martedì 31 maggio 2011

Sensazione



I miei pensieri sono qualcosa che la mia anima teme.
Fremo per la mia allegria.
A volte mi sento invadere da
una vaga, fredda, triste, implacabile
quasi-concupiscente spiritualità.

Mi fa tutt'uno con l'erba.
La mia vita sottrae colore a tutti i fiori.
La brezza che sembra restia a passare
scrolla dalle mie ore rossi petali
e il mio cuore arde senza pioggia.
.......................................................
I miei pensieri e sentimenti si confondono e formano
una vaga e tiepida anima-unità.
Come il mare che prevede una tempesta,
un pigro dolore e un'inquietudine fanno di me
il mormorio di un incalzante stormo.

I miei inariditi pensieri si mescolano e occupano
le loro interpresenze, e usurpano
gli uni il posto degli altri. Non distinguo
nulla in me tranne l'impossibile
amalgama delle molte cose che sono.

Sono un bevitore dei miei pensieri
l'essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima...
La mia volontà vi si impregna.
Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire
la bellezza nel dolore dei miei versi.
Fernando Pessoa

Tifeo

L'esame di Stato si avvicina

Continuano le simulazioni di terza prova

Continuano i commenti alle tracce proposte

"Ma non aveva altro da scrivere Ovidio?" "Ma dobbiamo fare anche la parafrasi?"

"La prossima volta vi metto direttamente la traccia in latino così sperimentate la pluridisciplinarità"

E in cuor loro pensando ai compagni di Alzano a cui sono toccata in sorte un unico altro commento "Poveri..."

Immensa sulle membra di un gigante si distende l'isola

di Trinacria: sotto il suo enorme peso tiene schiacciato

Tifeo, che aveva osato aspirare alle sedi dei celesti.

Lui, è vero, si agita dibattendosi per rialzarsi,

ma sopra la sua mano destra sta Peloro, vicino all'Ausonia,

sopra la sinistra tu, Pachino; Lilibeo gli preme le gambe,

sopra il capo gli grava l'Etna; e Tifeo riverso sul fondo

dalla bocca inferocito erutta lava e vomita fiamme.

Spesso si sforza di rimuovere la crosta che l'opprime

e di scrollarsi di dosso città e montagne:

allora trema la terra e persino il re dei morti teme

che il suolo si squarci, che una voragine ne riveli i segreti

e che la luce irrompendo semini tra le ombre terrore e caos.

Ovidio, Le Metamorfosi, Libro V



Il Candidato, utilizzando un massimo di 25 righe, delinei come il tentativo degli antichi di inserire in un unico quadro fenomeni geologici diversi sia quasi pienamente riuscito nella Tettonica delle Placche




domenica 29 maggio 2011

Interferenze


Scendo i gradini di pietra che portano all'orto
E le scorgo
Attorcigliate
Una lucertola tra le spire di una biscia
Sarebbe più appropriato utilizzare i diminutivi
La lucertola sarà lunga sei sette centimetri, la biscia forse quindici, sottile sottile. Più sottile del mio mignolo
Il mio arrivo la spaventa
Pochi secondi, il tempo per identificarla come biscia, e non la vedo più
Scivolata da un gradino all'altro è subito svanita
Cerco la preda
Non c'è più nemmeno lei
Ma la scorgo tra l'erba
Ha la coda mozzata e una profonda incisione poco sopra
Sotto l'erba perdo anche la lucertola

Primo pensiero: lucertolina sei stata fortunata perchè ti ho salvato la vita
Secondo pensiero: però adesso la biscina è rimasta senza cibo. Riuscirà a trovare altro?

Potrei chiudere con una sentenza consolatoria "Così va il mondo..."
Non mi consola per nulla
Mi dà fastidio la mia interferenza

La lumaca portinaia


.....Aspetta, aspetta, finalmente dopo mezz’ora si aprí una finestra dell’ultimo piano (la casa era di quattro piani) e Pinocchio vide affacciarsi una grossa lumaca, che aveva un lumicino acceso sul capo, la quale disse:

— Chi è a quest’ora?

— La Fata è in casa? — domandò il burattino.

— La Fata dorme e non vuol essere svegliata: ma tu chi sei?

— Sono io!

— Chi io?

— Pinocchio.

— Chi Pinocchio?

— Il burattino, quello che sta in casa colla Fata.

— Ah! ho capito; — disse la Lumaca — aspettami costí, ché ora scendo giú e ti apro subito.

