domenica 30 novembre 2008

Solidarietà

Come tutti gli anni, il gruppo solidarietà del liceo si attiva per sostenere iniziative umanitarie.

Quest'anno si vuol attirare l'attenzione dei ragazzi sulla situazione difficile del Malawi, attraverso il sostegno ad un orfanotrofio che oltre a raccogliere i bambini abbandonati rappresenta anche una delle poche occasioni di lavoro per la popolazione.

Così ieri, durante le lezioni, alcuni volontari sono passati nelle classi, hanno illustrato l'attività, hanno chiesto la disponibilità per la preparazione di torte da vendersi durante l'intervallo del 3 - 4 dicembre onde raccogliere fondi.

Ai miei alunni che hanno aderito posso suggerire una ricetta facile facile (date le mie abilità meglio che mi limiti a suggerire ricette più che a realizzare prodotti)


Torta limone e mandorle - Spagna

ingredienti:
200 gr farina

450 gr zucchero

4 uova

140 gr burro

2 limoni

400 gr mandorle tritate

1 bustina di lievito


Si lavoriamo bene 300 gr di zucchero con il burro ammorbidito,


si aggiungano le uova una ad una montando bene


si aggiunga il succo di un limone


poi la farina, le mandorle tritate e il lievito



Ottenuto un composto abbastanza sodo, va versato in una teglia livellandolo bene.


Si inforni per 45' a 180°



Intanto si prepari lo sciroppo di copertura mettendo in un tegamino lo zucchero rimanente (150 gr) con il succo dell'altro limone, altrettanta acqua e la scorza di limone a lamelle





Cuocere a fuoco bassissimo fino a che il liquido non sarà quasi del tutto evaporato e il composto non avrà un color caramello



lo si versi quindi sulla torta spargendolo su tutta la superficie









Sono solo piccole gocce, ma con tante gocce si sono riempiti gli oceani

sabato 29 novembre 2008

Tristezze


XIV

NOTTE DI NEVE

Pace! grida la campana,
ma lontana, fioca. Là

un marmoreo cimitero
sorge, su cui l'ombra tace:
e ne sfuma al cielo nero
un chiarore ampio e fugace.
Pace! pace! pace! pace!

nella bianca oscurità.

XV

NEVICATA

Nevica: l'aria brulica di bianco;
la terra è bianca; neve sopra neve:
gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco:

cade del bianco con un tonfo lieve.


E le ventate soffiano di schianto
e per le vie mulina la bufera:
passano bimbi: un balbettio di pianto;
passa una madre: passa una preghiera.

G. Pascoli

venerdì 28 novembre 2008

Neve II

28 Novembre: all'inizio dell'inverno ufficiale mancano ancora due giorni.
Guardando fuori dalla finestra in questo istante non si direbbe: tipico paesaggio di gennaio.
Uscire per verificare la temperatura: non mi sfiora nemmeno l'idea (speriamo che gli agrumi a questo shock termico sopravvivano)
Non rimane che cercare riferimenti tra artisti più o meno famosi























Sarebbe stato meglio scegliere temi primaverili

giovedì 27 novembre 2008

La rana bollita

Un mio alunno di quarta,che ringrazio per lo spunto, forse sferzato dalle mie continue filippiche o forse già sensibile di suo al problema mi ha inviato per posta la seguente storiella, che pur essendo notissima val la pena di riguardare e soprattutto meditare.
Ranocchia
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mercoledì 26 novembre 2008

Uova

Argomento di oggi al corso di chimica a tavola, le uova.
Descritta la struttura di un uovo, esaminiamo il tuorlo, l'albume e il guscio: come si presentano e la composizione chimica.

Dovendo decider
e se un uovo è fresco o meno, vengono indicati i parametri più semplici per il riconoscimento.
Nella sezione aspetti nutritivi segnaliamo come e perchè siano indicate le uova per le diete ipocaloriche, per gli iperuricemici, per chi soffra di gastrite o di ulcera. Esaminiamo i luoghi comuni più diffusi e decidiamo che è assolto da tutte le accuse
Passiamo alla conservazione e alla commercializzazione con l'indicazione delle diverse categorie esistenti.
Chiariamo cosa significano lettere e numeri stampati sul guscio

3 IT 001 TO 036

In particolare è interessante esaminare il significato della prima cifra (che può essere 1, 2 o 3)
Numero 1 : allevamento all'aperto - ogni gallina ha a disposizione 4 metri quadrati (neanc
he si dovesse lanciare in un valzer scatenato)
Numero 2: allevamento a terra - nove galline in un metro quadrato (da un'esagerazione all'altra, già le immagino intruppate, ala contro ala)
Nulla in confronto al numero 3: allevamento in gabbia - diciotto galline in un metro quadrato (giusto lo spazio per muovere il collo e mangiare)

E mentre continuo la spiegazione descrivendole possibili frodi nelle quali si incorre acquistando uova, ormai la mia mente è andata: rivedo le galline ribelli del film di animazione "Galline in fuga".
Perchè di film ne guardo pochi, ma quei pochi sono di qualità.

