lunedì 25 luglio 2011




Buone vacanze




venerdì 22 luglio 2011

Mirabilis


Petali fluorescenti nel mio giardino per attirar impollinatori notturni


Petali atti ad ingannar la vista

 
Panorama di colline con cielo molto nuvoloso.
Si osservi bene: abbiamo un oggetto illuminato (il campo, pieno di fiori di Crocifere) ed una sorgente (il cielo: non vi sono lampioni). 
Ebbene, un oggetto illuminato non può essere più luminoso della sorgente che lo illumina. 
Eppure, i fiori appaiono più brillanti del cielo.
Questo perchè il cielo nuvoloso irradia fortemente nell’UV, e sarebbe quindi più luminoso del terreno.
Però il nostro occhio non è sensibile all’UV e ci fa vedere il cielo scuro. 
Invece i fiori, che contengono abbondanti pigmenti gialli, sono fluorescenti, e trasformano una parte dell’irraggiamento UV in luce “visibile”. 
Per questo essi ci appaiono più luminosi del cielo, ma ciò è vero solo nello spettro ottico.

giovedì 21 luglio 2011

Hesse



Scritto sulla sabbia

Che il bello e l'incantevole
Siano solo un soffio e un brivido,
che il magnifico entusiasmante
amabile non duri:
nube, fiore, bolla di sapone,
fuoco d'artificio e riso di bambino,
sguardo di donna nel vetro di uno specchio,
e tante altre fantastiche cose,
che esse appena scoperte svaniscano,
solo il tempo di un momento
solo un aroma, un respiro di vento,
ahimè lo sappiamo con tristezza.
E ciò che dura e resta fisso
non ci è così intimamente caro:
pietra preziosa con gelido fuoco,
barra d'oro di pesante splendore;
le stelle stesse, innumerabili,
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi
- effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima.
No, il bello più profondo e degno dell'amore
pare incline a corrompersi,
è sempre vicino a morire,
e la cosa più bella, le note musicali,
che nel nascere già fuggono e trascorrono,
sono solo soffi, correnti, fughe
circondate d'aliti sommessi di tristezza
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore
si lasciano costringere, tenere;
nota dopo nota, appena battuta
già svanisce e se ne va.

Così il nostro cuore è consacrato

con fraterna fedeltà
a tutto ciò che fugge
e scorre,
alla vita,
non a ciò che è saldo e capace di durare.
Presto ci stanca ciò che permane,
rocce di un mondo di stelle e gioielli,
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
sospinte in eterno mutare.
Spose di un tempo, senza durata,
per cui la rugiada su un petalo di rosa,
per cui un battito d'ali d'uccello
il morire di un gioco di nuvole,
scintillio di neve, arcobaleno,
farfalla, già volati via,
per cui lo squillare di una risata,
che nel passare ci sfiora appena,
può voler dire festa o portare dolore.
Amiamo ciò che ci somiglia,
e comprendiamo
ciò che il vento ha scritto
sulla sabbia





Stanco

Nei rami s'addormenta cullando
il vento stanco. La mia mano
lascia un fiore rosso sangue
morire lacerato sotto un sole rovente.

Ho già visto fiorire e morire

molti fiori;
vengono e vanno gioie e dolori,
e custodirli nessuno può.

Anch'io ho sparso

nella vita il mio sangue;
non so però, se mi dispiace,
so solo, che sono stanco.

Ricerche

 
Primo
Incuriosita da quanto mi racconta mia figlia durante la preparazione dell'ultimo esame di luglio, anche perchè alcuni particolari riferiti non mi sembrano nè chiari nè logici approfondisco il discorso dell'acquatinta

Acquatinta con polvere di zolfo
Una granitura particolare è quella fatta con polvere di zolfo, la quale tuttavia è possibile soltanto sul rame e inoltre con effetti assai delicati e labili. Il procedimento è il seguente: sulle zone da granire della lastra sgrassata, lavata e asciutta, si passa col pennello morbido un sottile strato di olio d'oliva, sul quale si fa cadere una conveniente quantità di polvere sottile di zolfo, che viene soffiato via dalle parti non oleate.
Riscaldando moderatamente la lastra, lo zolfo reagisce sul rame, producendo una granitura leggerissima e quasi inavvertibile, se non per il colore diverso che il rame assume; questa granitura conferisce alla stampa un delicato tono grigio.
Alla fine lo zolfo si laverà strofinando con alcole, ma è alquanto noioso da togliere, specialmente se è stato riscaldato troppo. 