— Spicciatevi, per carità, perché io muoio dal freddo.

— Ragazzo mio, io sono una lumaca, e le lumache non hanno mai fretta. —

Intanto passò un’ora, ne passarono due, e la porta non si apriva: per cui Pinocchio, che tremava dal freddo, dalla paura e dall’acqua che aveva addosso, si fece cuore e bussò una seconda volta, e bussò piú forte.

A quel secondo colpo si aprí una finestra del piano di sotto e si affacciò la solita lumaca.

— Lumachina bella — gridò Pinocchio dalla strada — sono due ore che aspetto! E due ore, a questa serataccia, diventano piú lunghe di due anni. Spicciatevi, per carità.

— Ragazzo mio, — gli rispose dalla finestra quella bestiòla tutta pace e tutta flemma — ragazzo mio, io sono una lumaca, e le lumache non hanno mai fretta. —

E la finestra si richiuse.

Di lí a poco sonò la mezzanotte: poi il tocco, poi le due dopo mezzanotte, e la porta era sempre chiusa.

Allora Pinocchio, perduta la pazienza, afferrò con rabbia il battente della porta per bussare un colpo da far rintronare tutto il casamento: ma il battente che era di ferro, diventò a un tratto un’anguilla viva, che sgusciandogli dalle mani sparí in un rigagnolo d’acqua che scorreva in mezzo alla strada.

— Ah! sí? — gridò Pinocchio sempre piú accecato dalla collera. — Se il battente è sparito, io seguiterò a bussare a furia di calci. —

E tiratosi un poco indietro, lasciò andare una solennissima pedata nell’uscio della casa. Il colpo fu cosí forte, che il piede penetrò nel legno fino a mezzo: e quando il burattino si provò a ricavarlo fuori, fu tutta fatica inutile: perché il piede c’era rimasto conficcato dentro, come un chiodo ribadito.

Figuratevi il povero Pinocchio! Dové passare tutto il resto della notte con un piede in terra e con quell’altro per aria.

La mattina, sul far del giorno, finalmente la porta si aprí. Quella brava bestiòla della Lumaca, a scendere dal quarto piano fino all’uscio di strada, ci aveva messo solamente nove ore. Bisogna proprio dire che avesse fatto una sudata.

— Che cosa fate con codesto piede conficcato nell’uscio? — domandò ridendo al burattino.

— È stata una disgrazia. Vedete un po’, Lumachina bella, se vi riesce di liberarmi da questo supplizio.

— Ragazzo mio, costí ci vuole un legnaiolo, e io non ho fatto mai la legnaiola.

— Pregate la Fata da parte mia!...

— La Fata dorme e non vuol essere svegliata.

— Ma che cosa volete che io faccia inchiodato tutto il giorno a questa porta?

— Divertiti a contare le formicole che passano per la strada.

— Portatemi almeno qualche cosa da mangiare, perché mi sento rifinito.

— Subito! — disse la Lumaca.

Difatti dopo tre ore e mezzo, Pinocchio la vide tornare con un vassoio d’argento in capo. Nel vassoio c’era un pane, un pollastro arrosto e quattro albicocche mature.

— Ecco la colazione che vi manda la Fata — disse la Lumaca......


Antefatto

Interrogazione di geografia

"Parlami delle rocce organogene"
Risposta. Citazione dei Molluschi
"Ma cosa sono i Molluschi?"
"Organismi molli"
"Sì. Citami almeno un esempio che mi faccia capire se mentre ne parli visualizzi qualcosa o ripeti soltanto una parola del libro"
".................."
Tentativo di aiuto
"Può capitare di incontrarne qualcuno, c'è persino la citazione nella favola di Pinocchio"
"Io so solo del grillo parlante"
Suggerimento che arriva dall'ultima fila "lumaca" (solo perchè il compagno ricorda la spiegazione e la differenza tra rocce biocostruite e rocce bioclastiche con i relativi esempi, non certo per il riferimento a Pinocchio)
Tanti si sentono in dovere di intervenire
"Ma nella favola di Pinocchio non c'è una lumaca"
"L'avete letto?"
"No abbiamo visto il cartone di Walt Disney"
"Secondo me c'è. E' la domestica della Fata dai capelli turchini"
"La fata dai capelli Turchini??"
Se non sanno della Fata, sapranno della lumaca?