I collegamenti con i siti relativi alle ricette con le uova e altre curiosità non funzionano (e quando mai?)
L'appuntamento è con le uova vere in laboratorio, assieme ai pesci da eviscerare, alla carne da denaturare e al formaggio da fabbricare.

Il nostro laboratorio sembrerà quindi più una cucina sotto sopra piuttosto che un luogo serio nel quale lavorare.

Con buona pace dei colleghi che ritengono che il metodo sperimentale sia tutto

martedì 25 novembre 2008

Laboratori









Inizio settimana dedicato al laboratorio: ricerca grassi negli alimenti, saggi alla fiamma, sintesi acetilene.

Comincia la classe seconda.
Protocollo: misurare 5 mL dell'alimento da analizzare, se liquido; frantumare 1 grammo di alimento, se solido, utilizzandoil mortaio e mettere in provetta.
Prima difficoltà: "Come si leggono 5 mL nel cilindro?"
Seconda difficoltà: "Il piatto della bilancia è tutto appiccicaticcio (nessuno ha pensato di usare carta da filtro o il vetro d'orologio)"
Terza difficoltà: "Adesso come faccio che ho tutto il burro sulle dita?(nel frattempo le dita sono appoggiate ovunque)
Aggiungere alle provette 5 mL di etere etilico, 5 mL di alcool etilico e 4 gocce di idrossido di sodio 1N (Il tutto sotto cappa. Ne abbiamo una sola: code infinite)
Lasciare riposare e osservare la formazione dell'anello di grasso galleggiante.
Stranezze riscontrate: perchè mai nel latte interone crudo dei distributori "direttamente dalla fattoria" la quantità di grasso presente è decisamente inferiore rispetto al pastorizzato scremato?
Ipotesi: la panna sale galleggiando nel serbatoio e il latte è prelevato da sotto.
Resta comunque un risultato anomalo e aggravato dall'identico riscontro fatto l'anno precedente.

Classe terza.
Tutti allegri e distratti in laboratorio.
E osservano straniti portaprovette e pozzetto con i campioni, non sapendo cosa fare perchè l'insegnante non è stato ascoltato che da pochi.
Là dove non arriva la fantasia arriva il "pressapochismo".
Così il nostro potassio anzichè di violetto, colora la fiamma di rosso (forse c'è rimasto il litio osservato prima).
Quando poi è la volta del sodio, tutto si uniforma ad un bel giallo brillante con buona pace del rame verde-azzurrino e del rosso scarlatto dello stronzio.
Entusiasmo esagerato per gli scintillini ottenuti con la polvere di ferro, osservazione dello spettro del sodio molto più apatica.
Chissà a quanti sarà chiaro perchè la fiamma si è colorata, ma l'importante è aver passato un'ora allegramente.

Infine classe quarta
Il Carburo di calcio mescolato all'acqua attira subito l'attenzione (vuoi vedere che riusciamo a realizzare una bomba in miniatura?), ma le briciole utilizzate ne scongiurano l'eventualità.
Facciamo gorgogliare il gas prodotto nella soluzione di permanganato di potassio: il viola diventa marrone.
Mettiamo poche gocce di fenolftaleina nella beuta e il contenuto si tinge di un bel fucsia acceso.
Nessuno che segna appunti: l'importante sono i colori cangianti.

L'odore caratteristico dell'acetilene mi riporta bambina nell'officina di mio papà, perchè se Proust il suo viaggio alla ricerca del tempo perduto lo faceva mangiando madeleines a merenda, io lo faccio con l'acetilene.
Per dimostrare che una sostanza diventa odore o profumo al di là della molecola in sè ma a seconda di quanto sa evocare, perchè è sempre il nostro cervello ad interpretare le sensazioni

lunedì 24 novembre 2008

Neve


E così già si comincia.
Si comincia a tenere sotto controllo le previsioni del tempo, sempre con la segreta speranza che possano essere errate, si comincia a partire da casa con almeno 20 minuti di anticipo perchè non si sa in quali condizioni si trovino le strade, si comincia a sentire sul viso aria talmente fredda da trafiggerti come spilloni.
I ragazzi del liceo reagiscono sempre in modo strano alle prime nevicate: sembra non abbiano mai visto la neve e cominciano a giocarci, rasentando la nota disciplinare, esattamente come i bambini dell'asilo.
Chissà se si chiedono anche quale è il meccanismo di formazione dei fiocchi?
Giusto perchè possano documentarsi con dovizia di particolari indico loro questi siti da visitare: unipv e rivista ligure di meteorologia
E' vero il paesaggio rivestito di bianco è molto più bello e se proprio voglio trovare un aspetto positivo posso sempre pensare a tutte le foglie che non ho mai rastrellato e che adesso almeno non si vedono più nel giardino, e magari sotto la neve si trasformeranno in concime naturale.
Ma la consolazione è poca.

