sabato 28 agosto 2010

Russia IV




Obiettivo Russia: magliette


Messaggio da parte di chi è rimasto a casa: “cerca di trovare la maglia di rosina scritta in cirillico se possibile..ha il 17. grazie ciao” (chiedere come va è superfluo)


Per i profani: tal Rosina è un giocatore nuovo acquisto della squadra di San Pietroburgo
Passando con l’autobus localizzi il negozio ufficiale della squadra e ogni giorno speri di fermarti nelle vicinanze.
Mai che succeda e nei viaggi organizzati nei quali ti lasciano ad ogni tappa dieci minuti per scattare fotografie e regolarmente sei in ritardo giusto per sentire i rimbrotti della guida è improponibile chiedere la sosta cinque minuti per comperare la maglia di Rosina.
Per controparte nei negozi convenzionati puoi anche fermarti mezz’ora, ma lì hanno la maglia del solo numero 10.

Sono particolarmente tranquilla: l’investimento di fondi per una maglia di calcio non ha il mio voto favorevole

Ultimo giorno di permanenza: l’acquisto diventa urgente.
Il ristorante dove ci fermiamo per il pranzo è sulla stessa strada del negozio.
Tempo a disposizione quarantacinque minuti.
Scartata l’idea di saltare il pranzo rimane un quarto d’ora.
E mio marito parte.
E’ sulla stessa strada, ma sono strade lunghe chilometri
Appello prima di recarci alla stazione: uno manca
E allora devo dichiarare che arriverà tra poco, perchè è andato a comperare la maglia.
La guida non sa se essere più arrabbiata o più disperata
Comunque è inutile che se la prenda con me.
Altri cinque minuti di attesa
Nessuno spunta all’orizzonte
“Non posso far correre il rischio di perdere il treno a tutto il gruppo per aspettare suo marito”
Ha ragione
Così saliamo sull’autobus e dopo dieci minuti siamo alla stazione, non perchè sia particolarmente lontana ma solo per le complicate regole di viabilità della città
Fuori dal ristorante un amico ad aspettare il ritardatario per indirizzarlo poi al treno.
Scendo dall’autobus e devo anche farmi carico della valigia, mentre rifletto su cosa potrà mai succedere.
A me nulla.
I passaporti sono nella mia borsa. Non ho un rublo ma a che mi serve? Sono nel gruppo e quindi arriverò tranquilla all’albergo di Mosca e lì aspetterò
A mio marito, oltre a tutti i cattivi pensieri miei che risparmio al lettore, qualche preoccupazione in più.
Non ha con sè il passaporto e permesso di soggiorno, dovrà arrivare da solo a Mosca senza sapere nè russo nè inglese, chissà se sa il nome dell’albergo che ci ospita
Pensieri inutili: un po’ distrutto ma col trofeo tra le mani ci raggiunge mentre stiamo salendo sul treno e la guida che vorrebbe tanto strozzarlo per la gioia di non aver perso un turista se lo sbaciucchia tutta sorridente

Prima maglia acquisita.

Molto più semplice procurarsi l’altra
Ci accompagna nel viaggio l’ultima figlia che ha come unica attrattiva l’acquisto della maglietta dell’hard rock cafè di Mosca
Se ero contraria alla maglia di Rosina figurarsi la mia posizione nei confronti di questa.
Già più volte ho segnalato ai miei alunni come tale tipo di maglietta li renda tutti omologati, tante piccole copie di quanto comanda il mercato, con l’unico risultato di raccogliere sguardi di compatimento
I figli in genere non si limitano agli sguardi
Tappa del primo giorno: l’ Arbat per gli acquisti
A tal proposito mi chiedo: ma perchè alle guide dei viaggi organizzati sta tanto a cuore portare i turisti a fare compere? Fa parte delle convenzioni delle agenzie o è quanto i turisti chiedono? Sicuramente non è una mia richiesta.
All’inizio della strada il famoso caffè.
Poichè in tema di acquisti il mio parere vale meno del due di picche ovviamente entriamo.
Si potrebbe scrivere l’inno al cattivo gusto
Sul lato destro l’esposizione delle magliette e delle felpe Sul lato sinistro il vero e proprio bar avvolto da una cupa atmosfera
Nel mezzo una scala che si perde verso l’alto e chissà dove porta
Alle pareti schifezze varie: la guepiere nera di Madonna, due chitarre non mi ricordo di chi anche se quando ho letto i nomi li conoscevo, armiccoli vari, cimeli del rock, dischi inquadrettati.

