lunedì 29 giugno 2009


Oggi con la terza prova si sono conclusi gli scritti dell'esame di stato.

Giornata lunga: il nostro presidente ha voluto la terza prova per una classe di mattino e per l'altra di pomeriggio; ha voluto la commissione al completo col paradosso di sette insegnanti a controllare sedici alunni prima e diciannove poi.

Facilissimi i quesiti che ho proposto e penso che sapendolo i miei alunni avrebbero di che lamentarsi

Nonostante questo, mossa da uno spirito umanitario senza uguali, sono anche dovuta intervenire per evitare che consegnassero disegni con Alessandria d'Egitto posta più o meno alla latitudine di Oslo

Quesiti relativi alla tipologia A:


Il candidato illustri il ruolo delle reazioni nucleari scegliendo un esempio dall'astronomia e un esempio dalla geologia.

Il contributo epistemologico più significativo di Galileo* è l'aver riconosciuto che i cieli seguono le stesse leggi fisiche della terra.
Il Candidato illustri due esempi che comprovino questa affermazione

* 2009 - Anno dell'Astronomia in onore di Galileo per i primi 400 anni dalle osservazioni celesti con l'uso del cannocchiale

Scelto il primo quesito

Il Candidato discuta il fenomeno della conduzione in ambito astronomico e in ambito geologico



Applicazioni della geometria nello studio del programma: il Candidato scelga due esempi e li illustri anche graficamente

Scelto il secondo quesito

sabato 27 giugno 2009

Schiavitù

Non saranno i numeri, lasciamoli ai matematici, ma quante volte siamo schiavi dei nostri pensieri? Sempre e dovunque?
(cliccare sull'immagine per poter leggere)



venerdì 26 giugno 2009

Roba da fisici

E' quel che si sente ad avere un figlio che studia fisica....


“Un fisico sperimentale, per lavorare, ha bisogno di carta, penna, di un cestino per buttare via i conti sbagliati, e di un acceleratore di particelle.
Un fisico teorico, invece, ha bisogno di carta, penna, un cestino, e un terminale col quale poter accedere alle risorse di qualche supercomputer.
Un matematico ha bisogno solo di carta, penna e cestino.
Coi filosofi puoi risparmiare il prezzo del cestino”.



Gost

"Mamma è morto Michael Jackson"
"Ma come?"
"Infarto?"
"Infarto? ma come..aveva più o meno la mia età"
"Sai, non è che avesse uno stile di vita molto salutista"
Penso "sarà...guarda che stai parlando ad una che ha avuto la prima ischemia cardiaca a 37 anni e il mio stile di vita mi sembra normale"


giovedì 25 giugno 2009

Prima prova scritta

Durante la sorveglianza, piuttosto inutile per la prova di italiano, il tempo non passa mai.

Leggo i programmi e preparo mentalmente le domande per la terza prova.

Scorro le mappe concettuali e mi soffermo sull'unica tesina consegnata già completa.

Albert Einstein: qualche dubbio su quanto scritto per l'evoluzione stellare, ben più interessante il racconto di
Buzzati che vi è riassunto (invito a leggerlo)

Il titolo più strano: Power supply unit.

Come si possa passare dall'alimentatore di un computer all'arte pesante e leggera con disinvoltura lo verificherò all'orale.

Ultimo diversivo a disposizione: la traccia dei temi ministeriali.


Di proposito nessun commento.

Solo mi attira Cardarelli.
E quindi a casa un rapido volo nella sua produzion
e.

Gabbiani

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
Passato

I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.

Così a Venezia le stagioni delirano

Pei suoi campi di marmo e i suoi canali
non son che luci smarrite,
luci che sognano la buona terra
odorosa e fruttifera.
Solo il naufragio invernale conviene
a questa città che non vive,
che non fiorisce,
se non quale una nave in fondo al mare.

martedì 23 giugno 2009

Riunione preliminare


Ore 8.15. Liceo Amaldi Alzano. Arrivo

Ore 8.30. Si sale nell'aula assegnata.