domenica 23 novembre 2008

Open day


Ieri pomeriggio l'open day del Lussana.
Dopo ben tre figli che hanno frequentato il liceo concorrente, del quale conosco fin troppi particolari didattico-organizzativo-dirigenziali, accompagno la piccola al primo open day di tutta la mia carriera di mamma (si potrebbe osservare meglio tardi che mai)
Attesa in un cortile gelato e completamente in ombra, un minimo di sollievo grazie al tè caldo preparato dai genitori del comitato, smistamento in gruppi fatti confluire ad orari prestabiliti.
Accoglienza del vicepreside e proiezione di alcune diapositive: grafici e torte relative ai successi scolastici degli alunni precedenti, impietoso collegamento tra numero di non promossi e giudizio di licenza media, quadri orari per paragonare le ore di lingua, matematica, fisica e scienze tra i diversi indirizzi.
Nessun cenno alle ore di materie umanistiche, forse immaginando che già si sa quante siano le ore di latino paragonate a quelle di matematica.
Commento della figlia: "ma allora non posso fare un liceo, sarei bocciata di sicuro".
Tentativo di ricostruire una fragile autostima con frasi del tipo "guarda che basta studiare, e questo in qualsiasi scuola"

Poi il susseguirsi delle aule speciali e dei laboratori: rivedere i laboratori di chimica, di fisica, la palestra così come li ho lasciati più di trent'anni fa scalda il cuore.
L'occhio professionale coglie subito quanto di meglio il Lussana ha rispetto a noi: innanzi tutto le cappe sopra i tavoli di lavoro in chimica (decido immediatamente di sfoderare qualsiasi arte, in particolare quella bellicosa, per far prendere in considerazione la faccenda a chi di dovere presso il Mascheroni); poi una serie di tubi catodici che richiamano molto quelli del Sarpi, con quello contenente il mulinello acceso e rivolto verso i genitori per ben quindici minuti; e soprattutto laboratori posti al terzo piano, con ampie finestre e tanta luce che entra (il paragone con i nostri, interrati, freddi e umidi, bui e a volte anche allagati è impietoso)
A sentire le nostre guide sembra che si svolgano tutte le attività di questo mondo, ci si rechi sempre in laboratorio, si facciano tutti i tipi di escursione e attività legate alla studio delle lingue.
Probabilmente verrà detto lo stesso anche al nostro di open day (confesso, non ho mai partecipato neanche ai miei) ma il singolo alunno sarà fortunato se riuscirà ad accedere almeno ad una delle attività proposte, se riuscirà a recarsi in laboratorio almeno una volta ogni quindici giorni.
Numerosi gli studenti che hanno illustrato alcuni dettagli, anche se non sempre chiarissimi, ma va riconosciuta la loro disponibilità.
Bisognerebbe però forse dir loro che il rame non ha simbolo "cu" ma che si pronuncia c-u (ben separati).
Dopo ben due ore risbuchiamo all'aperto, il freddo sembra essersi acuito e stoici i genitori continuano a distribuire tè

sabato 22 novembre 2008

venerdì 21 novembre 2008

Entrata


Con la riduzione della durata di ogni lezione a cinquantacinque minuti onde non creare danno erariale ogni insegnante si trova in orario una diciannovesima ora da mettere a disposizione della scuola.
Così capita, come oggi, di dover effettuare una supplenza in una classe non mia.
Arrivo dopo l'intervallo, già in ritardo io, per aver dovuto localizzare la classe prima che mi è toccata in sorte ed effettuo l'appello.
Mancano ben sette alunni, dispersi per i corridoi.

Fiscalmente registro le assenze e quando i sopraddetti si decidono a rientrare prendo nota dell'orario: ore 11.10, avvisandoli che di tale ritardo dovranno render conto al coordinatore di classe.
Sommossa quasi immediatamente placata.

Solo uno tra loro si ostina a sostenere le sue ragioni, libretto delle giustifiche alla mano.
Su tale libretto infatti compare l'infelice frase che se l'alunno entra in classe entro i primi dieci minuti dell'ora non deve giustificare il ritardo.
Con la calma che mi contraddistingue e che ben conoscono i miei alunni, praticamente con la mia voce che deve essersi sentita per tutto il corridoio, segnalo quanto segue:

primo detta frase si riferisce alla prima ora di lezione ed è stata inserita per alleggerire il lavoro della vicepresidenza
secondo è del tutto sconsiderato pensare possa riferirsi a qualsiasi momento della giornata

terzo "non deve giustificare attraverso il libretto" non significa che il ritardo non debba essere annotato sul registro

quarto ritardi reiterati e non giustificabili si configurano come mancanza disciplinare

quinto è dovere del coordinatore prenderne nota, avvisare la famiglia, se lo ritiene necessario, eventualmente segnalarli per l'attribuzione del voto di condotta

ed infine se ciascun insegnante non segnala nulla il coordinatore si trova nell'impossibilità di svolgere il dovere sopra riportato.
L'alunno, investito da tanta furia, e di questo mi dispiace, probabilmente non risulta nemmeno convinto dalle mie argomentazioni.
Sicuramente ringrazia in cuor suo la sorte che non l'ha fatto capitare in una mia classe.

giovedì 20 novembre 2008

Apocalisse




6

1Poi vidi l'Agnello aprire il primo dei sette sigilli, e udii uno dei quattro esseri viventi che diceva con voce forte come il tuono: "Vieni!".
2Guardai e vidi un cavallo bianco. Il suo cavaliere teneva in mano un arco. Dio gli fece dare una corona, simbolo di trionfo, ed egli passò da una vittoria all'altra, sempre vincitore.