Probabilmente lo zolfo reagendo col rame produce solfuro di rame, sale con una costante di solubilità pari a 10 alla -45 (sfido che sia alquanto noioso da togliere)

Secondo
Ricerca relativa allo Pseudomonas aeruginosa, tra normative, dati pubblicati, CBT, UFC, test e tempi
Questo potrà essere riutilizzato nel corso di Chimica a Tavola, sempre venga riproposto





Terzo
Rilevatori di ossigeno in presenza di azoto criogenico.
Un labirinto tra ditte produttrici, normative per la sicurezza sul lavoro, effetti sull'organismo
Anche questi ultimi dati potrebbero esser utili durante la spiegazione del respiratorio-circolatorio
Effetti in relazione alla % di ossigeno
20,9 %      Nessun effetto (per forza, è la percentuale di presenza nell'aria)
19 %         Effetti non riscontrabili immediatamente
16 %         Aumento battiti cardiaci, abbassamento livello  attenzione,           riduzione coordinamento nei movimenti
14 %         Affaticamento, bruschgi cambi di umore, scordinamento nei movimenti
12,5 %      Mancanza lucidità mentale, frequenza respiratoria elevata, danni al cuore, nausea e vomito
10 %         Inabilità nei movimenti, perdita conoscenza, convulsioni, morte

mercoledì 20 luglio 2011

Piani d'Erna

In una giornata che sembra scalzata da un salto spazio-temporale dall'autunno a metà luglio, sfidando il vento, rischiando la neve, i miei quattro partono per i Piani d'Erna.


Al ritorno, fradici, mi portano in regalo il questionario del percorso ecorunning


Alcune domande
Fra i fiori dei piani d'Erna è utilizzato in cucina per il suo intenso aroma:
a. il timo 
b. lo zafferano selvatico 
c. la salvia dei prati

Fra i fiori meno comuni ai piani d'Erna uno ricorda, nel nome botanico, una Cantica della Divina Commedia. E' il:
a. giglio di monte 
b. dente di cane 
c. mughetto


Alcune potrei inserirle in verifica

Ai Piani d'Erna ci sono i campi solcati. Sono chiamati così perchè:
a. un tempo vi si coltivava la patata 
b. sono rocce caratterizzate da piccoli solchi dovuti all'azione dissolvente delle acque meteoriche 
c. la composizione chimica delle rocce induce la presenza di un campo magnetico


Ma le più belle
 
Hanno osservato per primi le rocce dei Piani d'Erna gli occhi
a. di un rospo 
b. di un capriolo 
c. di una poiana

Alla Grigna è dedicata una leggenda cantata, in cui è definita "montagna ripida e...
a. ferrigna 
b. aspra 
c. possente


Alla guerriera bella e senza amore
un cavaliere andò ad offrire il core,
cantava: Avere te voglio, o morire!
Lei dalla torre lo vedea salire
Disse alla sentinella
che stava sopra il ponte:
Tira una freccia in fronte
a quello che vien su.


Il cavaliere cadde fulminato:
Ma Iddio punì l’orribile peccato
e la guerriera diventò la Grigna
una montagna ripida e ferrigna.
Anche la sentinella
che stava sopra il ponte
fu trasformata in monte
e la Grignetta fu.


Noi pur t’amiamo d’un amor fedele,
montagna che sei bella e sei crudele,
E salendo ascoltiamo la campana
d’una chiesetta che a pregare chiama.
Noi ti vogliamo bella
che diventasti un monte;
facciam la croce in fronte,
non ci farai morir.

sabato 16 luglio 2011

Inferno-Paradiso


Dall'Amico di oggi
(L'Amico è il notiziario della comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta in Rosciate)



Dal Vangelo 


Il loglio ubriacante (Lolium temulentum), più conosciuto come zizzania, è una erbacea del genere Lolium, spontanea e infestante fra le messi, con fiori a spiga rossa.