Ore 10.00. Svolte fomalità burocratiche risolvibili in dieci minuti.

Blocco attività e scarse speranze di uscire dallo stallo: nell'aula non c'è stampante, pare non ci sia stampate disponibile in tutto l'istituto.
I dati vengono inviati all'unica utilizzabile, posta due piani più in basso ma nel tragitto si perdono per strada.
Già aver sostituito "Conchiglia" con "Argo" può generare ansia ma così... chi mai si metterà a correre avanti e indietro per le scale in attesa delle stampe?
Ore 11.00. Si trova una soluzione momentanea: dati trasferiti su dispositivo mobile, segretario che scende al piano terra, dispositivo mobile inserito e stampa senza problemi.
Dichiarazione di assenza di lezioni private, di assenza di coniugio, di assenza di parentela entro il quarto grado compilata.
Per l'ultimo punto è un atto di fiducia: non so nemmeno quale sia il cognome da sposate delle mie cugine e con rapporti familiari così blandi potrebbe anche capitare di dover esaminare un parente.

Ore 11.30. Inizio esame criteri, griglie, descrittori (bello il termine), avverbi aggiunti o sottratti per modulare schede.

Ore 13.00. Riunione aggiornata a domani.

Evviva: sono finita in una delle pochissime commissioni che necessitano di due giornate per la riunione preliminare.

Scappo: ai commissari interni il privilegio di stendere i verbali

giovedì 18 giugno 2009

Intervallo


Giusto per un attimo di pausa


lunedì 15 giugno 2009

Scrutini III


Sempre quando sono chiamata a valutare se uno studente merita oppure no la promozione rifletto sul significato di giustizia

E penso: "ci sarà qualcuno ben più preparato di me che avrà sviluppato il tema..."

Così quest'anno comincio a leggere con attenzione il V libro dell'Etica Nicomachea di Aristotele: giustizia in generale, giustizia in senso stretto, giustizia distributiva, giustizia correttiva, giustizia come reciprocità, giustizia nella società e nella famiglia, giustizia naturale e giustizia positiva, ingiustizia e responsabilità, equità..

Dopo tante parole sono al punto di prima.

Immagino solo lo sconforto di chi, pur avendo lavorato, ha ricevuto la telefonata per la non promozione e la gioia del furbastro che questa volta "se l'è cavata", convinto che ciò gli spettasse

E come tutti gli altri anni mi chiedo: "ma che cosa è GIUSTO?"

domenica 14 giugno 2009

Scrutini II

Lo sfondo della scena





Scrutini I

Comincio con la scelta della colonna sonora


venerdì 12 giugno 2009

Raccolta

Gli alberi da frutta del mio giardino, pur affetti da tutte le malattie possibli e immaginabili, hanno cominciato a produrre.
Tutti ad esclusione dell'albicocco, che per due anni di fila non mostra un bel nulla nonostante la fioritura abbondante (ed è solo grazie ai suoi fiori che continua ad essere presente)
Non che gli altri alberi siano molto più prolifici
Per giorni e giorni ho guardato le ciliegie, una trentina in tutto, aspettando che dal verde passassero al rosso. Appena una arrivava all'arancionino pur mezza acerba me la mangiavo.
Poi per due o tre giorni non ho più controllato e quando mi sono avvicinata di ciliegie non ce n'era più neppure una.
Tra merli, pettirossi, passeri, fringuelli e non so che altro qui alberghi la distruzione è stata totale.
Passo allora a controllare lamponi, che pur non mi piacciono, ma che coglierò tra poco per il gusto di far la raccolta.
Sul pesco c'è una pesca sola, una di numero, ancora troppo dura per essere mangiata.
Più abbondanti le prugne ma succederà come tutti gli altri anni.
In prossimità della loro maturazione una bella grandinata le getterà tutte a terra mezze massacrate.
Ci sono poi l'uva moscato, per la quale prevedo la stessa sorte delle ciligie, e le mele.
Per queste ultime staremo a vedere a settembre: l'anno scorso avevano le dimensioni di un'albicocca.
In compenso se la frutta non dà soddisfazione qua e là sono stati piantati i finocchi e i pomodori, che però nessuno bagna
Per finire, intorno alla compostiera stanno crescendo piante di patata perchè avendole dimenticate in dispensa un po' troppo a lungo, anzichè avviarle al compostaggio, visti i germogli radicali lunghi trenta centimetri, ho provato a seppellirle.