Il secondo sigillo
3Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente esclamare: "Vieni!"; 4e si fece avanti un altro cavallo, rosso fiammante; al suo cavaliere Dio diede una grande spada e il potere di far sparire la pace dalla terra, lasciando che gli uomini si scannassero a vicenda.

Il terzo sigillo
5Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente esclamare: "Vieni!".
Guardai e vidi un cavallo nero. Il suo cavaliere teneva in mano una bilancia;
6e sentii una voce che sembrava venire dai quattro esseri viventi: "Per un chilo di grano, la paga di una giornata. Per tre chili d'orzo, la paga di una giornata. Ma non far mancare l'olio d'oliva e il vino".

Il quarto sigillo

7Quando l'Agnello aprì il quarto sigillo, udii il quarto essere vivente esclamare: "Vieni!".
8Guardai e vidi un cavallo color cadavere. Il suo cavaliere si chiamava "Morte", ed era accompagnato da un esercito di morti. Dio gli concesse il potere su un quarto della terra e il diritto di far morire i suoi abitanti con le armi, con le carestie, con le epidemie e con le bestie feroci.


Non posso certo fare un commento, altri sono molto più esperti di me, solo invitare alla lettura.

Nel frastuono quotidiano, leggere e riflettere non è mai tempo perso

mercoledì 19 novembre 2008

Segno dei tempi

Molte volte leggendo le avventure dei personaggi Disney si trovano riferimenti a pagine di letteratura.
Nell'opera "Topolino e la magia del Natale" viene ripresa la delicata vicenda di due innamorati che per regalare all'altro qualcosa di veramente speciale rinunciano a quanto hanno di più caro.
Topolino spera nello stipendio per regalare a Minnie una catenina per il suo orologio e Minnie spera in un premio per riuscire a regalare un astuccio per l'armonica di Topolino. Ma nessuno dei due riceve ciò che si aspetta e così Topolino dà via l'armonica per comprare la catenina per Minnie e quest'ultima fa lo stesso con il suo orologio dimostrando che il loro amore è più forte del legame ai loro oggetti.
Nella storia originale "The Gift of the Magi" di O. Henry si parla di una giovane coppia squattrinata che però desidera disperatamente potersi comprare l'un l'altra i doni di Natale. All'insaputa di Jim, Della vende il suo bene più prezioso, la sua splendida capigliatura, per poter comprare una catenina di platino per l'orologio del compagno; intanto, all'insaputa di Della, Jim fa la stessa cosa e vende proprio l'orologio per comprare dei preziosi pettini per i capelli dell'amata.

L'epilogo sembrerebbe triste perchè così facendo rendono inutile quanto acquistato dall'altro.
Ma il messaggio dell'amore sopra ogni bene materiale lo rende bellissimo.

Ebbene, sarà segno dei tempi quanto segue?


Tempi ben tristi

martedì 18 novembre 2008

Fisica interattiva

Nel preparare le lezioni relative all'atomo ho trovato molti siti che presentano animazioni per rendere meno ostica la comprensione degli argomenti trattati.
Ne riporto alcune.

Esperimento di Rutherford
Animazione atomo di Bohr1
Animazione atomo di Bohr2
Effetto Compton
Diffrazione elettroni

Nulla però rispetto alla simulazione dell'esperimento tentato al Cern di Ginevra di cui ampiamente già è stato trattato.
E' un po' complicato far partire il simulatore però i risultati sono spettacolari

Simulazione

Almeno così gli esperimenti danno il risultato sperato.

lunedì 17 novembre 2008

Miniserra














Antefatto: cedendo alle continue insistenze della figlia più piccola, che a tutti i costi voleva animali domestici, per un certo periodo furono nostri ospiti due canarini.

Inutile dire che l'incombenza per la loro cura è da subito stata mia.

Risultato: uno è morto di non si sa quale malattia imprecisata, l'altro mentre pulivo la gabbia se n'è volato sugli abeti del giardino ed è stato impossibile recuperarlo.

Conclusione: un sacchetto di un chilo di mangime per canarini rimasto inutilizzato.


Dopo tre anni circa nel tentativo di mettere ordine mi ricapita tra le mani il sacchetto e decido di regalare tutto quel cibo agli uccelli ospiti di casa: merli, tortore, pettirossi, passeri, fringuelli.
Diligentemente appoggio tutti i semi sul pavimento della casetta per uccellini che campeggia in giardino.
Di commensali neanche l'ombra: probabilmente trovano ancora cibo abbondante ovunque e soprattutto lontano dal gatto che è subentrato ai canarini come ospite domestico.

Certo questo perchè lo vedono soltanto da lontano e non immaginano quanto sia scassato come cacciatore.

Risultato: con l'umidità autunnale tutti i semi hanno cominciato a germinare e la casetta si è trasformata in un miniserra.

sabato 15 novembre 2008

Invito II


Ecco trovata la lettura anche per gli studenti fannulloni.