La pericolosità di questa pianta è ben nota fin dai tempi antichi, soprattutto per l'alto potere intossicante. 
Infatti, il termine temulentum (ubriacante) è riferito agli effetti derivanti dall'ingestione di farine contaminate da funghi del genere Claviceps, produttori di alcaloidi tossici, che possono provocare forti emicranie, vertigini, vomito ed oscuramento della vista. 
Tali effetti sono dovuti alla presenza di un micelio fungino che invade la pianta durante lo sviluppo. esattamente come avviene nella segale con la Segale cornuta
Nel L. temulentum, pur essendo possibile l'infestazione da Claviceps purpurea e quindi l'ergotismo, è tutt'altro che rara l'infestazione di altre specie e la produzione di un alcaloide meno tossico, la temulina, con effetti analoghi a quelli dell'alcool.

 

venerdì 15 luglio 2011

Liberi












Come promesso sono arrivati
Poco più della metà
Felici per la fine di un corso
Pieni di fiducia e di speranza per il domani
Sollevati dal non dover più temere le mie domande
Cinque anni insieme, per molti anche sei dissolti in un soffio
La sensazione di poter volare lontano leggeri e liberi
Ricominceranno le giornate buie ma quest'estate è tutta per loro
Come le pale di un mulino li ho raccolti e arrivati in alto hanno vinto la gravità e gocce colorate si disperdono nell'aria
Come le pale di un mulino ripercorro sempre lo stesso ciclo
ma ogni volta i miei ragazzi sanno regalarmi qualcosa



Con affetto, la vostra prof di scienze

Grafici


Quando chiedo la riproduzione di un grafico il pensiero più cortese è che sono semplicemente pignola

mercoledì 13 luglio 2011

Orta

Un lago all'anno.
Quest'anno il lago d'Orta
Poco importano le previsioni del tempo
Mentre saliamo da Milano verso nord il verde diventa sempre più intenso, il cielo sempre più grigio
All'uscita dell'A26 l'idea malsana di accendere il navigatore
Primo messaggio :"Tenete la destra ma non fidatevi troppo"
Annuncio piuttosto strano
Quelli che seguono sono ancora peggio: "Alla gincana (?)  prendete la seconda a destra" "Avete sbagliato tutto. Tirate il freno a mano, fate un testa coda e ritornate indietro" "Uscite su di leva" "Prendete la curva a novanta su due ruote" "Uscite di pista e salutate il pubblico"

Insegnamento: non prestate mai il navigatore ai figli

Riflessione: speriamo nessuno segua alla lettera certi suggerimenti
Arriviamo in vista del lago, di un argento quasi metallico
Leggere increspature creano giochi di luce
Sono anomali anche i colori dei fiori
Oleandri color salmone
Cespugli di ortensie azzurro-blu ovunque
Comincia a cadere la pioggia, prima timida poi uno scroscio continuo
Nell'attesa smetta facciamo il giro completo del lago
Si sale tra boschi ricoperti di felci, si scende a lambire le coste, si risale.
Solo la strada luccicante tra gli alberi
Talvolta una chiesa, un cimitero (chissà dov'è il paese)
Tocchiamo Omegna, la città di Rodari



Don Chisciotte
O caro Don Chisciotte, o Cavaliere
dalla Triste Figura
girasti il mondo in cerca d'avventura,
con Ronzinante e Sancio il tuo scudiere,
pronto a combattere senza paura
per ogni causa pura.
Maghi e stregoni ti facevano guerra,
e le pale incantate dei mulini
ti gettavano a terra;
ma tu, con le ossa rotte,
nobile Don Chisciotte,
in sella rimontavi e, lancia in resta,
tornavi a farti rompere la testa.
In cuore abbiamo tutti un Cavaliere
pieno di coraggio,
pronto a rimettersi sempre in viaggio,
e uno scudiero sonnolento,
che ha paura dei mulini a vento...
Ma se la causa è giusta, fammi un segno,
perché
- magari con una spada di legno -
andiamo, Don Chisciotte, io son con te! 