Seconda maglia acquisita

Russia III


Aeroporto di San Pietroburgo: sarà l’orario, ma sembra di atterrare in mezzo alla steppa. Asfaltata giusto la pista, il resto campi incolti.

Un solo aereo oltre il nostro in lontananza

Sale d’attesa deserte

Bagni da hotel a quattro stelle (nostri, non russi perchè c’è una certa differenza)

Solo all’uscita l’ambiente si anima

Nel ritorno partiremo da Mosca: aeroporto Domodedovo

Mezzo costruito e mezzo no. Secondo la nostra guida perchè il proprietario non è amico del Presidente e quindi non riceve fondi statali. Appena si convincesse a vendere la struttura questa verrebbe ultimata in tempi brevissimi. Ma il proprietario è testardo e non vende

Sale d’attesa gremite al punto che se funziona l’aria condizionata non si avverte.

Persone accatastate alla rinfusa che trovano posto sedute sui pavimenti

Chiedi un’informazione: ti rispondono ovviamente in russo. Ovviamente non capisci. Ovviamente la signora, un po’ seccata (la gentilezza non è il forte delle donne russe), ripete in russo tre volte la stessa frase.

E’ vero che ho una certa predisposizione allo studio delle lingue straniere (si leggano i post relativi alle mie lezioni di inglese) ma immaginare che se non ho capito la prima volta alla terza ripetizione capisca mi sembra eccessivo. Per fortuna esiste anche la comunicazione non verbale decisamente più universale

Non mi sfiora neppure l’idea di effettuare il confronto con i bagni dell’altro aereoporto.

Una notazione a parte relativa alle aeromobili.

Se le galline fossero animali pensanti, quando viaggiano stipate nelle batterie, in particolare nel momento del pranzo quando è permesso loro solo di muovere la testa e beccare, capisco benissimo cosa potrebbero pensare

Russia II


Sali fino alla latitudine di 60° N e senza controllare precedentemente ti aspetti per lo meno la temperatura di casa tua.


Scendi dall’aereo giusto nel primo pomeriggio e avverti una temperatura di 35/38 gradi


Non è un’impressione: da 130 anni in Russia non faceva così caldo, ci diranno poi le guide


Si potrebbe pensare “mai contenta.”


E’ vero, in genere ho sempre freddo, ma 35 gradi sono eccessivi anche per me


In realtà San Pietroburgo è ancora tollerabile perchè spira sempre un leggero venticello un po’ più fresco, soprattutto sulle banchine dei porti, in riva al mare


Scendi dal treno a Mosca e sembra di non riuscire nemmeno a respirare.


Ti accolgono una pesantissima cappa di afa e una nebbiolina di smog concentrato


La temperatura è almeno di due-tre gradi superiore: ogni giorno viene battuto il record precedente


In mezzo alla Piazza Rossa guardi l’orizzonte oltre la chiesa di San Basilio (o meglio, il simulacro di quella che era la chiesa): lo sguardo non può spingersi molto lontano.


Il celeste diventa presto grigio: è il fumo delle paludi che stanno bruciando che avanza verso la città già soffocata


Passerà, commenta la nostra guida.


Verranno due o tre uragani, vento fortissimo e asciutto prima, grandi piogge poi, qualche albero sradicato, qualche danno e poi tutto rientrerà nella norma.


Secondo la guida il popolo russo è la rassegnazione personificata.


Lui sicuramente.

domenica 1 agosto 2010

Russia I















Là dove tutto è gigantesco: le case, le statue, i fiumi, le piazze, i boschi di betulla, i campi coltivati, le paludi, le stufe anche il cielo sembra più grande

Là dove la birra costa un terzo rispetto all'acqua e le sigarette un quarto.



Le nostre guide ancora non hanno deciso se fosse meglio prima o adesso.


La perestrojka solo per permettere ai ricchi di uscire dalle loro prigioni, dorate ma sempre prigioni

I padri in fuga dalle famiglie al primo problema

Sieropositivi l'80% dei ragazzi di strada, tossicodipendenti tutti

I dissidenti artisti, ma non troppo dissidenti, ai quali si fanno i monumenti

Il mausoleo di Lenin che guarda i magazzini GUM o è la galleria di Milano?

Le chiese-palestre-piscine riedificate e sembrano finte

Le dacie-baracche, le dacie confiscate, le dacie dei ricchi

Un Paese e mille contrasti









Tutto il mondo è paese