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Mt 25, 14-30


Un pochetto dura, ma certe volte fanno proprio arrabbiare


venerdì 14 novembre 2008

Ponte di Gorle

Antico ponte romano, permette l'attraversamento del Serio tra i comuni di Scanzorosciate e Gorle.
Quando lo attraverso io è sempre intasato e a volte capita di stare proprio nel bel mezzo, bloccati in coda.
E' l'unico pezzo di strada nel quale mi piace stare in coda: perchè così posso guardare il fiume che scorre sotto.
A volte tumultuoso e di un torbido marrone, a volte quasi asciutto, con banchi rivestiti di fiori violetto non meglio identificati (la mia vista è quella che è), a volte, come oggi, con acque verdi punteggiate di increspature, piccole onde che si rincorrono senza sosta, si frantumano, rinascono e ricominciano la corsa.
Il pensiero si perde e segui il loro nascere e morire, potresti anche fermarti più a lungo ma gli altri autisti ti sollecitano affinchè tu proceda.
Quell'acqua quasi ti chiama ma a tua protezione la statua di Giovanni Nepomuceno (sacerdote boemo, canonico della cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao, da questi fatto uccidere per annegamento. Proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1729, è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento) è lì che vigila.

E tu riprendi il tuo percorso

giovedì 13 novembre 2008

Via Lattea

Quando viene trattato un argomento in classe mi piace aprire spiragli perchè gli studenti traggano lo stimolo ad approfondire (anche se probabilmente ben pochi colgono)
Doveroso quindi, parlando della Via Lattea, fare i riferimenti alla mitologia classica e poi cercare anche altre leggende trovandone di molto suggestive.
La leggenda più classica:
Giove approfitta del sonno di Giunone per attaccarle al seno suo figlio Ercole, partorito dalla mortale Alcmena, perché solo succhiando dal petto divino il bimbo può aspirare all'immortalità; ma il piccolo è straordinariamente vorace e la dea si sveglia di soprassalto, parte del latte viene spruzzato in cielo, dove da origine appunto alla Via Lattea e parte cade a terr
a dove crescono immediatamente dei gigli.
La leggenda più didascalica:
San Marco ruba della paglia ma il sacco che la contiene si apre lasciandone cadere parte lungo la strada.

Dio, per dimostrare che ogni peccato lascia una traccia, rende indelebili i segni del furto, creando uno strascico di innumerevoli stelle.

La leggenda più poetica:
Il Ragno e il Sole (Indiani Cherokee

Come il Sole
ha iniziato ad illuminare la Terra e perchè si è formata la Via Lattea.
All'inizio dei tempi c'era solo oscurità e le persone cozzavano le une contro le altre.
Volpe disse che la gente dall'altra parte del mondo era piena di luce, ma era troppo ingorda per dividerla con gli altri.
Opossumsi recò lì per rubare un po' di luce.
Egli trovò il Sole appeso ad un albero che illuminava ogni cosa.
Prese un minuscolo pezzo di Sole e lo nascose sotto il pelo della sua coda.
Il calore però, bruciò tutto il pelo. Perciò l'opossum ha la coda pelata.
Fu poi la volta della Poiana provare a rubare uil Sole.
Ella nascose un pezzo di Sole nelle penne della sua testa.
E' per questo che la poiana ha la testa calva.
Ci provò poi il Ragno.
Costru+ una ciotola d'argilla

Poi tessé una ragnatela ( la Via Lattea ) per tutto il cielo raggiungendo l'altra parte del mondo.
Sottrasse tutto il Sole e lo portò nella nostra parte del mondo, tenendolo nella ciotola di argilla.





mercoledì 12 novembre 2008

Invito


Dedicato a tutti i miei alunni che nonostante l'impegno e la partecipazione non riescono a raggiungere subito le mete sperate, perchè i quattro servano loro solo da stimolo, perchè il voto sul registro non è mai il voto alla persona.


“Se non potete essere un pino sulla vetta del mondo,
siate un cespuglio nella valle,
ma siate il miglior piccolo cespuglio sulla sponda del ruscello.
Siate un cespuglio se non potete essere un albero.
Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero.
Se non potete essere il sole, siate una stella.

Non con la mole vincete o fallite.

Cercate ardentemente di scoprire a che cosa siete chiamati, e poi
mettetevi a farlo appassionatamente.

Siate comunque sempre il meglio di qualsiasi cosa siate”

Martin Luther King


Appena ho tempo cercherò qualcosa da dedicare anche agli alunni che invece potrebbero fare e non fanno

martedì 11 novembre 2008

Sig Rizzello


Un doveroso omaggio al tecnico di laboratorio che per tanti anni e con infinita pazienza ha sempre cercato di eseguire le mie richieste, anche quelle più assurde.
Sempre tranquillo e disponibile, orgoglioso di mostrarti splendidi contenitori di sostanze chimiche di inizio ottocento, solerte nell'aiutarmi a fotografare tutta la raccolta di animali impagliati e probabilmente pieni di parassiti, incurante dei pericoli nel maneggiare uranio radioattivo o mercurio (e il confronto con la situazione attuale è impietoso), qualsiasi cosa gli chiedessi di prepararmi lui me la preparava, sicuro delle mie capacità di gestire materiali tossici.
Con lui avevamo rifornito il laboratorio di qualsiasi sostanza organica puzzolente e solo la mia solerte collega, responsabile della sicurezza, ci aveva obbligato a rinchiudere il tutto in un armadio dotato di serratura.
Pensandoci adesso sembra fossimo proprio una coppia di incoscienti, ma lui del tutto incolpevole: semplicemente si fidava di me.