Fortunatamente non siamo più in periodo di autarchia alimentare

giovedì 11 giugno 2009

L'attimo fuggente




Li guardo questi ragazzi di quinta, praticamente sconosciuti

Mi hanno avuto in sorte, e chissà se è stata sorte malvagia, solo nell'ultimo anno di liceo

Catapultata in una classe a imporre ritmi e metodi per loro totalmente inusuali

Hanno raccolto a piene mani insufficienze pesanti e stoici rassegnati sono stati a guardare, forse maledicendomi in cuor loro, forse chiedendosi perchè mai da loro pretendessi la luna, e non come puro riferimento al programma svolto

Già adulti senza averli visti crescere

Eppure anche gli altri anni ho avuto quinte ma avendocele portate dalla prima non mi sembravano tanto grandi

Ancora a fine anno a confondere i loro cognomi, ancora a fine anno incerta sulla volontà e l'impegno, sulle capacità e le difficoltà.

Ma mai, mai ho sentito la classe come un peso, mai ho colto astio nel loro atteggiamento (e a volte, in altre classi è successo), mai ho provato disagio stando tra loro

E così, mentre sembra di essere capitati nell'aula ricreazione di un asilo, mentre mi atteggio a censore della loro euforia, mentre impassibile accetto i loro fiori vorrei che mi ricordassero così come io ricorderò loro.

Apocalypse Now


Ultima ora di lezione

L'orario settimanale mi assegna in sorte la classe quinta

Mi avvio tranquilla, pensando di occupare l'ora con una bella simulazione di colloquio di esame.

Porta spalancata: situazione anomala, normalmente è sempre chiusa onde indurmi ad aspettare fuori e guadagnare così una manciata di secondi

Molto anomalo anche quanto mi aspetta: tutti intorno alla cattedra a versarsi bibite o altro, palloncini colorati ovunque, collega coinvolto nei festeggiamenti espressamente vietati da circolare dirigenziale, scatti fotografici continui a immortalare tale aperta violazione al regolamento di istituto.

Appoggiato in terra un poster riproducente l'urlo di Munch con protagonista Homer Simpson, in terra piccola pozza di liquido violetto del quale meglio non indagare la natura chimica, due torte che compaiono già suddivise in fette, un'euforia collettiva ingiustificata.

Con estrema fatica, appena uscito il collega, cerco di dare una parvenza di normalità all'ambiente.

Ma arrivano le rappresentanti di classe con un mazzo di fiori in mano, fiori per me

Tipico mio, non dò loro la minima soddisfazione

Per lo meno gli alunni si siedono mentre in tre partono alla ricerca dell'insegnante di arte per potergli consegnare il poster quale regalo di saluto

Faticosamente, molto faticosamente arriva il suono della campanella

mercoledì 10 giugno 2009

Elezioni


Premessa 1: non sono una commentatrice politica
Premessa 2: leggere e sentir commenti relativi all'ultima tornata elettorale può indurre alla noia
Premessa 3: una debole traccia va comunque lasciata

Commento 1: in una ricca Europa assalita dai paesi emergenti sia in senso economico, sia in senso fisico l'arroccarsi su posizioni di chiusura, di difesa, di tipo conservatore era da aspettarsi

Commento 2: finchè a livello locale si perde il contatto con l'elettorato per chiudersi a gestire da funzionari-burocrati il proprio partito mostrandosi solo in prossimità delle elezioni, difficilmente l'incerto opterà per quella scelta Commento 3: finchè gli stessi aderenti remeranno contro, affermeranno di votare "tappandosi il naso", continueranno a sottolineare le differenze, rimarcandole, anzichè segnalare gli ideali che portano persone di tante estrazioni diverse a credere ancora nella politica, difficilmente si potrà sperare in progetti nuovi

Su un panorama che sembra tanto buio però non perdo la fiducia.