Il dubbio che la Bibbia, la Storia, le favole e i racconti siano magari diversi da quello che ci mostrano i film, per lo più americani, non li sfiora nemmeno
Quasi un colonialismo di tipo culturale.

In serata riprendo il discorso con i colleghi
Solo uno ricorda la lumaca in Pinocchio
Di fronte a tanti dinieghi comincio a dubitare della mia memoria, ma per questa volta almeno ricordavo giusto

venerdì 27 maggio 2011

Gusti



e




Ognuno il suo fascino
Credo di preferire il secondo

mercoledì 25 maggio 2011

Prove aperte


Bergamo Teatro Donizetti ore 11.30

Orchestra del Festival
Pier Carlo Orizio direttore
Uto Ughi Violinista

Tre i pezzi eseguiti:
Overture del Nabucco di Verdi
Primo movimento dell'Incompiuta di Schubert
Concerto in Re Maggiore per Violino e Orchestra op 61 Di Beethoven

Il teatro riempito di studenti.
Tre mie classi e molte altre del Liceo per un fine mattina diverso dal solito

Dal palchetto osservo l'orchestra: l'abbigliamento è un'accozzaglia all'insegna della comodità
Anche il maestro ha solo le scarpe della tenuta da esibizione
L'overture non mi piace troppo.
L'aria del "Va pensiero" riporta ai 150 anni fa, ai "Viva Verdi" esposti, ad un periodo storico raccontato in modo troppo entusiasta e la mia attenzione si perde in un'Italia risorgimentale
Trovo bello il movimento degli archetti dei violini tutti in sincronia.
E' questo respiro coordinato che rende i singoli esecutori un unico corpo

Meglio l'Incompiuta

Decido invece che il violino non è tra i miei strumenti preferiti
La mia incompetenza assoluta in campo musicale non mi fa cogliere i virtuosismi del solista, nè la bravura nè gli eventuali errori (qualcuno sugli acuti mi diranno poi due mie allieve frequentanti il conservatorio)
A tratti si insinua il sonno delle nottate passate a correggere verifiche ma il suono stridulo dello Stradivari "Kreutzer" del 1701 riesce a tenermi sveglia

In chiusura il presentatore ci lascia qualche minuto per le domande
Solo i bimbi seduti in prima fila riescono ad intervenire
Mi piace l'affabilità con la quale Uto Ughi risponde alle richieste più ingenue

Chiedo alle mie alunne (quelle già ricordate sopra) perchè il violino si tiene sotto il mento
Non sanno, però mi fanno vedere il segno che lascia sul collo
Chiedo da quando esiste come strumento
Non sanno perchè devono ancora sostenere l'esame di storia del violino
Chiedo perchè loro non erano sul palco a suonare data la presenza di alcune loro compagne di corso
Questo lo suppongono ma è meglio sorvolare

La prossima volta che riceverò l'invito ad assistere ad un loro concerto cercherò di essere presente

lunedì 23 maggio 2011

Invito



A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana.

Alda Merini da "La vita facile"


domenica 22 maggio 2011

Cigni II



Lungo il Sile le mamme con i loro piccoli al seguito: quattro-cinque ciascuna

Proposito: domani mattina devo andare a controllare il nido

Arrivo all'argine del Cavetta, giro a destra e comincio la ricerca.

I lavori sono quasi ultimati

Pedalo, pedalo e arrivo al Piave
Nessuna traccia nè del canneto risparmiato nè del nido che proteggeva

Il traffico molto più intenso, ormai la stagione balneare è iniziata

Lo scempio del territorio continua.

Prima tracciano strade nel nulla, coprono canali, creano parcheggi e nel giro di qualche mese è pieno di casupole per turisti o di camping
..e distruggono i "miei" nidi

Avranno aspettato almeno la schiusa e fatto il trasloco della nidiata
Così rimugino prendendomela con tutto e con tutti

persino col signore che correndo è riuscito a sorpassarmi e se ne sta sempre lì davanti procedendo con la mia stessa velocità

Sulla via del ritorno mi sorge un dubbio: e se il nido anzichè a destra fosse stato a sinistra?
Il canale è lungo e piuttosto uniforme, sono passate tre settimane e non avevo certo memorizzato longitudine e latitudine

Caparbia rifaccio la strada, stavolta girando a sinistra


Già da lontano scorgo il canneto.