 
 
Di nuovo ad Orta
Stavolta compriamo un ombrello per scendere 
Non serve a molto
In mezzo al lago l'isola di San Giulio attende
Ci aspetterà ancora, non sarà sempre pioggia
Le stradette acciottolate e scivolose, qualche turista incurante del fresco e del bagnato, gli abitanti tra i rassegnato e l'offeso per tale giornata a luglio
Persino le anatre passeggiano per la piazza quasi deserta: stare in acqua o star lì non fa molta differenza
Il silenzio ampliato dal rumore dell'acqua
 
Pace
 
 
Poco più a sud la calda autostrada asciutta ci riprende tra le sue braccia asfittiche

martedì 12 luglio 2011

Aurore



Anche di aurore boreali si è parlato



Tra le testimonianze del passato:

Plinio il Vecchio nel 77 d.C. nelle Historiae naturalis (Liber II, 27) dice:

« … fit et sanguinea species et, quo nihil terribilius mortalium timori est, incendium ad terras cadens inde, sicut Olympiadis CVII anno tertio, cum rex Philippus Graeciam quteret. atque ego haec statis temporibus naturae vi, ut cetera, arbitror existere, non, ut plerique, variis de causis, quas ingeniorum acumen excogitat, quippe ingentium malorum fuere praenuntia; sed ea accidisse non quia haec facta sunt arbitror, verum haec ideo facta quia incasura erant illa, raritate autem occultam eorum esse rationem ideoque non, sicut exortus supra dictos defectusque et multa alia, nosci... »


Se si vuol ripercorrere la storia scientifica:


Anno Scienziato Scoperta
1620 Galileo Galilei,
Pierre Gassendi
Coniarono il termine Aurora 
Boreale
1620 René Descartes Propose che la luce del sole 
viene diffusa dai cristalli di
ghiaccio nelle nuvole
1733 Jean Jacques D’Ortous de Miran
Pubblicò il primo testo sull’
aurora, suggerì una 
correlazione tra le macchie 
solari e la formazione di aurore
1741 Anders Celsius Olof Hiorter Notò una coincidenza tra il 
verificarsi di tempeste 
magnetiche e la formazione
di aurore
1792 John Dalton Propose l’esistenza di particelle
magnetiche luminose
1815 Alessandro Volta Propose l’esistenza di fluidi 
elettrici condensanti
1817 Jaen Biot Provò che le aurore non 
riflettono la luce solare ma 
emettono luce propria
1822 Franklin Osservò una maggiore frequenza 
delle aurore nei poli
1860 Elias Loomis Disegnò una mappa con le zone
in cui si verificavano aurore
1872 Donati Ipotizzò che l’aurora fosse
prodotta da particelle 
elettrizzate emesse dal Sole
1878 Henri Benquerel Propose che le aurore fossero 
causate dall’idrogeno 
proveniente dal Sole
1881 E. Goldstein Ipotizzò che il Sole emettesse 
nello spazio raggi elettrici 
simili a raggi catodici a partire
dai quali si producessero le aurore
1894 Adam Paulsen Scoprì che i raggi catodici che
producono le aurore si 
originano nell’alta atmosfera
1896 Kristian Birkeland Suppose che i raggi catodici 
provenissero dal Sole
1897 J. J. Thomson Scoprì che i raggi catodici 
sono composti da elettroni
1900 Svante Arrhenius Ipotizzò che il Sole lanciasse 
particelle elettrizzate 
negativamente, le quali, 
respinte per la pressione della 
luce, raggiungevano l’atmosfera
terrestre dove venivano
catturate dal campo magnetico
terrestre
1901 Birkeland Eseguì degli esperimenti 
con un magnete sferico 
bombardato da raggi 
catodici, ottenendo 
strisce luminose intorno 
ai poli della sfera, 
come gli anelli delle 
aurore
1903 Birkeland Propose l’esistenza di una 
corrente associata 
alle aurore
1928 Hulbert Attribuì la causa del fenomeno 
aurorale alla ionizzazione 
prodotta nell’alta atmosfera 
terrestre dalla radiazione 
ultravioletta solare
1930 Carl Stømer Classificò le forme delle 
aurore
1963 Yasha Feldstein Disegnò le mappe degli ovali 
aurorali



Breve il cenno alle leggende che le accompagnano

Così le ho cercate da sola

Tanto tempo fa, una volpe dalla rossa pelliccia correva sopra creste rocciose in un posto lontano del nord.
A forza di correre si era stancata, perchè gli enormi cumuli di neve la facevano affondare. 
La volpe dovette far riposare la sua coda perché era troppo debole per tenerla in alto. 
In seguito, poiché la volpe stava correndo sulle croste rocciose, la sua coda colpí la neve, formando cosí, migliaglia di piccoli bagliori che fluttuarono nel cielo notturno e che portarono ad un uno spettacolo di forme e colori.