Non perchè sono un'utopica "fuori dal mondo" (solo un pochetto) ma perchè ho raccolto dati.
Nel mio comune non solo la precedente amministrazione è stata confermata ma soprattutto tra i candidati chi ha ricevuto il maggior numero di preferenze sono stati i giovani (1985)
E' vero, è molto più facile che un loro coetaneo indichi la preferenza rispetto alla persona anziana ma io voglio credere sia un chiaro messaggio dell'elettorato

lunedì 8 giugno 2009

Solitudine


Solitudine
Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.
Emily Dickinson

Forse un mattino andando in un'aria di vetro

arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Eugenio Montale

Senza di te tornavo, come ebbro,

non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.
Pier Paolo Pasolini

venerdì 5 giugno 2009

Rosa di giugno


Solo perchè è bella
Solo perchè domani non ci sarà più

Lucciole III



Giusto per ricordare che sono insegnante di scienze.

La luce verde emessa dalla Lampyris nocticula è prodotta in cellule specializzate, i fotociti, posti attorno alle trachee dei segmenti addominali (le trachee sono i tubicini attraverso i quali l'aria entra e si distribuisce nel corpo degli insetti).
Gli organuli interessati sono i perossisomi.
Nel 1951 Mc Elroy ha individuato la reazione responsabile della formazione della luce.
Protagonisti: la luciferina, la luciferasi e l'ATP
La luciferina grazie alla luciferasi e all'ATP viene trasformata nel complesso luciferiladenilato-luciferasi con liberazione di fosfato.
Il complesso così attivato reagisce con l'ossigeno dei perossisomi e forma l'ossiluciferina con liberazione dell'enzima e dell'AMP.
Questa è la tappa che produce luce.
Il controllo nell'emissione della luce è attuato dall'ossido di azoto.
All'arrivo dell'impulso nervoso viene attivata la NO-sintetasi che produce ossido d'azoto a partire dall'arginina (aa).
L'ossido d'azoto ottenuto interferisce con la respirazione cellulare operata dai mitocondri per cui l'ossigeno non è più utilizzato, si raccoglie nei perissosomi a disposizione della luciferiladenilatoluciferasi e si può così formare ossiluciferina.

Quando affermo che lo studio della biochimica non può che stupire....

giovedì 4 giugno 2009

Lucciole II








Appena si diffuse la notizia della nascita di Gesù, tutti gli animali accorsero alla grotta di Betlemme per adorarlo.
Anche gli insetti vollero andare, ma giunti alla grotta rimasero sulla soglia timorosi di spaventare il bambino.
Quando Gesù li vide fece loro segno di avvicinarsi ed essi entrarono felici, portando i loro doni. L'ape donò al bambino il suo dolcissimo miele, la formica un chicco di riso, il baco un filo di seta. La farfalla, non sapendo cosa donare, volteggiò intorno alla culla per divertire il bambino. ma un picccoli insetto era rimasto sulla soglia: non osava avvicinarsi alla culla perchè non aveva nulla da donare al bambino.
Gesù lo vide e lo chiamò:"Perchè te ne stai in disparte? Vieni anche tu vicino a me"
Allora l'insetto volò felice vicino alla culla e si posò sul palmo della mano di Gesù che gli sorrise dolcemente.
Gli occhi dell'insetto si riempirono di lacrime di gioia e una di esse cadde proprio sulla mano del bambino.
"Grazie" disse Gesù. "Mi hai fatto unr egalo bellissimo."
In quel momento un raggio di luna illumino' la lacrima e Gesù disse:"Guarda, è diventata una goccia di luce! D'ora in avanti porterai sempre con te questo raggio luminoso e ti chiamerai lucciola".

mercoledì 3 giugno 2009

Lucciole I



Ieri sera rientrando l'attenzione è stata attirata da due piccoli puntini verdi nell'erba del giardino: erano due lucciole.

E' sempre più raro riuscirne a vedere.