Quindi non avevano distrutto tutto
Il nido è ancora lì, vuoto

Dei cigni nessuna traccia

La probabilità che se ne siano andati da soli esiste

La probabilità che, data l'ora, siano chissà dove, magari sul Sile insieme alle altre nidiate esiste

Ed esiste la certezza che le mie invettive mentali di poco prima erano del tutto ingiustificate, almeno per quanto riguarda il nido



Quante volte la nostra verità corrisponde alla realtà?

Nel relativismo interpretativo quanto contano i filtri che teniamo sopra gli occhi? Quante volte ci siamo investiti del ruolo di giudice sicuri di detenere l'esatta interpretazione dei fatti?

venerdì 20 maggio 2011

Fotosintesi II



Dalle canzoncine alle pratica di laboratorio

L'attività è così ben collaudata che sicuramente i risultati saranno significativi
Facile da realizzare, utile per i richiami alla storia della scoperta della fotosintesi, bella anche solo per aver come protagonista una pianticella più gradevole da guardare rispetto alla soluzione marroncina dei lieviti usati per l'attività di laboratorio a verifica della fermentazione della settimana prima

Materia prima necessaria: pianticella di Helodea

Compito svolto dal rappresentante di classe
Arriva in classe con un contenitore chiuso e la povera pianticella acquatica ancora umidiccia ma senza un filo d'acqua di contorno
"Ma perchè non hai lasciato l'acqua?"
"Perchè mia mamma ha detto che il signore dell'acquario ha detto che per poco tempo può stare anche senza"
"Ahh allora il tuo compito l'hai fatto svolgere alla mamma? (e penso che deve avere una mamma molto disponibile perchè difficilmente avrei fatto lo stesso)"
" A dire il vero è andato mio papà che poi ha riferito a mamma" (interrompo l'indagine prima che risultino coinvolti i parenti fino al terzo grado)

Scendiamo in laboratorio
Facile l'allestimento
La pianticella sacrificata e suddivisa in quattro parti uguali
Inserita sotto un imbuto capovolto all'interno di un beker
Beker di controllo con sola acqua, beker con soluzione di idrossido di calcio per sottrarre tutta l'anidride carbonica, beker con soluzione di bicarbonato di sodio per arricchire l'ambiente di anidride carbonica (due: uno da tenere al buio, l'altro alla luce)
Al di sopra dell'imbuto una provetta piena d'acqua per raccogliere l'eventuale gas prodotto
In pratica riproduciamo parte degli esperimenti di Ingenhousz




Non possiamo vedere i risultati nell'immediato
Con il fine settimana di mezzo l'ossigeno liberato sarebbe troppo, le provette verrebbero completamente svuotate d'acqua rendendo impossibile l'eventuale confronto
Anzichè mettere i beker sotto una lampada accesa giorno e notte li lasciamo esposti alla luce naturale: avere un laboratorio nel posto più buio, umido e freddo della scuola stavolta almeno ci è d'aiuto

Le osservazioni rimandate a lunedì mattina

E' possibile trovare un protocollo più rigoroso al seguente link

mercoledì 18 maggio 2011

Fotosintesi


Ultimo argomento relativo al metabolismo in quarta

Fase luminosa, fase oscura.
Cloroplasti, endosimbiosi, sequenza di trasformazioni chimiche, nomi astrusi da ricordare con rispettiva formula, intreccio con la demolizione del glucosio giusto per confondere ancor di più

Tentitivi di vivacizzare lezioni tra il soporifero e il rassegnato

Appena appena scossi dallo scoprire di aver nove chili di rubisco (ribulosio difosfato carbossilasi) pro capite
Un poco più interessati alle differenze tra ciclo c3 e c4 per la scelta della pianta da seminare per ottenere anche d'estate prati verdi senza spreco d'acqua per le continue irrigazioni

Scossa riattiva cervelli in chiusura di lezione:




Se può servire a memorizzare ben venga

martedì 17 maggio 2011

Ciliegie



Già qualche frutto l'anno scorso aveva cercato di maturare
Preda immediata della fauna avicola che staziona nel giardino: merli, passeri, stornelli...impossibile appurarlo
Risultato: appena il giallino è virato al rosa l'albero completamente spogliato

Anno fortunato questo
Piogge al momento giusto, probabilmente approvvigionamento avicolo atrove (infatti i merli hanno imparato che i croccantini del gatto sono buoni e si servono sotto il muso di un felino sempre più pigro che si limita a guardarli), maggiore produzione...impossibile appurarlo
Risultato: tante rosse ciliegie pronte per la raccolta

Di tutta l'attività agreste la fase di raccolta è quella che decisamente preferisco (unica eccezione quella relativa ai fagiolini)

Con entusiasmo e una gioia in realtà nemmeno troppo motivata le ho raccolte tutte, grazie anche al fatto che l'albero è ancora piuttosto bassino


Memore di quando ancora pubblicavo ricette ne ho cercata una tra le mille a disposizione.