Perchè ne parlo adesso?
Perchè tramite facebook e i contatti con i miei ex alunni del Sarpi ne è stata recuperata una fotografia e notizie recenti.
Si cercherà quindi di organizzare una rimpatriata

lunedì 10 novembre 2008

Molecole organiche

Quando introduco la sezione di biologia in seconda e presento le principali molecole degli organismi, ritaglio sempre uno spazio consistente per agganciare il discorso alle nostre abitudini alimentari.
Così stamattina dopo i polisaccaridi è stata la volta dei lipidi.
Tante volte vengono demonizzati e quindi un poco di rivalutazione era necessaria, almeno per alcuni.
Per altri invece, tipo i grassi idrogenati o gli scadentissimi oli di colza o di palma, val la pena segnalarne la presenza occulta nei prodotti che normalmente vengono acquistati.
L'invito rivolto agli studenti è infatti quello di leggere attentamente le etichette e di riflettere prima di mangiare.

Poi mi è sorto un dubbio: non è che quando spiego lo faccio con un'enfasi esagerata?
Questo perchè ad un certo punto uno studente è intervenuto:
"Ma profe, lei non ci fa mangiar più niente..."

Già in sala professori una collega mi aveva riferito che la mamma di una sua allieva, appena iscritta al corso di chimica a tavola, aveva segnalato come per colpa mia la figlia non volesse mangiar più carote. (questo perchè le avevo descritte vive e mangiate da noi senza che potessero emettere un lamento)


In compenso però gli alunni stanno attenti.

domenica 9 novembre 2008

Manicomi II


Tanto per rimanere in tema, ieri sera ho seguito la rappresentazione della compagnia "Il teatro del Gioppino" che ha inaugurato la XIII Rassegna Teatrale Rosciatese.
Ogni anno vengono selezionate quattro commedie in dialetto che divertendo riescono anche a trasmettere messaggi significativi
"L'è tot u manicomio", la commedia musicale di ieri sera, porta infatti alla riflessione relativa a cosa debba intendersi per malato mentale.
E' più matto chi porta a spasso un secchio, convinto che sia un cagnolino o chi si prende a sprangate sulla testa dopo una partita dell'Atalanta?, si domanda infatti Napoleone.
E' più pericoloso affrontare la normale quotidianità o restare protetti dalla struttura della clinica gioiosa?
E'così pazzo chi con gli occhi della fantasia dalla finestra vede le piramidi, i ghiacci dei poli, le isole dei Caraibi? chi rincorre farfalle per il gusto di correre, sentirsi libero e sperare di spiccare il volo?
Il tutto condito con spunti di ilarità irrefrenabile, il tutto senza i doppi sensi a cui ci stiamo assuefando grazie alle trasmissioni televisive.

Anche questo è un modo per riflettere sulla realtà dei malati mentali.



sabato 8 novembre 2008

Repubblica


Periodo di nostalgia per la filosofia, studiata probabilmente sempre senza capir nulla, spinta dal terrore per le interrogazioni.

Riprendendo la lettura di alcuni autori scopro quanto ho perso allora.


La Repubblica di Platone costituisce uno dei testi chiave della filosofia politica occidentale, che non ha mai cessato di provocare dibattiti.

Platone l'utopico, il comunista, il nazifascista?

Si può leggere in una scritto solo quello che vi si cerca, tralasciando completamente altre considerazioni non in linea con il nostro pensiero?

Ecco perchè sarebbe molto meglio prendere tra le mani il testo originario e leggerlo anche se piuttosto lungo

E' pur vero che un passaggio, il più famoso, è molto suggestivo, anche se rischia di essere travisato proprio perchè estratto dal suo contesto originario

“…Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo coppieri che gliene versano quanto ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono sono dichiarati tiranni.

E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani.

In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno.

In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia"


Ci sarà qualche mio alunno che in un lontano futuro riscoprirà la chimica e la biologia?

venerdì 7 novembre 2008

Manicomi

Il discorso può essere affrontato in tanti modi. Io preferisco così:

Il dottore agguerrito nella notte

Il dottore agguerrito nella notte

viene con passi felpati alla tua sorte,

e sogghignando guarda i volti tristi

degli ammalati, quindi ti ammannisce
una pesante dose sedativa
per colmare il tuo sonno e dentro il braccio

attacca una flebo che sommuova
il tuo sangue irruente di poeta.