Comincio con una fiaba: La leggenda delle belle di notte

Una notte, tanto tempo fa, un pianto lungo e sommesso si aggiungeva ai rumori dell’oscurità.
Questo pianto si ripeté a lungo, finché la Luna decise di trovarne la fonte.

A lungo girò intorno a tutto il pianeta e, quando aveva ormai perso del tutto le speranze, lo scorse.
Un piccolo punto luminoso: era da lì che proveniva il pianto. La Luna scese dal suo cocchio e si avvicinò.
Accanto ad un pozzo, ai margini del bosco, era seduta una lucciola. “
Chi sei tu? E perché rattristi con il tuo pianto tutte le mie stelle? “ chiese la Luna.
La lucciola spaventata alzò gli occhi e rimase stupita nel vedere il suo interlocutore.

Allora disse: “Deve scusarmi, signora Luna, non volevo mettere tristezza alle sue stelle!” “Io sono Lumil, il principe delle lucciole!”
“Perché piangi principe Lumil?” chiese la luna.
“Si avvicina la primavera e il mio popolo comincerà a vagare per i prati e i giardini, per illuminare le calde notti” disse Lumil “Ma noi non troveremo nessuna corolla dischiusa ad attenderci. Solo tanto verde!”
“E qual è il problema? “ chiese la Luna. “
Il tuo popolo, da quando è stato creato, è sempre stato il popolo della notte! Voi avete un ruolo importante: dovete illuminare, come me e le stelle, le notti degli alberi”.

“E questo compito ci onora !” rispose Lumil. “Ma, vede signora Luna, c’è un sogno che ogni lucciola ha da quando nasce: io questo sogno lo faccio da sempre!”

“E qual è questo sogno?” chiese la Luna.

“Uscire dalla nostra casa, volare in un prato e trovare, almeno per una volta, un fiore che ci attenda e poterci posare sui suoi petali!” esclamò Lumil.

“Ma è un sogno, e solo un sogno rimarrà. Buona notte signora Luna e mi perdoni se l’ho disturbata”. E così dicendo Lumil volò via.

La Luna ritornò in cielo, ma non riusciva a smettere di pensare a Lumil e al sogno delle lucciole.

Le notti passavano e il pianto di Lumil le riempiva, ma all’improvviso il pianto cessò.
Sirio, una delle stelle, andò dalla luna e le disse: “Mamma ascolta!”e la invitò a tendere l’orecchio.
“Cosa devo ascoltare?”chiese la Luna.

“Il principe triste! Questa notte il suo pianto non si sente.” rispose Sirio.
“E’ vero ! esclamò la Luna . Non odo il suo lamento!”

“E se gli fosse accaduto qualcosa?” aggiunse Sirio molto preoccupata. “Ti prego mamma va a vedere!”
E cosi fu. La Luna salì sul suo cocchio e andò in cerca del pozzo presso il quale aveva incontrato Lumil per la prima volta.
Quando lo ebbe trovato, si fermò e si avvicinò.

Ferme, vicino al pozzo, trovò tante lucciole e ad una di loro chiese: “Cosa accade?”
la risposta la rattristò.
“Il nostro principe si è ammalato. Era molto triste perché sapeva che i suoi giorni stavano finendo, e che non sarebbe mai riuscito a realizzare il sogno del suo popolo. E il dispiacere lo ha consumato.”
La Luna rimase lì ferma ad attendere di poter vedere il principe Lumil.