Mettere la panna nella parte più fredda del frigorifero e gli albumi a temperatura ambiente.
Lavate la frutta e togliete i noccioli tagliando le ciliegie a metà, raccoglietele in una ciotola e copritele con lo zucchero.
Aggiungete il succo di limone e fate riposare 30 minuti fuori dal frigo.
Mettete le ciliegie in una casseruola sul fuoco e cuocete 10 minuti mescolando (devono assorbire tutto il loro succo).
Fatele raffreddare e passatele al passaverdura.
Montate la panna col frullatore 5 minuti e tenetene da parte 2 cucchiai.
Montate gli albumi 5 minuti col frullatore.
Unite la panna alla purea di ciliegie mescolando delicatamente.
Aggiungete gli albumi un cucchiaio per volta, mescolandoli con una forchetta.
Dividete la spuma in 4 coppe e lasciatele in frigo per 2 ore.
Guarnite con la panna e 2 biscottini.

Peccato che prima ancora di immaginarne la realizzazione l'ingrediente indispensabile fosse già finito

Pazienza
Rimanderò la preparazione della crema all'anno prossimo

lunedì 16 maggio 2011




Pensiero,io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero,dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell'antro della follia.

Alda Merini, da "La terra santa"

domenica 15 maggio 2011

Pensieri


L'ho sentita ieri
Mi è piaciuta e la riporto


Vi sia spazio nella vostra unione,

E tra voi danzino i venti dei cieli.

Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.

Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
Poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini;
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.

Kahlil Gibran

Catena di comando





Themistocles said his infant son ruled all Greece --
"Athens rules all Greece; I control Athens; my wife controls me; and my infant son controls her."


Thus, nowadays the world is controlled by whoever buys advertising time on Dora the Explorer.

mercoledì 11 maggio 2011

Tiamina

Lo spunto: descrizione del metabolismo del glucosio, in particolare la trasformazione dell'acido piruvico in acetilcoenzima A grazie all'azione dell'acidopiruvico deidrogenasi e l'innesco del ciclo di Krebs.
La tiamina o vitamina B 1 serve per far funzionare correttamente l'enzima e quindi la sua carenza ci priva dell'energia necessaria alla vita delle cellule



La strada: trasferimento mentale nelle foreste australiane del 1860 al seguito di Burke, Wills, Gay e King. Dieta a base della felce Marsillea drummondii e mitili, entrambi contenenti tiaminasi, enzima che disattiva la tiamina.
Risultato: tre esploratori morti per avitaminosi e il quarto con i nervi degli arti inferiori completamente fuori uso



Il messaggio:
"Lo studio della biochimica deve essere estremamente gratificante. L'animale non si nutre di vegetali tossici perchè l'evoluzione ha eliminato chi ne era attirato oppure, nel migliore dei casi, perchè l'esperienza glielo ha insegnato. Noi oggi sappiamo spiegare perchè la sostanza è tossica, il meccanismo col quale agisce. Capiamo perchè la cucina tradizionale ci ha trasmesso ricette a base di riso con piselli e pasta con fagioli e non viceversa.
Non è possibile non cogliate l'entusiasmo per tutto questo"

Una studentessa:
"Ma perchè alla scuola alberghiera insegnano a preparare i piatti approfondendo la biochimica?"