Poi se ne va sicuro, devastato

dalla sua incredibile follia

il dottore di guardia, e tu le sbarre

guardi nel sonno come allucinato

e ti canti le nenie del martirio


A. Merini

giovedì 6 novembre 2008

L'atomo quantistico

Preparando le lezioni relative all'atomo quantistico, mi capita di trovare anche numerosi agganci sia alla storia sia alla filosofia.
Ed è proprio un peccato, un'occasione culturale estremamente valida che viene perduta non poter presentare agli studenti una visione più completa e ciò per le difficoltà a far coincidere gli argomenti trattati (atomo in terza e filosofia del novecento in quinta) e la tendenza dei diversi insegnanti a coltivare ciascuno il proprio orticello.
Sapendo di incamminarmi sulle sabbie mobili data la mia scarsa competenza in materia, riporto quanto ho trovato.

Le implicazioni filosofiche del principio di Heisenberg portarono alcuni scienziati ad interpretare il concetto dell'indeterminazione come un rovesciamento del tradizionale concetto di causa-effetto, mettendolo fortemente in crisi

Secondo il determinismo della fisica classica, la conoscenza delle leggi e dei dati relativi ad un certo istante consente di prevedere con assoluta certezza l'evoluzione di un sistema.
La fisica classica ritiene di conoscere le leggi e ammette, almeno in linea di principio, che sia consentito conoscere i dati.
Molti fenomeni (quali il lancio di un dado) sono di fatto imprevedibili a causa della mancata conoscenza delle condizioni iniziali.
Tuttavia essi diventerebbero perfettamente prevedibili nel momento in cui si acquisisse tale conoscenza, concettualmente possibile per la fisica classica. Condizioni iniziali differenti produrranno differenti evoluzioni del sistema.
Questa rigida concezione deterministica, se estesa all'intero universo, si presta ad una critica strettamente legata al problema del libero arbitrio.
Per dedurre una legge fisica, lo sperimentatore deve avere la libertà di scegliere condizioni iniziali diverse e constatare, di conseguenza, differenti evoluzioni. Tuttavia, se l'intero Universo è rigidamente deterministico, lo sperimentatore, in quanto parte dell'universo, non è affatto libero nelle sue scelte.
Le condizioni iniziali che egli ritiene di scegliere sono in realtà determinate dalla storia precedente dell'intero universo.
La legge fisica che egli ritiene di dedurre sarebbe pertanto completamente priva di senso.

La fisica quantistica ha sferrato un colpo mortale alla visione deterministica della fisica classica.

La mancata conoscenza esatta dei dati relativi alle condizioni iniziali (conseguenza del principio di Heisenberg) che impedisce di prevedere esattamente i valori futuri assunti dalle diverse grandezze fisiche che caratterizzano lo stato di un sistema.
Questa impossibilità ci obbliga a previsioni esclusivamente di tipo statistico


Il principio di indeterminazione ha quindi causato una riflessione circa il libero arbitrio, sulla posizione dell’uomo nell’universo.
Nell’ambito della storia della filosofia, è possibile individuare due schieramenti a riguardo.
Per alcuni filosofi "libero arbitrio" significa sostanzialmente assenza di costrizioni.
In altre parole un soggetto è libero quando non è indotto a una scelta in contrasto con quelle che sarebbero le sue preferenze.
Per altri invece, per essere veramente liberi, occorre qualcosa di più.
Sarebbe cioè necessaria anche la capacità di scegliere in contrasto con le proprie preferenze senza essere vincolati dal proprio carattere, dalle proprie aspirazioni e dalle circostanze in cui avviene la scelta.
Questa seconda posizione è stata ben espressa da Schopenhauer quando affermò che "l'uomo è libero di fare ciò che vuole, ma non di volere ciò che vuole".

mercoledì 5 novembre 2008

Le promesse




"Avremo lavagne interattive in tutte le aule"
Non è di lavagne che abbiamo bisogno

martedì 4 novembre 2008

Fuga virtuale

Certo che dopo due giornate di pioggia autunnale il desiderio di fuga diventa pressante


E le vacanze sono ancora tanto lontane...

lunedì 3 novembre 2008

Corsi pomeridiani


Mercoledì comincerà la seconda parte del corso "Chimica a tavola"
L'anno precedente, per raggiungere il numero minimo di iscritti per poterlo attivare (15 alunni) si era dovuta fare un'opera capillare di convinzione, con pubblicità perfino sul forum del Liceo, mettendo ben in risalto il bonus di mezzo punto sulla valutazione di scienze a cui la frequenza al corso dava diritto.
Nonostante ciò, il corso è partito per "bontà" del Consiglio di Istituto, essendo solo quattordici gli iscritti.
Quest'anno abbiamo il problema opposto: ben trentatre iscritti ufficiali più un numero imprecisato di alunni che chiedono di poter partecipare fuori tempo massimo (della serie "o un eccesso o l'altro")
Ciò creerà qualche difficoltà nell'organizzazione dei laboratori perchè necessariamente bisognerà suddividere gli studenti in due turni e nelle visite alle ditte produttrici che ci accolgono proprio in relazione al numero dei partecipanti, ma non può che essere valutata positivamente la volontà di approfondire aspetti della vita quotidiana che finiscono per coinvolgerci direttamente.
Il carico dell'anno scolastico con le sue difficoltà probabilmente ridurrà un poco questo entusiasmo iniziale ma la risposta positiva degli studenti sostiene le scelte che l'Istituto intende effettuare.