I vichinghi pensavano che i suoi colori derivassero dalla luce che si rifletteva sugli scudi delle Walchirie. 
Esse erano le messaggere del dio Odino che arrivavano dal Walhalla in sella ai loro cavalli per designare coloro che sarebbero stati uccisi in battaglia.
Le striature luminescenti erano le loro lance, le scintille intermittenti i riflessi dei loro scudi e i loro archi i Bfröst (arcobaleno), il mitico ponte attraverso il quale le anime dei defunti passavano nell'aldilà.
I bagliori che si osservavano in cielo segnalavano che le messaggere erano al lavoro, indice di una battaglia in atto da qualche parte.


Secondo la mitologia finlandese erano un fiume di fuoco (Rutja) che delimita i regni della vita e della morte.

Quella che mi piace di più:

Secondo i danesi erano dovute ad un gran numero di cigni che volando verso nord venivano intrappolati nel ghiaccio polare e ogni volta che sbattevano le loro ali, nel tentativo di liberarsi, generavano riflessioni.




lunedì 11 luglio 2011

Mare

 

Homme libre, toujours tu chériras la mer!
La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
Dans le déroulement infini de sa lame,
Et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer.

Tu te plais à plonger au sein de ton image;

Tu l’embrasses des yeux et des bras, et ton cœur
Se distrait quelquefois de sa propre rumeur
Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.

Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:

Homme, nul n’a sondé le fond de tes abîmes;
O mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!

Et cependant voilà des siècles innombrables

Que vous vous combattez sans pitié ni remords,
Tellement vous aimez le carnage et la mort,
O lutteurs éternels, ô frères implacables!





ll viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l'anima che non sa più dare un grido.
Ora I minuti sono eguali e fissi
come I giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d'acqua che rimbomba.
Un altro, altr'acqua, a tratti un cigolio.
Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l'isole dell'aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell'ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s'appressa
l'ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s'infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l'avara mia speranza.
A' nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l'offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m'ode
salpa già forse per l'eterno.
 
  
Il mare di Baudelaire, di Kant, di Turner, di Montale, di Hemingway

Sarà la stanchezza, sarà il caldo, sarà l'azzurro intenso che si staglia dietro le verdi colline di Alzano ma, senza nulla togliere all'approfondimento della Candidata, il mio pensiero corre solo al mare di Jesolo  

venerdì 8 luglio 2011

Ubuntu

I ragazzi cominciano l'esame presentando un loro percorso di approfondimento

Tante volte sorge il dubbio che il percorso non sia propriamente "loro"
Tante volte lo stesso tema è riproposto con insistenza e finisce per diventare noioso

A volte capitano però argomenti interessanti, percorsi nuovi, stimoli ad approfondire

Così Perinzia, Despina, Clarice, Zaira, Diomira, Ottavia vengono associate alla questione dell'essere, alla meccanica quantistica, alla Terra Desolata di Eliot, alla poetica della negazione di Montale, all'espressionismo di Egon Schiele, a Pirandello
Così anche Le Città Invisibili finiscono nell'elenco dei libri che voglio leggere



Stamane I Sette Peccati Capitali
Peccati e non Vizi per scelta
Avarizia e Christmas Carol, Accidia e Nichilismo nietzschiano, Lussuria e D'Annunzio, Superbia e Weltpolitik, Invidia e Marziale, Ira e Bomba nucleare, Gola e Surrealismo gastronomico

Ancor meglio la trattazione dell'Ubuntu, etica sub-sahariana appresa dallo studente durante un suo soggiorno estivo col programma di Intercultura, spunto per la descrizione della realtà sudafricana

Umuntu ngumuntu ngabantu
"io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo".

giovedì 7 luglio 2011

Mare di ghiaccio

Sottotitolo "Naufragio della Speranza"
Fatto: Naufragio della HMS Griper nella ricerca  di  W.E. Parry del passaggio a nord ovest 
Il mare di ghiaccio del polo nord


C. D. Friedrich



Lettura dell'opera
La speranza naufragata della Germania durante la Restaurazione?
Tentativo destinato a fallire dell'uomo di penetrare il mistero di Dio?
Rappresentazione di un fatto di cronaca?