Forse è solo la preoccupazione di dover ricordare una sequenza di nomi, di reazioni e di meccanismi che li rende così prosaici, così poco felici di scoprire le cose, assieme alla convinzione di aver avuto in sorte un'insegnante non proprio normale

martedì 10 maggio 2011

Stanchezza

Quel che resta di una mattina da somministratore di prova Invalsi:

"Per favore, legga attentamente questo manuale almeno una settimana prima della somministrazione"

Dare il via dicendo:

"Ora girate la pagina e cominciate"

Unica possibilità di risposta ai quesiti degli alunni:

"Mi dispiace, non posso risponderti. Cerca di fare del tuo meglio"







Quel che resta di un Collegio Docenti:





Quello che c'è in me è soprattutto stanchezza
non di questo o di quello
e neppure di tutto o di niente:
stanchezza semplicemente, in sé,
stanchezza.
La sottigliezza delle sensazioni inutili,
le violente passioni per nulla,
gli amori intensi per ciò che si suppone in qualcuno,
tutte queste cose -
queste e cio' che manca in esse eternamente -
tutto ciò produce stanchezza,
questa stanchezza,
stanchezza.
C'è senza dubbio chi ama l'infinito,
c'è senza dubbio chi desidera l'impossibile,
c'è senza dubbio chi non vuole niente -
tre tipi di idealisti, e io nessuno di questi:
perchè io amo infinitamente il finito,
perchè io desidero impossibilmente il possibile,
perchè voglio tutto, o ancora di più, se può essere,
o anche se non può essere...
E il risultato?
Per loro la vita vissuta o sognata,
per loro il sogno sognato o vissuto,
per loro la media fra tutto e niente, cioè la vita...
Per me solo una grande, una profonda,
e, ah, con quale felicità, infeconda stanchezza,
una supremissima stanchezza,
issima, issima, issima,
stanchezza...
F. Pessoa


lunedì 9 maggio 2011

Ninna nanna

Domenica mattina sul presto, viaggio in automobile, meta Torino per festeggiare i 50 anni di sacerdozio dello zio paterno. Famiglia al completo.

Tentativo di sonnecchiare fallito: il vociare con sottofondo la radio accesa rende l'impresa irrealizzabile

Scambi di opinione, battibecchi, proteste, accuse reciproche, sovrapporsi di discussioni tra gruppetti diversi: il caos totale

Tra i tanti argomenti:

"Mamma ma ti rendi conto di quali ninna nanna ci cantavi per farci addormentare?"
"Infatti, ne parlavamo ieri sera alla festa a cui siamo andati. Le altre mamme cantavano le canzoni dello Zecchino d'oro, o filastrocche rilassanti. Ma le tue mettevano angoscia"
" Tra quella di Jonn Brown che giace nella tomba dopo esser stato impiccato, Susanna che si fa i ricci e prende legnate che fanno cascare i denti, l'Angelo Gabriele che suona la tromba del giudizio al tizio che buca i sombreri e l'incitamento al parricidio del marinaio a Venezia, ostacolato nel desiderio di matrimonio.."
"Ma quest'ultima io non la so"
"La cantava poco rispetto alle altre invece perchè in realtà è immorale"



Debole difesa:
Primo non ho mai pensato potessero angosciare, dopo tutto il bene alla fine trionfa
Secondo: ma allora vale lo stesso per le favole tipo Cappuccetto Rosso divorato dal lupo a cui poi si taglia la pancia
Terzo: però funzionavano come ninna nanna

Ad ogni buon conto per i futuri nipotini, quando e semmai arriveranno, sarà bene rivedere il repertorio prima che mi venga rimproverato d'aver creato patemi inutili

LA BALLATA DI LAZY BOY

C'è una stella bianca che splende su nel ciel

guardando solitaria i pascoli del Far West.

E' la gran stella del vecchio Texas

La stella dei cow-boys!

Nell'Ottantasette brillando su Fort Joy

guardò venire al mondo il piccolo Lazy Boy.

Così comincia la lunga storia

di un pallido cow-boy!

RIT.: Un dì la mamma gli disse: "Vai ! ...

Ma resta un bravo cow-boy!

La tromba un giorno ti chiamerà:

Gabriele la suonerà!"

Cow-boy! Cow-boy! Cow-boy!

"Lazy" vuol dire pigro, ma il nostro Lazy Boy

non era certo pigro lontano da Fort Joy

E un brutto giorno conobbe Jessy,

conobbe la sua "Colt".

Cominciò a sparare ai sassi sulla via,

poi preferì i cavalli e infine la ferrovia...

Ai passeggeri bucò i sombreri, rubò pepite d'or.

RIT.

Tutti gli sceriffi cercavano Lazy Boy,

la taglia era grossa, piaceva al sergente Roy....

Ma ad una spanna trovò la canna

Del pallido cow-boy!

Stava per sparare il nostro Lazy Boy

Ma udì dalla Missione un coro di Little Boys

"Oh Lord! Oh Glory! Oh Alleluia"

.... e il colpo non partì..

RIT.