Quanto avrà contribuito l'effetto melamina nel latte dei Cinesi?

domenica 2 novembre 2008

Scarpinocc de Par


Pranzo domenicale per festeggiare la laurea
Scelta prerogativa del novello dottore
Parre e "i scarpinocc"
(Meno male che non ha voluto lo strudel austriaco)
Partenza come al solito con la massima tranquillità, nel relax generale
Primo: una meta fuori dal mondo (mi perdonino i parresi)
Secondo: l'incognita della luce rossa lampeggiante "stop" sul cruscotto dell'auto (e si sa che per metterla alla prova non c'è nulla di meglio che una capatina in montagna)
Terzo: rientro obbligatorio per le 15.00 perchè Francesco deve vedere l'Atalanta e non ci fosse stata l'Atalanta c'era comunque il cinema con le amiche di Lucia
Quarto: mia suocera da recuperare ad Ambivere prima di sera
Quinto: dovrei anche preparare le lezioni e la verifica per martedì.
Tutto questo però passa in secondo piano di fronte alla vista del Serio gonfio per le piogge e di un verde tra il veronese e lo smeraldo, increspato di schiuma bianca.
Anche solo per questa vista la trasferta vale la pena.
Arriviamo al ristorante e ordiniamo i casoncelli (non tutti a dire il vero perchè le due fanciulle a Parre ordinano il pesce, piatto tipico delle nostre montagne)
I scarpinocc sono un tipo particolare di casoncelli bergamaschi, chiamati così perchè la loro forma ricorda lescarpe che le nonne e le mamme preparavano per i figli e i nipoti, cucendo pezza su pezza soprattutto di panno, ritagliando, modellando, ricavando infine sia tomaia che suola.
Cibo delle ricorrenze speciali perchè la farina bianca era un bene prezioso, vengono preparati bagnando la farina con acqua tiepida e con il rosso dell'uovo.
si lavora fino ad ottenere un impasto morbido che viene steso col mattarello, tagliata in dischetti con un bicchiere per ottenere il guanto o contenitore del ripieno.
Il ripieno degli scarpinocc è assolutamente di magro: pane grattuggiato, formaggio grattuggiato, uova, burro e..segreto delle massaie parresi.
Infatti cosa ci fosse dentro io non l'ho capito.
I dischetti sono poi piegati e sigillati ai bordi, a mo' di barchette e un tocco con l'indice imprime la cavità centrale (quando mia mamma preparava i casoncelli, questo era il mio compito)

sabato 1 novembre 2008

Fave dei morti


La tradizione vuole che il dolce tipico di queste feste dedicate ai defunti e ai Santi, nella cultura cristiana, siano le fave dei morti.
L'origine di questo dolce è legata all'usanza vecchia di secoli, per lo meno in alcune zone d'Italia, di consumare fave nelle “merende” che si tenevano tra i parenti del defunto immediatamente dopo il funerale.
Secondo una tradizione antichissima, le fave costituivano un mezzo di comunicazione diretto tra l'Ade - il mondo dei morti, collocato fisicamente nelle profondità terrestri - ed il mondo dei vivi. Ciò è probabilmente spiegabile con il colore del fiore, che è bianco maculato di nero. Il nero, simbolo del mistero, è molto raro tra i vegetali.
Erano considerate in grado di trasferire negli esseri viventi le anime dei morti: per questo motivo - per la loro facoltà di costituire, cioè, il tramite tra i defunti ed i vivi - esse erano presenti nelle cerimonie funebri in Grecia, in Egitto, a Roma e perfino in India ed in Perù.
In questo modo le “fave dei morti” costituivano una sorta di inconsapevole comunione tra vivi e defunti e quasi uno scambio materiale tra mondo terreno e regno dei morti

Le ricette sono tante, con leggere varianti e si possono realizzare con estrema facilità
Ingredienti:
-200 g di mandorle dolci pelate
-100 g di farina
-100 g di zucchero
30 g di burro
1 uovo
un pizzico di cannella
1 bicchierino di grappa profumata

Preparazione:
  1. Tritate le mandorle fino a ottenere pezzetti grandi più o meno come un chicco di riso.
  2. Mescolate in una terrina con lo zucchero, la farina, il burro, la cannella e impastate con le mani.
  3. Man mano che lavorate l'impasto aggiungete la grappa per dare la giusta consistenza. Questo ingrediente dà morbidezza e profumo: dosatelo con cura per avere un composto morbido ma non molle. Se necessario, aggiungete poca farina.
  4. Ricavate delle palline, grandi appunto come una fava, schiacciatele leggermente con il pollice e spennellate con il rosso d'uovo.
  5. Posizionatele su una placca coperta da un foglio di alluminio leggermente unto di burro e cuocete in forno per una decina di minuti finchè non saranno ben dorate.

Confesso, io le ho comperate