Ciascuno vi proietti la sua interpretazione

Un mare di ghiaccio uccide la speranza
ma è l' illusione mascherata a perire tra lance acuminate

mercoledì 6 luglio 2011

Apogeo

Scorro le opere pubblicate

Sono solo alcune delle tante

Viste dallo schermo sembrano diverse

Scelgo quella che preferisco

Per i curiosi un link 


Nome

In realtà non è mai stato sito di cronache
In realtà nemmeno una finestra sul mondo
Cose di poco conto le mie
Molto meglio quelle degli altri


Acqua morta
Acqua chiusa, sonno delle paludi
che in larghe lamine maceri veleni,
ora bianca ora verde nei baleni,
sei simile al mio cuore.
II pioppo ingrigia d'intorno ed il leccio;
le foglie e le ghiande si chetano dentro,
e ognuna ha i suoi cerchi d'un unico centro
sfrangiati dal cupo ronzar del libeccio.
Cosí, come su acqua allarga
il ricordo i suoi anelli, mio cuore;
si muove da un punto e poi muore:
cosí t'è sorella acquamorta.

Salvatore Quasimodo


lunedì 4 luglio 2011

Spunti

Quando la stanchezza porta lo sguardo sulle colline, sui voli delle rondini, sui saltelli dei gattini che si rincorrono una scintilla ti riporta al presente

Una frase, un quadro, una poesia

Oggi



Fior di neve

Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.

Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita neve.
(U. Saba)

Trieste


Arriviamo dal'alto
Una stradina tortuosa, glicini appena fioriti
Non ci ha fermato il divieto di accesso
"Procedete, son cartelli dimenticati dopo i lavori di asfaltatura"
Non si fermano le altre auto, non si ferma l'autobus
Scendiamo verso il faro
Enorme in lontananza la Favolosa
Da sotto risaliamo da stradine impossibili da percorrere in bicicletta, in entrambi i sensi
Su fino alla Sissa e oltre, verso Opicina, verso la Slovenia
Incrociamo un tram che arranca, una bicicletta caricata sulla "prua"
Altre stradine, scalette, vicoli
La ricerca di un parcheggio
Come sottofondo il racconto di un bimestre: il quadro linguistico, sociale, economico, politico di una città di frontiera e i suoi estremismi
"Ben il 12% di voti alla destra"
"Arditi e audaci" la scritta nera campeggia su un muro
Un motto della destra?
"No, è il commento adatto per chi si inerpica in auto per queste strade"
In apprensione ringraziando in cuor mio di non essere l'autista
Da S. Giusto al molo
Un molo che brulica e il sole al tramonto
Gigantesca la nave bianca aspetta il suo varo
La guardo dal sotto, immagino la scena di un incontro al largo con una barca



Sul palco lì vicino le ultime prove dello spettacolo di gala, i ballerini che oscillano avanti e indietro



I bambini attirati dalla massa ormegiata di palloni bianchi pronti a spiccare il volo
Riuscirebbero a fermarmi tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine lì presenti?
Presi alla sprovvista forse no
Così afferrati i palloni me ne andrei verso il cielo
(mio figlio poi ha riferito che effettivamente sono stati usati per far danzare in cielo una ballerina trattenuta a terra da una corda...pavido l'uso della corda o sconsideratezza i pensieri miei)





L'aria è fredda, la festa coi botti comincerà solo a mezzanotte
Scorre la costiera ormai deserta



Nel buio si vede solo la nave brillare di luci e diventare sempre più piccola

venerdì 1 luglio 2011

Orali

Lentamente si alternano i candidati

Alcuni talmente agitati da non ricordare nemmeno il valore del p greco, altri più tranquilli nonostante le richieste a volte li lascino muti

Ascolto

Capitano descrizioni fantasiose

"La crosta più affonda le sue radici nel mantello più cresce e si innalza"
E penso ad un leccio (chissà poi perchè tra tante piante proprio a quella), gracile germoglio che traendo dal terreno quanto serve estende la sua chima via via più grande verso il cielo

Capitano immagini da osservare con attenzione, come la copertina di Dangerous





Argomento personale: Michael Jackson con agganci a Pascoli e al surrealismo pop

Capita anche di leggere poesie, in due giorni tre volte

Meriggiare pallido e assorto


Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.



Mi soffermo a pensare quanto triste sia questa visione degli uomini indaffarati come le formiche intorno a mucchietti di terra, questa visione della vita come un muro invalicabile pieno di difficoltà e dolore.

E' la visione di Montale

Non formiche ma farfalle che il muro lo possono agevolmente superare per raggiungere le scaglie di mare