Quando la vide il principe disse: “Signora Luna, come mai è ritornata?Io non ho pianto questa notte!”
“Ero preoccupata per te, ragazzo mio e volevo assicurarmi che tu stessi bene!” rispose la Luna dolcemente.
“Non deve preoccuparsi per me. Il mio tempo ormai è finito. Raggiungerò i miei antenati con un unico rimpianto: non aver potuto realizzare il sogno del mio popolo. Spero che il prossimo principe ci riesca!”
Le forze stavano abbandonando il principe delle lucciole.
Tutto il suo popolo era preso da grande tristezza.
L’amore che le lucciole dimostravano al loro principe e la dolcezza di Lumil colpirono al cuore la Luna.
“Lumil la tua luce si spegnerà presto, questo io non posso evitarlo, ma – disse la Luna – andrai via sapendo di aver realizzato il sogno del tuo popolo. Guarda……..”
La Luna si strappò una ciglia, la prese tra le mani e la posò in terra di fianco a Lumil. Come d’incanto dalla terra cominciarono a spuntare foglie. Le foglie presero a germogliare, d’improvviso una gemma si schiuse e fece capolino un bel fiore giallo e fucsia.
“Ecco Lumil!Questo sarà il fiore delle lucciole, per sempre, e si chiamerà come te: Lumil, che nella lingua delle lucciole significa colui che rende bella la notte!” Lumil pianse di gioia e disse: “Grazie o luminosa Luna, sarà bella di notte per il mio popolo!”

E con tutta la forza che gli rimaneva, accese la sua lucina e volò sul suo fiore. E lì si spense felice.
Da quella notte, tante volte la Luna si è levata in cielo, ma ancora oggi quando, nelle notti d’estate guarda i prati, sorride.

Ogni notte le lucciole raggiungono le belle di notte che si schiudono solo per loro e c’è soltanto una pianta, la più bella, che non permette a nessuna lucciola di sedersi sui suoi petali e illuminarla: è la pianta nata vicino al pozzo ed è la sola che non ha bisogno di luce perché nei suoi fiori vive Lumil!

martedì 2 giugno 2009

Sui colli


Il territorio di Scanzo è bordato da tante colline.

In occasione della festa dello sport tutti gli anni viene organizzata una passeggiata sui colli.

Quest'anno partecipo.

Inizio giornata: poichè il figlio maggiore ha in programma una escursione in montagna verso le sei sei e mezza vengo svegliata dal trambusto.

Mi rigiro nel letto sperando di riprendere il sonno presto.

Intanto ascolto cosa sta facendo: il rumore del coltello che taglia i panini, lo sportello del frigorifero che si apre, stropiccio di carta di alluminio per avvolgerli.

Sto per riaddormentarmi ed ecco che passa a salutarmi con voce squillante.

Buco di incoscienza e suona il telefono.

E' il marito che mi ricorda che di lì a poco inizia la camminata.

Percorro il tragitto verso la partenza nello stato di una sonnambula

Chiaramente ho sbagliato l'abbigliamento.

Si parte e il primo tratto pianeggiante non presenta particolari difficoltà.

Inizia la salita sul Monte Bastia, passiamo dal Belvedere e poi dalla "Fola", transitiamo sopra San Pantaleone, arriviamo a Tribulina, scendiamo per via Maffioli, percorriamo la Serradesca, ritorniamo a San Pantaleone in piano, di nuovo in salita sul Cornone, discesa a Rosciate e arrivo.

Ho percorso il tragitto di dieci chilometri in due ore esatte, con un passo per me sicuramente troppo sostenuto, attenta a risparmiare fiato ed energie, preoccupata dell'assenza dell'ambulanza caso mai ce ne fosse bisogno.

Neanche il tempo per osservare bene il panorama e la vegetazione incontrata.

Solo poche notazioni: piante di vite rigogliose (poche quelle afflite dalla flavescenza dorata)oleandri fioriti dappertutto, la pulce d'acqua sul ruscelletto costeggiato (dovrò tornare per qualche fotografia ad uso didattico), le piante di ciliegie pronte ma irraggiungibili, la pelle di una biscia lunga più di un metro issata su un bastone con la bocca spalancata (non è dato sapere se è stata issata solo la pelle o l'animale intero ridotto così dal sole).

Nel camminare però comincia a farsi sentire un certo indolenzimento alla schiena, in rapida ascesa, e le mani gonfie è come venissero trafitte da decine di spilloni.

Commento del figlio allenatore di atletica "Per me hai qualcosa che non va nella circolazione"

Toh, dopo quindici anni forse se ne è accorto.

Ma probabilmente è solo mancanza di allenamento