli ideali non sono morti

domenica 4 marzo 2012

Castel del Monte

Freddo e vento.
In cima alla collina non c'è nulla che possa servire da riparo.
La ragazza che controlla l'entrata, stacca i due biglietti. 
La cassetta è vuota, non tiene soldi di scorta e nessuno ci ha preceduto. Appena pagato richiude lo sportello per starsene tranquilla nel suo bugigattolo
Nella prima sala mi fermo un poco a leggere i tabelloni, la complicatissima genealogia di Federico II.


Salgo le scale e una dopo l'altra attraverso le sale. Dalle finestre lontanissima la pianura.
Immagino il freddo invernale. I camini, o quel che di essi rimane, si slanciano verso l'alto ma mi sembrano troppo piccoli per riscaldare adeguatamente
Gioco a fare il soldato di guardia nelle nichie poste ai lati della porta finestra da cui si accede su un balconcino
Del tutto impreparata sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista storico lascio sfumare e perdersi nel nulla tutti i segnali che le fredde pietre mandano.

Rientrata cerco un po' di notizie.


Mi arrabbio con me stessa per non averle cercate prima ed essere passata in quel luogo senza la minima consapevolezza
Semmai ritornassi in Puglia è obbligatorio rifaccia la visita


sabato 3 marzo 2012

Laboratorio

Talvolta si riesce a ritagliare un'ora per scendere in laboratorio almeno a verificare quanto appreso a livello teorico.
Questa settimana e la prossima verificheremo con gli alunni di terza l'effettiva influenza di diversi fattori sulla velocità di reazione.
Semplicissima la reazione da svolgere: osservare la decolorazione del permanganato in presenza di acido ossalico, con e senza catalizzatore, a temperatra ambiente e ad altri due valori di temperatura più elevata.
Descrivo la procedura nei minimi dettagli.
Qualcuno prende appunti, tanti si fidano della propria memoria.
Sbagliano quelli che hanno preso appunti, non riporto quanti pasticci riescono a combinare gli altri.
Mescolamento dei reattivi nella provetta utilizzando il termometro.
Contenuto della provetta sparpagliato sul tavolo perchè la delicatezza è tale che il termometro sfonda la provetta.
"Eppure vi avevo avvertito..."
"Ma profe la colpa non è nostra. Hanno utilizzato materiale scadente per realizzare la provetta. Appena toccata si è rotta"
Un secondo gruppo conferma: "Si è rotta anche a noi. E' proprio il materiale"
Oppure è il solo pensiero che le rompe.
Procediamo e si raccolgono i dati.
"Ma profe a noi vengono tempi di reazione minori quando la temperatura è maggiore"
"Riportate il vostro risultato e nelle conclusioni avanzate ipotesi sul perchè siano in contrasto con la teoria"
"Ma profe, non possiamo fare come tutti gli scienziati e modificare i dati in modo che coincidano con l'atteso?"


Ho creato dei mostri

giovedì 1 marzo 2012

Consigli di Classe

Anticipati rispetto agli anni precedenti.
Dovendo comunicare i risultati dei corsi di recupero tenuti a cavallo tra la fine del primo trimestre e l'inizio del pentamestre, l'informazione è stata più sollecita.
Dovendo affrontare le nuove problematiche emerse i tempi sono così ristretti che non è emerso un bel nulla
Rimane la sensazione che uno strato di melma sempre più spesso ricopra steli d'erba che ormai nessuno nemmeno intravvede. 
Se ci sono problemi si dichiara apertamente che non ce ne sono: il quieto vivere o la rassegnazione?

Frammenti di discussione:
"Voglio che il Consiglio di Classe prenda posizione relativamente ai permessi che con tanta leggerezza la Dirigenza accorda. Non è possibile che cinque ragazzi lascino la mia lezione un quarto d'ora prima con la scusa dei mezzi di trasporto. Quando ci si iscrive nella NOSTRA SCUOLA se ne accettano gli orari. Se questi non sono compatibili con il raggiungimento della propria abitazione, ci si iscrive altrove"
Un collega mi sussurra "...E  questi periferici paesani potrebbero anche cambiare la loro residenza se tanto a cuore hanno la loro scuola"
E' il tentativo con un tocco di ironia di sdrammatizzare una situazione che rischia di diventare ingestibile non ancora per i contenuti bensì per il tono indisponente usato, un misto tra l'acido e il velenoso

"Voglio che il Consiglio di Classe dichiari con molta decissione che questa è una classe di maleducati, di distratti, di lavativi"
Il Coordinatore fa un rapido sondaggio: tra i presenti nessuno mette in evidenza le stesse osservazioni
Tentativo di conciliazione "Se vuoi possiamo mettere a verbale che queste sono le tue osservazioni, il Consiglio può esprimere rammarico che ciò succeda nelle tue ore e invitare ad una maggior correttezza ma non può dichiarare ciò che nel resto delle discipline non succede"
"Certo, così sembrerà che io sono un pessimo insegnante mentre voi siete i bravi. Mi dispiace, non ci sto. Siete voi il danno della classe"

Riconosco la bravura del Coordinatore, la sua capacità di non perdere la calma


Storie di ordinaria follia di un pomeriggio a cavallo tra febbraio e marzo.

Quale allegria




Pian piano si svuota il palcoscenico dei miei vent'anni